Top & Flop di Giana Erminio-Olbia

30.06.2020 22:40 di Gabriele De Bartolo   vedi letture
Ogunseye, TOP Olbia
TMW/TuttoC.com
Ogunseye, TOP Olbia
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

Grandi emozioni al città di Gorgonzola, dove si consuma il più classico dei colpi di scena, con un finale drammatico ed al cardiopalma. È finita 1-1 la partita di ritorno dei playout tra Giana Erminio ed Olbia, risultato questo che salva i galluresi dalla retrocessione, condannando il team di Cesare Albè. Un obiettivo che nel corso dei 90 minuti è sembrato sfumare, soprattutto ad un passo dalla fine quando, a crederci, sembravano essere rimasti in pochi. Ma andiamo con ordine, si partiva dalla situazione di 1-0 in vantaggio dell'Olbia grazie alla autorete di Perna dell'andata. Alla Giana Erminio, per via della situazione in classifica, bastava arrivare al pareggio (segnando dunque l'1-0) per condannare i galluresi alla retrocessione. Ecco dunque che il rigore conquistato da Manconi all'apertura (intervento disastroso di La Rosa che lo atterra in area incautamente) ed il gol segnato dal dischetto da Perna, risultavano essere il miglior inizio per la Giana Erminio. Scombinati i piani di Oscar Brevi, che contava senz'altro di difendere il vantaggio e di provare ad assicurarsi il 2-0 totale, inizia tutt'altra partita. Olbia e Giana si affrontano a viso aperto per gran parte del primo tempo, prima di un naturale abbassamento dei ritmi dovuto ad una latente condizione atletica . Giana ed Olbia ci sono, al di là del lungo stop da cui torniamo, al di là dei 4 mesi senza calcio, della trasferta dura, del poco tempo a disposizione per recuperare energie, le due formazioni si affrontano al meglio delle loro possibilità, mettendoci unghie e denti dove non arrivavano le gambe. Ed infatti sono molte le ammonizioni, nonchè le espulsioni. Il primo tempo si chiude con due buone palle gol per Ogunseye, ma in nessun caso queste sono così nitide da impegnare il portiere. Nella seconda metà, uno degli episodi decisivi: con l'1-0 da recuperare ed il tempo che scorre, l'Olbia si innervosisce. Lella, autore di una trattenuta reiterata ai danni di Solerio, si becca il secondo giallo e va negli spogliatoi anzitempo. Appena dieci minuti dopo, Giandonato arpiona da dietro Pinto: altro rosso diretto. La situazione per l'Olbia si è fatta dunque decisamente ostica e in più la Giana è sembrata prendere coraggio, ottenendo anche alcune ottime occasioni da rete e tenendo meglio il campo. Sprecano Manconi al minuto 69, e Bellazzini al minuto 87. Non mancano nemmeno le leziosità, soprattutto sull'asse Greselin-Bellazzini, che indispettiscono senz'altro gli avversari galluresi. A suonare la carica, come nel più classico dei film hollywoodiani, è però il portiere Aresti. Sì, è successo un po' come nei film, quando durante il momento più buio l'eroe interviene, la colonna sonora esplode, la speranza si riaccende e le emozioni si scatenano. Stoica, memorabile la prova di Aresti: con due parate strepitose nel giro di qualche minuto nei confronti di Manconi, il portiere dà la sveglia ad una compagine che, sotto di un gol e dominata nel possesso palla, sembrava non credere più alla possibilità di giocarsela alla pari. Lo si è notato in modo nitido anche per via del suo linguaggio del corpo, quel raccogliere e rialzarsi di scatto con la sfera dopo aver salvato il risultato, con tutte le energie del mondo. E cito Al Pacino, quel muoversi per chiamare tutti alla lotta su quel centimetro, quel "dare tutto per un centimetro". In questo caso, dare tutto negli ultimissimi minuti. Un gesto psicologico più che tecnico, che ha avuto un valore immediato dove serviva. Su tutti, a coglierlo, è stato Ogunseye. Il centravanti prima si procura il corner al minuto 93 al termine di una bella serpentina sul limite del campo. Sul successivo angolo, riceve un intelligentissimo passaggio alto di Pennington e colpisce di testa a rete dal secondo palo. Così, allo stremo delle forze, all'ultimo minuto, proprio quando tutto sembrava essere perduto. Una lezione, quella di Ogunseye ed Aresti, che si ricorderà a lungo.

Vediamo dunque chi sono stati i migliori ed i peggiori del match.

TOP:
Il primo tempo della Giana Erminio:
i ragazzi di Albè non sbagliano quasi nulla nei primi 45 minuti. Trovano il calcio di rigore che Perna trasforma con grande sicurezza e poi affrontano l'Olbia attendendo il suo calo fisico. Poche le chance da rete ottenute ma anche poche le occasioni concesse. A differenza del secondo tempo, la lotta agonistica del primo ha visto i biancazzurri meritare pienamente il vantaggio a fronte di un avversario che ha cercato quanto meno di offendere. DETERMINATI

Aresti ed Ogunseye (Olbia): impossibile non assegnare un doppio Top per i galluresi. Come già scritto sopra, sono le due figure chiave di una permanenza in C dai tratti davvero Hollywoodiani. Magnifica la prova di Aresti, che trovandosi di fronte una compagine che sembrava ormai aver dato tutto fisicamente e spiritualmente, riesce a dare la sveglia determinando un risultato storico. Ogunseye al di là del gol gioca anche una gran partita, facendo sportellate a destra e a manca ed ottenendo anche qualche buona palla gol, su cui la difesa avversaria dice no. Meritatissimo il gol nel finale, ed è davvero una ispirazione osservarlo, stremato, godersi la vittoria. EROI

FLOP:
Gli spreconi del secondo tempo nella Giana Erminio:
un risultato che fa molto male, soprattutto per come si era messa la gara. Sì perchè se nel primo tempo la situazione era alquanto equilibrata, nella seconda metà di gara i biancazzurri sembravano ormai avere in tasca le redini del proprio destino, in doppia superiorità numerica, con l'Olbia perennemente sbilanciata. Pesano, nel risultato finale, negli umori e forse anche nelle carriere, quelle reti non realizzate nella seconda metà del secondo tempo. DANNATI

L'emotività dell'Olbia: Aresti ed Ogunseye mettono una pezza dove però gran parte della compagine aveva creato un problema evitabile. I rossi di Lella e di Giandonato hanno rischiato seriamente di compromettere il match, ma ugualmente negativa è stata anche la prestazione complessiva del gruppo restante, che ad un certo punto ha avuto bisogno della carica emotiva di Aresti per riprendersi e lottare negli ultimi minuti. SALVATI