Buon lavoro presidente Marani. Adesso sulla riforma non ci sono più scuse

13.02.2023 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Buon lavoro presidente Marani. Adesso sulla riforma non ci sono più scuse
TMW/TuttoC.com

"Ho sentito Francesco Ghirelli, è stato il primo al quale ho scritto appena uscito dal salone del Coni. L'ho risentito venerdì, l'ho ringraziato per quello che ha costruito a Firenze. Sono andato in Lega per conoscere chi ci lavora, una realtà bellissima, con tanti giovani e tante donne. L'ho ringraziato perché in questi anni ha lavorato per migliorare la Lega Pro. Cercherò di raccogliere tutto il meglio che ha lasciato e ovviamente cercherò di lasciare anche un mio segno, portando avanti il suo lavoro e cercando di integrarlo con il mio".

Le parole di Matteo Marani, alla sua prima uscita pubblica da presidente della Lega Pro, non a caso in quel di Monopoli, vanno anche al di là della correttezza e della sensibilità istituzionali, entrambe di per sé già più che apprezzabili. Chiudono nel migliore dei modi una campagna elettorale dai toni a volte duri - ma ripeto quanto scritto poco tempo fa, per definirli eccessivi bisogna averne vissute ben poche - e della quale proprio Ghirelli, così come un autentico dibattito sul merito delle rispettive proposte in gioco, sono stati in qualche modo i veri grandi assenti. Soprattutto, certificano la consapevolezza della necessità di fare tesoro dell'epoca che si è appena chiusa e che è stata fondata su una base di eccellenti professionisti. Da quelle donne e da quegli uomini, integrando la struttura con le risorse che inevitabilmente ripartirà opportune, Marani deve ripartire per diverse ragioni. La prima: se è vero che un'era si è chiusa e neanche troppo bene, è altrettanto certo che la presidenza Ghirelli, in linea di continuità con quella Gravina sino agli scricchioli finali, ha riportato la Lega Pro fuori dalle secche in cui si era cacciata. Problemi e criticità restano, per carità, ma fare tesoro di questa esperienza, dimenticando l'ultima assemblea e probabilmente anche la fin troppo cervellotica proposta di format, è il miglior modo per dare inizio a quella nuova.

Un giornalista alla guida della Serie C: è un titolo che avremmo potuto fare comunque, ma è oggettivo che tra i due - Marani e Vulpis - abbia vinto il candidato meno esperto di questo mondo. Proprio per questo, al di là dell'aver già portato in Lega una garanzia come Bedin (senza nulla togliere a Zola), dare continuità alle professionalità espresse sinora aiuterebbe la nuova governance a "tuffarsi" con maggior rapidità nelle sfide che l'attendono. Quali possano essere, o meglio quali chi scrive ritiene possano essere alcuni punti chiave per la Lega Pro del futuro, e non solo, li potete trovare nell'editoriale della scorsa settimana. Non serve ripetere l'elenco, che peraltro non ho la boria di considerare esaustivo.

Tornando alle elezioni appena celebrate e vinte da Marani, sono state il terreno di una "battaglia" che va ben al di là della Lega Pro. Con questo successo il presidente Gravina ha blindato la propria rielezione al vertice della FIGC, a meno di incredibili scossoni futuro. Che dilettanti e Serie C siano sufficienti a tal fine, mentre la ricca (ma non esageriamo) Serie A ne sia potenzialmente solo spettatrice, continua a essere motivo di qualche perplessità. Ma funzionava così in passato e funziona così adesso, ragion per cui può essere al massimo un tema di riflessione futura. A un certo punto, però, le alchimie della politica del pallone devono lasciare campo alla sostanza. Quella di una riforma di cui continuiamo a parlare da troppo e che a oggi resta una nebulosa dai contorni indefiniti, in uno scenario di divisioni e fazioni che il calcio italiano non può permettersi. Il tempo giusto per farla è un treno che abbiamo perso ormai da parecchio, adesso c'è da lavorare per riacchiapparlo in qualche modo. E la solidità istituzionale di cui sopra fa sì che non ci siano davvero più motivi per non arrivare a un'accelerata definitiva. In questa partita, la Lega Pro avrà un ruolo cruciale: buon lavoro presidente Marani.