Forli, Docente a TLP: "Soddisfatto di aver toccato quota dieci gol. La Juve? Vi spiego come è andata"

Forli, Docente a TLP: "Soddisfatto di aver toccato quota dieci gol. La Juve? Vi spiego come è andata" TMW/TuttoC.com
Emilio Docente, Forlì FC
© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com
sabato 3 maggio 2014, 23:00Interviste ESCLUSIVE
di Francesco Ferrari

E' anche grazie ai gol di Emilio Benito Docente, dieci in totale di cui l'ultimo segnato domenica scorsa nella vittoria ottenuta sul campo del Delta Porto Tolle, che il Forlì è ancora in corsa per entrare tra le prime otto e nell'ultima giornata di campionato i romagnoli dovranno ottenere i tre punti contro la già retrocessa Pergolettese e sperare in alcuni risultati dagli altri campi. Per l'attaccante biancorosso la sua carriera si è sviluppata tra i campi della Lega Pro, dove ha ottenuto ben tre promozioni rispettivamente con Rimini, Ternana e Trapani, e quelli della Serie B, tra Messina, Avellino e Rimini. Adesso che  gioca in Seconda Divisone avrà la stessa passione nel giocare a calcio? Glielo abbiamo chiesto in un'intervista esclusiva che ha rilasciato a TuttoLegaPro.com

Contro la Pergolettese vi giocate una fetta molto importante del vostro campionato.

"Certamente: noi dobbiamo assolutamente vincere per continuare a coltivare la possibilità di rimanere in terza serie. Anche  domenica scorsa eravamo in una situazione identica ma siamo stati bravi a espugnare il campo del Delta Porto Tolle. L'unico peccato sono stati i risultati dagli altri campi, per nulla favorevoli al Forlì".

Domenica, oltre a un occhio al campo, avrete un orecchio rivolto anche le altre gare?

"Noi siamo in campo e i dirigenti saranno gli addetti alle radioline (ride, ndr). Noi dobbiamo solo pensare a vincere e poi sperare che i risultati dagli altri campi ci siano favorevoli. Comunque andranno le cose noi non dovremo rimproverarci nulla perchè abbiamo fatto il possibile".

In questo momento siete matematicamente dentro i play-out...

"Si, era l'obiettivo minimo di questa stagione: in un campionato così anomalo non era semplice da raggiungere ma se domenica arrivassimo entro le prime otto sono sicuro che a Forlì in pochi sarebbero dispiaciuti". 

In questa stagione ha segnato dieci reti, è soddisfatto?

"Si, molto: l'ultima rete l'ho siglata domenica contro il Porto Tolle. Devo confessare che, essendo arrivato ad ottobre, mai avrei pensato di poter arrivare in doppia cifra. Sono contento perchè ho fatto più reti di quelle che mi aspettavo. Nel caso ci dovessimo salvare sarei molto felice perchè anch'io, come i miei compagni, avrei dato il mio piccolo contributo alla salvezza del Forlì".

L'arrivo di un giocatore come Cejas pensa che ha dato una mano al Forlì?

"Non devo di certo dire io quanto lui sia un ottimo giocatore. Maximilano lo conosco bene avendoci giocato insieme un anno a Terni: è un calciatore di personalità ed è bravo tecnicamente. Il suo approdo a Forlì è stato molto importante visto che ha dato una mano a me, nel segnare alcune reti, e non va dimenticato il contributo che ha dato alla squadra, che è molto importante".

Guardando la sua carriera, ha giocato tanti anni tra Lega Pro e Serie B.

"Si, ho giocato più anni in terza serie dove ho vinto tre campionati ed ho disputato la Serie B con quattro squadre differenti".

Ci può raccontare com'è stato il suo avvicinamento con la Juventus?

"Ero molto giovane all'epoca (nel 2003, a 19 anni), ed avevo Moggi come procuratore: la Juve mi vide, andai a Torino e parlai con la società che mi disse che sarei andato al Messina ma nel caso avessi giocato bene mi avrebbero riscattato". 

Non ha il rammarico di aver perso un’opportunità importante per la sua carriera?

"Ho avuto l’opportunità e l’ho colta al volo: per me la Juventus era un sogno e in quei giorni a Torino ho visto tutto, dai campi d'allenamento allo stadio, ma facevo fatica a rendermi conto di quella situazione. A Messina ho dato il 100% ma purtroppo non è bastato per andare alla Juventus. Diciamo che ho preso il treno ma non è andato nella direzione giusta". 

Cosa rappresenta per lei il calcio?

"Mio padre era un giocatore di calcio, in categorie inferiori, e sono cresciuto con la palla tra i piedi fin dalla più tenera età: quando ero bambino non ho mai pensato di guadagnare dei soldi per vivere grazie al calcio perchè il mio unico obiettivo era avere un pallone da calciare. Poi quando crescevo, e si è iniziato ad intravedere qualcosa, ho iniziato ad impegnarmi ancor di più e solo in quel momento è maturata l'idea che il calcio diventasse un mestiere. Ho dato tutto me stesso in questi anni da calciatore e penso che gli stipendi ed il guadagno siano conseguenze del lavoro e dell'impegno. Però prima di tutto il calcio è un divertimento e sarebbe importante che questo lo capissero anche le nuove generazioni".

Secondo lei qual è la squadra più forte del girone?

"Penso che la squadra più forte che abbiamo incontrato sia il Bassano, una formazione che gioca un buon calcio ed è molto tosta da affrontare. La classifica è quantomai veritiera nei loro confronti".

Questo Forlì pensi che possa fare la sua figura nella Divisione Unica?

"In questo momento il nostro primo obiettivo è quello di salvarci, poi si vedrà: questa squadra è stata costruita pezzo dopo pezzo nell'arco di questa stagione e insieme a me anche altri giocatori sono arrivati a campionato in corso. Se quest’anno ci salvassimo penso che questa possa essere una solida struttura da cui ripartire".