Sebastiano Miano ❤ Alessandra Garigali

Sebastiano Miano ❤ Alessandra Garigali
© foto di TLP
venerdì 5 aprile 2013, 23:00Ho sposato 1 calciatore
di Valeria DEBBIA
fonte In collaborazione con Claudia Marrone
La rubrica di TLP, con le interviste alle compagne dei calciatori in Lega Pro: mogli e fidanzate si raccontano

Sebastiano Miano, difensore centrale classe 1973 attualmente in forza al Gavorrano, 40 anni e non sentirli! Una vita, la sua, vissuta tra calcio e famiglia, ambiti dove raccoglie ancora molte soddisfazioni: il fisico ancora gli permette di giocare senza sentir la fatica, l’età di diventare un punto di riferimento per calciatori emergenti, mentre sua moglie e il figlio lo riempiono d’amore quando esce dal campo. Sebastiano e sua moglie Alessandra Garigali sono due persone semplici, di quelle che è un vero piacere incontrare, e da più di 20 anni condividono insieme le gioie della vita; ai lettori di TuttoLegaPro.com è proprio la moglie a raccontare la loro storia d’amore.

Alessandra, come vi siete conosciuti tu e Sebastiano?
Ci siamo conosciuti quando eravamo giovanissimi, io 18 anni e lui 19, in Sicilia, al suo paese di origine perché io andavo sempre là in vacanza dato che anche i miei genitori sono originari della Sicilia, ma emigrati poi in Toscana. È stato subito amore, e a esser sincera abbiamo fatto anche le cose molto in fretta perché siamo andati a convivere poco dopo, con una buona dose di incoscienza perché nessuno dei due aveva idea nemmeno di come si cucinasse, oltre che del resto (ride, ndr). Abbiamo girato tanto, in svariate città, ed è stato molto bello… poi direi che se da 21 anni siamo insieme, fondamentalmente non è andata male!”.

Quindi per te non è stato un problema seguire la vita “frenetica” di un calciatore…
Sì, in effetti a stare con un calciatore non ci si annoia mai. Comunque per me non è stato un problema girare, abbiamo avuto la fortuna di stare bene ovunque e io, prima di questo momento di crisi economica, ho avuto anche la fortuna di lavorare sempre, conquistandomi una mia indipendenza. L’unica volta che sono scappata, per poi tornare subito, è stata quando Sebastiano giocava a Sassuolo (stagione 1999-2000, ndr), città dalle persone e dalla cucina ottime ma con troppa nebbia, sempre grigia; intervenne però il Presidente della società, che, trovandomi un lavoro, mi aiutò a tornare in Emilia Romagna. Ho deciso di fermarmi solo quando è nato nostro figlio Filippo, per potergli consentire di avere una stabilità ambientale che di sicuro influisce sulla sua vita, e mi sono fermata a Piombino, dove poi Sebastiano è riuscito a raggiungerci firmando il contratto con il Gavorrano; ed è nato poi l’amore con la società toscana, ha ancora un altro anno di contratto e adesso fa da papà ai più giovani”.

Quindi di lasciare il calcio nonostante i suoi 40 anni non ne parla…
“(ride, ndr) Al momento ancora no, ma io sono felice perché comunque non ho mai interferito con nessuna sua scelta soprattutto quando lo vedevo felice come adesso. Ogni tanto però parla del suo futuro, e rimanere nel calcio è ciò che vuole, però con i bambini: il suo sogno è aprire una scuola calcio. E quest’estate, dalla fine del campionato all’inizio del ritiro, potrà cimentarsi con un’esperienza vicina a ciò che desidera, perché seguirà i bambini a un campo estivo calcistico gestito dalla UISP”.

