RIETI E AVELLINO LE DUE SPINE DEL GIRONE C. IN LAZIO TORNA CURCI, MENTRE IN IRPINIA TUTTO APPARE CONGELATO. CON DE SARLO SULLO SFONDO DI ENTRAMBE LE PIAZZE. CASO FANESI? THE SAME OLD STORY

20.11.2019 00:00 di Tommaso Maschio   vedi letture
RIETI E AVELLINO LE DUE SPINE DEL GIRONE C. IN LAZIO TORNA CURCI, MENTRE IN IRPINIA TUTTO APPARE CONGELATO. CON DE SARLO SULLO SFONDO DI ENTRAMBE LE PIAZZE. CASO FANESI? THE SAME OLD STORY
TMW/TuttoC.com

Un mese esatto. Tanto è durata in casa Rieti l'avventura della Italdiesel alla guida del club. Un mese nero, nerissimo e da dimenticare in cui la nuova società fin dalle prime settimane aveva mostrato qualche problema di liquidità tanto che già a inizio mese si parlava di possibili ingressi societari per rimpinguare prima che i dubbi, diventati presto realtà, sul mancato pagamento degli stipendi facessero precipitare la situazione coi giocatori che entravano in sciopero – supportati dallo staff tecnico – fino a non presentarsi in campo contro la Reggina. Una gara quella contro i calabresi che poteva trasformarsi in farsa (come accadde alla Pro Piacenza lo scorso anno), ma che per fortuna non si è giocata evitando di aggiungere la beffa al danno. A chiudere il cerchio ci ha pensato oggi Riccardo Curci, l'ex patron che proprio un mese fa vendette il club reatino, che dopo aver annunciato nei giorni scorsi di voler scongiurare il fallimento si è ripreso il club e nei prossimi giorni adempierà a tutte le obbligazioni (leggasi pagamento di stipendi, fornitori e quant'altro per un totale di circa 300mila euro) riguardanti il club e riporterà il sereno, o almeno così si spera.

Ma fino a quando tutto ciò? È una domanda da porsi perché onestamente suona strano che chi un mese fa aveva ceduto la società si ripresenti ora come salvatore della patria. Se un mese fa Curci, che avrà avuto le sue buone motivazioni non lo metto in dubbio, ha deciso di mollare la presa perché ora ha fatto marcia indietro e si è ripreso il club. È stato solo ingenuo nel credere che Italdiesel fosse una buona scelta (una società ricordiamolo che solo pochi giorni dopo l'acquisto già cercava soci) o c'è qualcosa che al momento è sfuggito dai radar anche dei giornalisti più esperti e avvezzi nello studiare le carte? Domande a cui il vecchio-nuovo patron amarantoceleste dovrà rispondere per fugare ogni dubbio su una cessione che nasconde ancora tanti punti oscuri. Così come dovrà chiarire se Antonio De Sarlo, proprietario della Ap Green, è davvero interessato ad acquistare - in toto o in parte – il club ora che è tornato nella mani di Curci.

De Sarlo. Un nome che torna anche per un'altra situazione spinosa, anche questa nel Girone C, come quella di Avellino dove la società rischia un nuovo tracollo dopo essere rinata appena un anno fa. L'imprenditore è stato infatti accostato anche al club irpino (avrebbe offerto 1,1 milioni per il pacchetto azionario) che non vive un buon periodo a causa dei problemi finanziari della Sidigas – che potrebbe presto vedere arrivare altre tre istanze di fallimento oltre a quella già in corso – che oggi ha visto rinviare al 3 dicembre l'udienza per la presentazione del piano di risanamento. Una situazione che potrebbe bloccare ogni trattativa fino a inizio dicembre mettendo ancor più a repentaglio il futuro dell'Avellino. Oltre a De Sarlo c'è anche un'altra cordata interessata dove figura anche Nicola Di Matteo, un nome che dalle parti di Mantova ricorderanno bene e che in passato, quando era a Teramo, salì agli onori della cronaca per la frase “la camorra è una scelta di vita” (a cui poi fece seguito una nota in cui si parlava di fraintendimento). Non un grande biglietto da visita comunque la si voglia vedere. Il caso vuole che proprio nel prossimo turno il calendario metta di fronte proprio le due squadre in una sfida fra pericolanti non solo per la classifica.

Vi rubo ancora due minuti per un aggiornamento sulla vicenda di Luca Fanesi, il tifoso della Sambebedettese che rimase ferito al termine della partita Vicenza-Samb del 5 novembre 2017. Un ferimento – anche se Fanesi, che porta sul corpo e sulla testa soprattutto segni indelebili, ha sempre sostenuto di essere stato picchiato dagli agenti presenti allo stadio - che al momento resta senza colpevoli dopo la decisione del Gip di Vicenza di accogliere la richiesta di archiviazione avanzata dai pm titolari dell'inchiesta. La solita vecchia storia che abbiamo imparato, purtroppo, a memoria. Si tratti di stadio, piazza, strada, galera e la lista potrebbe continuare. Una storia che però non finisce qui perché Luca Fanesi, la sua famiglia e il suo avvocato Fabio Anselmo (lo stesso del caso Cucchi) promettono battaglia fino alla Corte Europea di Strasburgo per conoscere la verità su quanto successo due anni fa all'esterno del Menti. E, almeno personalmente, mi unisco a questa richiesta affinché il nome di Luca non debba aggiungersi a una lista fin troppo lunga di uomini e donne che non hanno avuto giustizia per quanto è loro accaduto.