DA REAGAN A PIAZZA. GLI USA NON SORRIDONO A REGGIO EMILIA. IN 2 ANNI L'EX STELLA DEL BASEBALL PASSA DALL'ACCLAMAZIONE ALLA FUGA, LASCIANDO LA CITTÀ (PROBABILMENTE) SENZA UNA SQUADRA

29.06.2018 00:00 di  Tommaso Maschio   vedi letture
DA REAGAN A PIAZZA. GLI USA NON SORRIDONO A REGGIO EMILIA. IN 2 ANNI L'EX STELLA DEL BASEBALL PASSA DALL'ACCLAMAZIONE ALLA FUGA, LASCIANDO LA CITTÀ (PROBABILMENTE) SENZA UNA SQUADRA
TMW/TuttoC.com

“Grazie Reagan, ora bombardaci Parma” così diceva una vecchia scritta di fine anni '80 degli ultras della Reggiana (gli Ultras Ghetto per la precisione) dopo i bombardamenti americani su Tripoli. Una scritta ricordata in tempi recenti da una canzone del gruppo reggiano Offlaga Disco Pax (se non li conoscete siete sempre in tempo per rimediare) per i quali, tutti tifosi della Reggiana a partire dal cantante Max Collini, quella scritta segnò la fine di un'epoca (per sapere il perché ascoltate “Piccola Storia Ultras”). Quell'intervento americano per eliminare i rivali storici non si concretizzò mai ovviamente, sarebbe stato difficile del resto pensare che potesse accadere, ma in qualche modo dagli USA circa trent'anni dopo è arrivato quello che sembrava un aiuto per riportare il club emiliano in alto e magari battere sul campo i cugini parmigiani che erano appena stati promossi in Serie C dopo il fallimento dovuto alla gestione Leonardi-Ghirardi (con parentesi Manenti).

Nel giugno 2016 infatti sbarcava a Reggio Emilia Mike Piazza, imprenditore italo-americano e gloria del Baseball a stelle e strisce, che aveva provato – ironia della sorte – ad acquistare proprio il Parma dopo il fallimento virando poi verso la Reggiana. Un arrivo trionfale, accolto da oltre tremila persone in piazza, che sembrava essere l'inizio di una grande storia d'amore e di successi. Nel breve giro di due anni però tutto è precipitato come peggio non si poteva ipotizzare: le spese per costruire una squadra che potesse essere promossa in Serie B – obiettivo fallito in entrambe le annate con strascichi polemici – sono infatti finite fuori controllo anche a causa dei contenziosi con la Mapei per l'affitto dello stadio, di proprietà del Sassuolo. Ma non solo. Nell'ultimo anno a fronte di introiti per meno di quattro milioni di euro i costi sono arrivati a quasi dieci milioni con un saldo negativo di sei milioni di euro che hanno appesantito ulteriormente una situazione societaria già deficitaria che negli anni di gestione Piazza ha visto i costi praticamente raddoppiati. Una situazione non più sostenibile, vista anche la mancanza di supporto da parte dell'imprenditoria locale, che ha visto aumentare progressivamente anche i debiti verso fornitori ed erario portando alla fine Piazza a gettare la spugna annunciando la volontà di non iscrivere più la squadra in Serie C spingendola così verso un fallimento difficilmente evitabile visto il pochissimo tempo per vendere eventualmente la società a un imprenditore che possa iscriverla, visto che il 30 giugno scadono i termini per presentare la domanda con garanzie economiche annesse.

Dopo il Modena all'inizio della passata stagione e il Cesena schiacciato da debiti tali (circa 70 milioni) da rendere vano qualunque tentativo di spalmarli di concerto con l'Agenzia delle Entrate, l'Emilia rischia di perdere un'altra grande del suo calcio – con le piccole SPAL e Sassuolo si godono un posto al sole in Serie A – che non è detto neanche riesca a ripartire dalla Serie D (dove potrebbe profilarsi un derby contro il Modena o il Cesena, non entrambe visto che le tre emiliano-romagnole difficilmente saranno inserite nello stesso girone). Per farlo, oltre che un compratore, servirebbe infatti l'intervento del sindaco Luca Vecchi, che si sta spendendo molto per salvare il salvabile e non vedere sparire la squadra cittadina. Dagli anni '80 del 900 a quelli '10 del nuovo millennio resta un dato incontrovertibile nella (ex) rossa Reggio Emilia gli interventi (auspicati e non) a stelle e strisce non sorridono ai tifosi.