Riammissione o ripescaggio? A volte la differenza è ingiusta. L'importanza dei dirigenti. Al Sud cercasi big

04.07.2022 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Riammissione o ripescaggio? A volte la differenza è ingiusta. L'importanza dei dirigenti. Al Sud cercasi big
TMW/TuttoC.com

Due bocciate dalla Covisoc: poteva andare peggio, ma non è un brutto risultato, visti i precedenti e il momento storico. Poteva andare peggio, in passato è andata peggio. Teramo e Campobasso proveranno ora la strada dei ricorsi: ci credono soprattutto i molisani che continuano anche a lavorare sul mercato, mentre che in Abruzzo la situazione fosse disperata era cosa ben nota e preventivata. Anche se la speranza è l'ultima a morire. Raramente, comunque, i verdetti della Covisoc sono stati ribaltati tramite i ricorsi: nulla vieta di provarci.

Se i posti liberi resteranno due, ci si fionderanno Fermana e Torres. C'è da lavorare per sistemare i dettagli, ma sono le due squadre più fiduciose per quel che è emerso finora. I marchigiani passano avanti alla Pistoiese, perché quest'ultima è stata già ripescata negli ultimi cinque anni e quindi non può tentare questa strada. Sarebbe stata tra le prime, viceversa, in caso di riammissione. E qui emerge una piccola-grande ingiustizia di questa distinzione, che ha ovviamente molto senso di esistere dal punto di vista logico e giuridico, ma nella pratica a volte genera problemi.


Nello specifico, come detto era cosa ben nota che una delle due domande poi bocciate dalla Covisoc - quella del Teramo - avesse pochissime possibilità di ottenere risposta positiva. È stata presentata e accettata comunque, anche se pure i muri sapevano che l'iscrizione al prossimo campionato era quasi utopia. A scanso di equivoci: se poi il ricorso ci smentirà, saremo ovviamente felicissimi per gli amici teramani. Per ora, non ha torto a dolersi la Pistoiese, esclusa dalla possibilità di partecipare al prossimo campionato per un aspetto puramente formale come la presentazione o meno di una domanda d'iscrizione, ancorché con bassissime chance di successo. Nell'altro caso, quello del Campobasso, pare che il tutto sia da ricondurre a un pasticcio - i legali del club ovviamente non lo definiscono tale - da sessantamila euro o giù di lì. In attesa di una ricostruzione più approfondita (la leggerete nelle prossime ore su queste pagine, o un nostro collaboratore di cui non faremo il nome, S.D., sarà fantozzianamente protagonista in sala mensa), è una vicenda che riaccende i riflettori su un tema emerso già per le cinque bocciature della scorsa stagione: quanto sia cruciale, per i club, formare la propria classe dirigente. Poi uno sbaglio - se così è stato - può capitare a tutti, ma allargando lo sguardo si vedono spesso dirigenti che farebbero meglio a ripassare da Coverciano. E non stiamo parlando del Campobasso, intendiamoci, ma ci si sta spostando sul mercato di tante altre società: molti ds lo fanno esclusivamente appoggiandosi a due-tre agenti amici; altri seguono ossequiosamente i desideri dei propri presidenti, salvo trovarsi senza poltrona quando poi le cose vanno male anche per questo; tanti ancora conoscono poco o nulla i giocatori. Non li seguono, non li guardano, s'affidano un po' al sentito dire e un po' al parere del procuratore amico, che però è ovviamente in conflitto d'interessi. I risultati, la differenza tra i bravi e i meno bravi, alla lunga viene fuori. Non sempre ripagata dal mondo del lavoro della Serie C: di ds bravi, in questo momento, ve ne sono diversi a spasso ed è abbastanza surreale.

A proposito di dirigenti bravi, bravissimi sono stati i ds di Bari e Palermo a cucire le squadre che hanno lasciato il girone del Sud senza due assolute protagoniste. Nel futuro raggruppamento più seguito della Serie C - e la questione meridionale, nel nostro calcio viva e vegeta, ha un peso in questo - sembra mancare a oggi un'ammazza-campionato come invece si potrebbe avere negli altri due gironi, almeno sulla carta. È presto, il mercato è appena iniziato e i gironi ancora da ufficializzare, ma non è detto arriverà. Si candidano Avellino e Catanzaro, le grandi deluse dalla scorsa stagione: dovranno fare i conti col Crotone, che ha grandi ambizioni e in questo momento deve anche fare i conti con gli sconti chiesti dal Milan per Messias. È un affare che può condizionare molto, nessun'altra società può incassare così tanto da una singola cessione.