Emanuele D'Anna ❤ Carmelina Fiore

Emanuele D'Anna ❤ Carmelina Fiore
© foto di TLP
venerdì 7 settembre 2012, 23:00Ho sposato 1 calciatore
di Valeria Debbia
fonte in collaborazione con Claudia Marrone
La rubrica di TLP, con le interviste alle compagne dei calciatori in Lega Pro: mogli e fidanzate si raccontano

Emanuele D’Anna, centrocampista classe 1982, capitano del Benevento, squadra dove milita da ormai quattro stagioni. Nel campionato 1999-2000 è tesserato al Milan, ma non riesce a esordire; dopo quell'annata la sua carriera si dipana tra la Serie B e la Lega Pro, allora Serie C, al Chieti, al Piacenza, all'Arezzo, alla Juve Stabia e al Pisa (fallito, poi, alla seconda esperienza del centrocampista all’ombra della Torre Pendente, seconda metà della stagione 2008-2009). Ma un’esperienza in Serie A, D’Anna comunque riesce a farla: si tratta del Chievo Verona, nella prima metà della stagione 2008-2009. Ai lettori di TuttoLegaPro.com la moglie Carmelina Fiore racconta la loro storia d’amore.

Carmelina, come vi siete conosciuti tu ed Emanuele? È stato lui a corteggiarti?
Io ed Emanuele siamo dello stesso paese, Baiano (provincia di Avellino, ndr), e ci conoscevamo già da diverso tempo prima di metterci insieme, ma io non lo consideravo. Un giorno un amico comune mi chiamò dal cellulare di Emanuele perché non aveva credito nel suo, e sia io che mio marito salvammo i rispettivi numeri; il giorno dopo Emanuele mi chiamò dicendo che aveva trovato il mio numero in memoria ma non sapeva chi fossi, e da lì iniziammo a sentirci tutti i giorni. Sono 8 anni che dura”.

È stato lui a chiederti di sposarlo?
Sono 3 anni che siamo sposati, ma in realtà sono stata io a chiederglielo. Quando ci siamo fidanzati io lavoravo in uno studio di commercialisti, e i primi anni di relazione sono stati complicati perché era dura vedersi, non coincidevano i giorni liberi; a quel punto abbiamo iniziato a valutare l’ipotesi del matrimonio, ma non ci sono state dichiarazioni, ne abbiamo parlato. Io poi mi sono licenziata, ma adesso che Emanuele è a Benevento, vicino a casa, ho ripreso il lavoro in un altro studio”.

Ci dici un pregio e un difetto di tuo marito come uomo?
Il suo più grande pregio è sicuramente quello di avermi riempito la vita di gioia, Emanuele è spensierato, anche nei suoi momenti no non fa mai pesare niente, riesce anche a smussare i problemi degli altri. Però, a volte, ed è qui che si scopre il suo difetto, è superficiale, piccole cose gli scivolano addosso; se, ad esempio, manca l’acqua in frigo e lui lo vede non fa niente, aspetta sia io a mettercela. Tempo fa si è rotta la maniglia di una porta interna della taverna…sono 8 mesi che aspetto che Emanuele la cambi! (ride, ndr)”.

So che avete una bambina, che tra l’altro è il ritratto del padre; che tipo di genitore è Emanuele?
Sì, Emanuela, nostra figlia, è identica al padre! Mio marito comunque è un padre molto presente e attento, mi aiuta tanto sia in casa che con la bimba, ma allo stesso è un padre pagliaccio, come lo chiamo io, è giocherellone, con Emanuela passano il tempo a giocare o a guardare Sky Sport 24, l’ha subito abituata al mondo del calcio! Io invece preferirei guardare i cartoni…”.

Mi sa che non sei molto appassionata di calcio; adesso lo segui un po'? Oppure mi sbaglio e già seguivi il calcio prima di conoscere Emanuele?
Seguo le squadre in cui gioca Emanuele, vado allo stadio, seguo i risultati e mi informo sul mercato, ma non sono un’appassionata. Pensa che per strada non riconosco neppure i calciatori famosi quando mi capita di incontrarli”.



Quale è stato il momento calcisticamente più bello per Emanuele? E c’è un momento, ancora calcistico si intende, che ha influenzato la vostra vita di coppia?
Sicuramente per Emanuele la gioia più grande è stato il periodo di militanza in Seria A, ma anche la vittoria del campionato con il Pisa (stagione 2006-2007, ndr) è stata una bella soddisfazione, Pisa è rimasta nel cuore di entrambi. È stata però l’esperienza di Verona che ha influenzato la vita di coppia, con la nuova situazione abbiamo deciso di fare il grande passo del matrimonio”.

È stato difficoltoso seguire tuo marito negli spostamenti dovuti alla sua professione?
Sì, soprattutto perché anche io lavoravo e non coincidevano i periodi liberi, neppure quello delle ferie. E queste difficoltà le abbiamo avvertite nonostante Emanuele non si sia mai montato la testa e abbia sempre condotto una vita normale”.

Ovunque sia andato, Emanuele ha ricevuto sempre tanta stima e affetto; cosa si prova, da moglie, a percepire tutto ciò?
Sono contentissima, io per prima lo stimo moltissimo e quando vedo che non sono l’unica a stimarlo mi rendo conto che anche gli altri hanno capito il suo reale essere. Emanuele non scende facilmente a compromessi, non è falso, quando vede le cose che non vanno lo dice e per tutto questo a volte sembra presuntuoso, ma non è così, lui vuole solo essere accettato per come è; e finora, fortunatamente, si è trovato bene con la maggior parte delle persone”.

Ti ha mai dedicato un goal?
Sì, tanti, sia a me che alla bimba. A lei addirittura lo dedicò ancora prima che nascesse, si mise il pallone sotto la maglia quando ero incinta: è stata la dedica più bella”.

Quale è stato invece il regalo più bello che ti ha fatto?
Io ho partorito il 22 dicembre 2010, e sono poi stata dimessa il giorno di Natale; avevamo una stanza privata nell’ospedale, e la sera del 24 Emanuele venne in ospedale da me ed Emanuela con una piccola bottiglia di champagne e un braccialetto di diamanti per me per festeggiare. Dormimmo li, tutti insieme. Non è stato tanto per il braccialetto quanto per la situazione che considero questo il regalo più bello”.

C’è una cosa in particolare che vuoi dire a Emanuele attraverso questa intervista?
“Su queste cose mi imbarazzo, non farmi dire niente (ride, ndr)”.

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