Prima hai detto che tuo marito fa da padre ai suoi compagni di squadra più giovani, ma adesso io ti chiedo che tipo di padre è con vostro figlio Filippo.
Sebastiano in campo è un leone, uno che ha sempre il coltello tra i denti…con il figlio è l’opposto, è il piccolo che comanda (ride, ndr). È troppo permissivo, apprensivo e ansioso, e la cosa mi fa arrabbiare, ma devo riconoscere che è anche molto premuroso, forse è più lui di me che ha nel DNA l’essere genitore; Filippo stesso lo adora, cerca sempre di imitarlo, persino volendo diventare un difensore centrale come Sebastiano. E pensare che io volevo che giocasse a basket. Mio marito avrebbe voluto anche altri figli, tre in tutto, ma abbiamo iniziato tardi con il primo e io non me la sono sentita; poi il nostro bimbo è stupendo e ci dà tante soddisfazioni, ci basta questo”.

Ci dici invece un pregio e un difetto di tuo marito come uomo?
Il grande difetto che ha Sebastiano è quello di essere introverso e diffidente, soprattutto all’inizio è molto timido, ma non ho mai trovato nessuno che gli voglia o gli abbia voluto male, quindi vuol dire che ha più pregi che difetti. Anch’io da subito sono rimasta affascinata dal suo essere uomo, serio e leale con tutti”. 



Quale è il regalo più bello che ti ha fatto?
Sicuramente il bambino, alla cui nascita è però seguito pure un bel Rolex (ride, ndr). A parte gli scherzi, la nostra famiglia e lo stare insieme sono il suo più bel regalo, abbiamo sempre creduto che l’affetto e i sentimenti contino più di ogni cosa materiale ed è per questo che ci diamo incondizionatamente l’uno all’altra. Ed è con questi principi che stiamo crescendo nostro figlio, che deve capire, e già lo sta facendo, che le cose vanno sudate e che bisogna sempre rispettare tutto e tutti, perché rispetto e altruismo sono doti fondamentali nella vita”.

Una vita, la tua, passata con un calciatore…segui il calcio, vero?
Sì, il calcio mi è sempre piaciuto, seguo anche la Serie A, soprattutto perché a casa mia la tv è sempre sintonizzata su Sky Sport 24. Poi ho sempre seguito Sebastiano, un tempo non perdevo nemmeno le trasferte, e posso dire di aver visto il calcio cambiare, di esser cresciuta con quello, ed è un piacere vedere che ancora reggiamo; ma pensa che un tempo eravamo noi i più giovani, adesso quando vedo le mamme dei compagni di squadra di mio marito, più o meno mie coetanee, mi chiedono quale sia mio figlio tra i ragazzi in campo (ridiamo entrambe, ndr). Però le abitudini sono rimaste le stesse, io vado allo stadio, Sebastiano mi cerca in tribuna e mi manda un bacio”.

Di sicuro ti avrà dedicato anche un goal se si mostra già da inizio partita così affettuoso.
Sì, un tempo me ne ha dedicati tanti, ora è bene stia più fermo in difesa perché con la sua età, se parte in attacco, ha poi bisogno di un motorino per rifare tutto il campo (ridiamo nuovamente, e tanto, ndr)”.

Quale è stato il momento calcisticamente più bello per Sebastiano?
Sicuramente la promozione nell’ex C1 con il Grosseto (stagione 2003-2004, ndr), ma anche le 300 partite da professionista festeggiate proprio a Gavorrano. Sono i due momenti professionali che molto spesso anche lui ricorda nelle interviste”.

E c’è invece un momento, sempre calcistico, che ha influenzato la vostra vita di coppia?
Più che momenti che influenzano la vita di coppia, c’è da riconoscere che i calciatori non hanno una vita tutta rose e fiori, sono sempre impegnati quando la maggior parte delle persone sono libere, come a esempio il mese di agosto o i vari fine settimana, e questo comporta delle rinunce sia personali che di coppia. Però il calcio è comunque un lavoro che gratifica, permette di guadagnare bene facendo ciò che si ama e che tanti invidiano per cui mi sembra assurdo lamentarsi”.

Ultima domanda: c’è qualcosa in particolare che vuoi dirgli tramite questa intervista?
La domanda dovresti farla a lui, che non parla mai (ride, ndr). In realtà lui sa già tutto, do le mie dimostrazioni nella quotidianità, ma voglio ricordargli quanto lo amiamo sia io che nostro figlio”.

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