Stefano Scappini ❤ Ilaria Trasciatti

Stefano Scappini ❤ Ilaria Trasciatti
© foto di TLP
venerdì 23 agosto 2013, 23:00Ho sposato 1 calciatore
di Valeria DEBBIA
fonte In collaborazione con Claudia Marrone
La rubrica di TLP, con le interviste alle compagne dei calciatori in Lega Pro: mogli e fidanzate si raccontano

Stefano Scappini, attaccante classe 1988 attualmente in forza al Grosseto, è un ragazzo di quelli che, con umiltà e grande forza di volontà, sta piano piano raggiungendo traguardi sempre più importanti. Un ragazzo senza grilli per la testa, che con la sua semplicità è riuscito ad aprire, oltre che le porte del calcio, anche quelle del cuore della sua Ilaria Trasciatti, che ai lettori di TuttoLegaPro.com racconta la loro storia d’amore: la storia di due ragazzi semplici che, quando arrivi poi a conoscerli, non puoi fare altro che volerli bene.

Ilaria, come è nata la storia tra te e Stefano?
Io e Stefano ci siamo conosciuti l’ultimo anno delle scuole superiori, quando lui giocava nelle giovanili della Ternana, la squadra della mia città: eravamo uno l’opposto dell’altro, io presa dallo studio per l’esame di maturità, lui solo dal calcio…come ora del resto (ridiamo, ndr). All’inizio però non ci consideravamo tanto, anzi, eravamo sempre a farci dispetti come se non ci sopportassimo, ma i nostri compagni di classe capirono che in realtà c’era dell’interesse reciproco e le tentarono tutte per aiutare la nascita della nostra storia: un giorno addirittura, durante la ricreazione, ci chiusero soli in classe per vedere se qualcosa cambiava, ma la timidezza di Stefano ha fatto sì che trascorressimo 15 minuti in silenzio. Solo dopo la maturità, senza il pensiero dei libri e con la paura che, prendendo ognuno la proprio strada, ci saremmo potuti perdere è nata la nostra storia”.

Azzardiamo subito al futuro: un figlio può/potrebbe rientrare nei vostri progetti futuri?
La risposta mi sorge spontanea: sicuramente! Ci piacerebbe davvero tanto: quale coppia che si ama non vorrebbe coronare tale amore con un figlio? Poi Il fratello di Stefano si è sposato da poco e non ti nego che da allora, nel vedere i miei cognati cosi felici e innamorati, ci ho fatto un pensierino...anzi, due! Certo sempre un passo alla volta ma... “Scappo” (il soprannome di Scappini, ndr) cosa stai aspettando!?!?” (la redazione chiede al giocatore di leggere attentamente la risposta di Ilaria, ndr).

Ci dici un pregio e un difetto di Stefano come uomo?
Un solo difetto? Pensavo di poter dare libero sfogo alle cattiverie (ridiamo, ndr). A parte gli scherzi, sono proprio fortunata, ho un compagno serio, onesto e leale, anche se la sua qualità migliore è la genuinità: penso che ne esistano pochi di uomini come lui, perché di Uomo con la U maiuscola si tratta. Capace sì di farti arrabbiare, ma di riuscire immediatamente poi a strapparti un sorriso col niente, perché è buono come il pane. Solo una cosa lo rende troppo spesso insopportabile: è esageratamente precisino”.

Stefano ha girato un po' l'Italia, è il "conto" da pagare in una professione come la sua: hai dovuto fare qualche rinuncia per seguirlo in giro per l’Italia? E' stata dura?
Rinuncia? Nessuna, quando si fanno le cose per amore non esistono rinunce. E poi comunque a me basta stare con lui. Però naturalmente non nego che sia stata dura iniziare ogni anno con un nuovo trasloco, un nuovo gruppo, una nuova città completamente da sola, anche se ho avuto la fortuna di incontrare, durante tutto il nostro percorso, persone speciali, capaci di farci sentire come a casa, persone che si sentivano come noi, che vivevano come noi e con cui ci siamo sostenuti; persone che, a distanza di anni, sentiamo e vediamo al di fuori del mondo del calcio perché oltre le mura dello stadio c’è la vita vera e i rapporti umani, quelli reali che restano”.

Tu segui il calcio?
Sinceramente no e darmi dell’ignorante in materia è farmi un complimento (ridiamo, ndr). Ma devo riconoscere che seguendo Stefano mi sono appassionata molto e non c’è domenica in cui non vada allo stadio, spesso anche in trasferta. Mi ha colpito soprattutto il senso di appartenenza a una squadra e i legami indissolubili che ne nascono all’interno, e leggere troppo spesso sui giornali che ci sono state persone capaci di sporcare questo ambiente mi crea dispiacere perché, per quel che l’ho vissuto io, il calcio è tutt’altro”. 

Quale è stato il momento calcisticamente più bello per Stefano?
L’anno di Alessandria (stagione 2010-2011, ndr) è stato un anno importante non solo per lui che ha fatto un buon campionato arrivando in doppia cifra con i goal, ma per tutta la squadra che, venendo da campionati inferiori, “rischiava” di vincere i play off per la Serie B…anche se poi sappiamo tutti come è andata. Ma è stato in quel momento che Stefano ha avuto la sua principale crescita professionale, capendo chi voleva essere davvero nella vita”.

Il calcio ha invece mai influenzato, negativamente o positivamente la vostra vita di coppia?
Non capendo nulla di calcio in casa non viene toccato spesso l’argomento, e anche le partite di Champions League o i derby superfondamentali, dopo svariate lotte al potere del telecomando, vengono accantonati per far posto a un filmetto che possiamo guardare insieme. Poi chiaramente nella coppia mi manca la normalità di un weekend fuori e, perché no visto l’età, un sabato in discoteca. Ma il lavoro di Stefano mi ha comunque più dato che negato: in primis ci ha regalato la possibilità, che non tutti hanno di questi tempi, di vivere per conto nostro, e convivere con la persona che si ama sin dai primi anni di rapporto è un’esperienza bellissima, poi, a dirla tutta, è una vita agiata dove ti senti ammirato, elogiato. E questo fa piacere, anche se la base principale resta sempre e comunque l’umiltà”.

Veniamo adesso a un lato "pratico": quale è stato il regalo più bello che ti ha fatto?
Di regali belli me ne ha fatti tanti in questi anni, alcuni bellissimi anche a sorpresa, ma quello che più mi ha emozionata è arrivato 4 anni fa per San Valentino. Non si è presentato con rose o cose tradizionali, è semplicemente tornato a casa un con un cagnolino nero di nome Pitt, che da allora è diventato il nostro primo piccolo grande amore, ci riempie le giornate ma soprattutto il cuore”.

Altro tipo di regalo: quanti goal ti ha dedicati?
Come ho già detto, cerco di essere presente a quasi tutte le partite e, per ogni volta che ha segnato, un dito indice dritto, puntato verso la tribuna, c’è sempre stato. La domanda fondamentale però è: era per me o per i tifosi? Dovreste chiedere a lui (ridiamo, ndr)".

C’è qualcosa in particolare che vuoi dirgli tramite questa intervista?
Voglio dirgli di affrontare il futuro sempre col sorriso, perché chi lo conosce veramente sa quanto è devoto a quello che per lui è più di un lavoro, e ricordargli di quanto è fortunato, perché qualunque sia il risultato, io e la sua famiglia che lo adora, ci saremo sempre, pronti a sostenerlo incondizionatamente. In bocca al lupo amore mio”.

© foto di TLP
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