IN LEGA PRO E' IL MOMENTO DELLE ANALISI. SUL CAMPO E NEGLI UFFICI. MONZA E REGGINA DOMINANO, VICENZA LOTTA. ECCO TUTTI I NUMERI DEL GIRONE D'ANDATA. DEFISCALIZZAZIONE: E SE LA A E B SUPPORTASSERO LA LORO SORELLA MINORE?

20.12.2019 00:00 di  Luca Bargellini  Twitter:    vedi letture
IN LEGA PRO E' IL MOMENTO DELLE ANALISI. SUL CAMPO E NEGLI UFFICI. MONZA E REGGINA DOMINANO, VICENZA LOTTA. ECCO TUTTI I NUMERI DEL GIRONE D'ANDATA. DEFISCALIZZAZIONE: E SE LA A E B SUPPORTASSERO LA LORO SORELLA MINORE?

A cose normali nella serata di oggi avrebbe preso il via il girone di ritorno di Serie C. A cose normali. Tradotto: niente che riguardi la terza serie. Questa sosta forzata del campionato, imposta direttamente dalla Lega Pro in segno di protesta nei confronti dei mancati provvedimenti del Governo in materia di defiscalizzazione, ha però il vantaggio di permettere un’analisi più profonda di quanto avvenuto nelle prime 19 giornate del torneo. Analisi basata sui numeri, sulle statistiche, su quanto di più vicino alla verità dei fatti si possa trovare.

Girone A, Monza ma non solo - Volendo trovare nome e cognome del “proprietario” del primo girone di Serie C sarebbe facile pensare al Monza. Un dominio, quello della formazione di Cristian Brocchi sancito dai numeri della prima parte di campionato: maggior numero di punti (46), maggior numero di vittorie (14), minor numero di sconfitte (1), miglior attacco (37 gol segnati) e miglior difesa (11 gol subiti). A tutto questo si deve aggiungere che la distanza dalla prima inseguitrice, il piccolo grande Pontedera, è di dieci lunghezze. Ed è proprio dalla Toscana che si allarga a macchia d’olio tutto ciò che di altro ha da offrire il Girone A. Pontedera, infatti, è l’antitesi perfetta del Monza pigliatutto. Un club fatto di giovani talenti contro un club che ha speso oltre dieci milioni di euro per costruire la rosa. Una dirigenza da anni in grado di salvare la categoria contro una che vede nella Serie C solo una fase transitoria della sua nuova epopea targata Berlusconi. Finito qui? Assolutamente no. Perché il girone ha anche il capocannoniere che non ti aspetti. Tavano, Maccarone, Arrighini, Mota Carvalho, Finotto, Brighenti ed Eusepi sono solo alcuni dei bomber più gettonati del raggruppamento, ma nessuno di loro è il principe del gol. Questo alloro tocca, infatti, a Saveriano Infantino centravanti classe 1986. Tornato a Carrara dopo quattro anni l’ex Catanzaro, Matera e Teramo ha stupito tutti con le sue 11 reti in 17 partite, con una media di un gol ogni 111’. Non male per un underdog.

Girone B, Rosso Boys in vetta. Tre le rivali - Il percorso del Vicenza nella prima parte di stagione ricalca abbastanza fedelmente quanto fatto dal Monza, nonostante le differenze siano evidenti. Soprattutto nel budget ma non solo. Le rivali della società di Renzo Rosso sono, infatti, più vicine sia in termini di punti in classifica (il Carpi è solo a quattro lunghezze) che di possibilità economiche. Reggiana e Padova, su tutte, sono società rinnovate recentemente e molto ambiziose. Tanto che non è assolutamente da escludere che a gennaio facciano nuovi investimenti per continuare la rincorsa alla Serie B. In coda, invece, spicca il -12 rispetto alla passata stagione di un Rimini che per tutta l’estate ha cercato pace a livello societario e che solo da qualche settimana pare aver trovato quello che serve per concludere la stagione in maniera equilibrata.
Sui numeri dei singoli, invece, non spicca tanto il ruolo di capocannoniere di Daniele Paponi a Piacenza (anche alla Juve Stabia aveva dimostrato di essere decisivo in questa categoria prima di essere messo alla porta dalla Vespe subito dopo la fine della festa promozione) quanto quello di assistman principe nelle mani di Jari Vandeputte. Anche qui le qualità del belga erano acclarate da tempo ma occorre dare merito alla dirigenza del Vicenza per averlo cercato con insistenza. Fino all’ultimo giorno di mercato. Con la Viterbese che oggi si mangerà ancor più le mani.



Girone C, allori e polvere. Ambizioni e crisi - Il raggruppamento del sud-Italia di quest’anno ha in se tutto il meglio e il peggio di quanto visto in terza serie negli ultimi anni. Da un lato ci sono le ambizioni della Reggina di Luca Gallo. Una società che per bocca del suo presidente punta a vincere sia la Serie C che la B nel giro di poco tempo. Una squadra, quella allenata da Domenico Toscano che nel girone d’andata della stagione in corso ha messo a referto 26 punti in più rispetto allo stesso periodo dello scorso campionato. Un club che nel giro di pochi mesi è stato in grado di mettere in riga società come Catania, Catanzaro, Casertana, Bari e Ternana dando anche la sensazione di non durare neanche così tanta fatica. La stessa leggerezza che il suo capocannoniere, Simone Corazza, ha messo in evidenza nel segnare i suoi 14 gol in campionato. L’altro rovescio della medaglia per quanto riguarda il girone è rappresentato dai problemi societari di alcuni club. Dal recentissimo passato dell’Avellino (in bocca al lupo alla nuova proprietà e al dg Nello Martone persona seria e preparata) al presente di un Rieti ancora alla ricerca di se stesso, ma sopratutto di un futuro credibile.

In chiusura voglio tornare a parlare di ciò che ha mosso tutta la mia analisi: il blocco al campionato di Serie C. Francesco Ghirelli pochi giorni or sono ha chiesto un segnale dalle autorità che però non è arrivato. Ecco allora la serrata. Che però probabilmente non avrà un risultato diverso da quello dell’aver ritardato il via alla seconda parte di stagione. La Serie C, purtroppo, anche nei suoi momenti di viva protesta non fa rumore. In questo senso la A e la B hanno una cassa di risonanza molto più potente rispetto alla loro sorella più piccola che da sola rischia di non ottenere nulla. A questo punto, però, augurarsi un segnale di supporto dalle serie maggiori è così fuori dal Mondo? E non per mero tornaconto, come alcune parole arrivate dalla cadetteria hanno chiaramente lasciato intendere, ma per solidarietà di sistema. Per trovare un futuro comune.

Illuso? Sì probabilmente. E me ne vanto.