Il diesse Vito Giordano a TLP: "Sono pronto a tuffarmi nel calcio maltese"

Il diesse Vito Giordano a TLP: "Sono pronto a tuffarmi nel calcio maltese"TMW/TuttoC.com
© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com
martedì 24 aprile 2012, 18:00Interviste TC
di Luca Esposito

E' balzata su tutti i quotidiani nazionali la notizia del possibile approdo nel campionato maltese di un volto noto del calcio italiano: Vito Giordano. Uomo di sport, non ha mai amato le etichette preferendo considerarsi un addetto ai lavori piuttosto che direttore sportivo o esperto di mercato, vivendo sempre con il profilo basso, dietro le quinte, facendo valere più il suo lavoro sul campo che le parole. Figura fondamentale del calcio campano e non solo, ha sempre fatto il bene delle squadre in cui ha lavorato, lasciando un segno oltre che per la competenza squisitamente calcistica anche per le doti morali e umane che ne hanno sempre contraddistinto la carriera professionale. Artefice del miracolo Juve Stabia nella stagione 2006/07, ha saputo far grandi anche realtà che in quel momento attraversavano un periodo difficile dal punto di vista economico. Ci provò anche a Nocera quando fu chiamato dal patron Gambardella per ripartire dopo la beffa con il Catanzaro, riuscendoci solo in parte. Poi le esperienze con Cavese ed Avellino, ora questa nuova possibile esperienza con il Quormi, squadra dell'omonimo quartiere di Malta, dove porterebbe con sè tutto il suo carisma e sapere calcisitco. Sintomo che il Made in Italy non passa mai di moda. TuttoLegaPro.com l'ha intervistato in esclusiva per parlare a 360° di questa nuova avventura:

Buonasera Direttore, partiamo dal principio. Dal suo primo arrivo in terra maltese...

"Si, ero andato in viaggio di piacere con un amico che conosco dai tempi della Juve Stabia, un ex calciatore. E' stato lui a presentarmi al presidente del Quormi, squadra che milita nella Serie A maltese, Mattew Fenech. E' stato un incontro importante per me, da là è nata una sintonia incredibile con il presidente, ci siamo capiti subiti e trovati d'accordo su numerosi punti".

E' nata una scintilla e poi?

"Poi siamo andati a cena una sera e abbiamo discusso del programma possibile. Il Quormi è una squadra importante, rivale della Valletta (squadra detentrice dello scudetto maltese ndr) dove peraltro lavora un altro italiano come direttore sportivo, Mauro Di Lello. E' nata una simpatia istantanea, siamo due molto simili, decisi e orgogliosi e per questo ci siamo subito intesi. E' un presidente ambizioso, un uomo che ama il calcio e sono caratteristiche fondamentali".

Avete stilato un primo programma?

"Si, ma agli inizi di Maggio ho sull'agenda un nuovo viaggio a Malta per definire gli ultimi dettagli, inoltre il presidente vuole farmi vedere una partita del Quormi in questo campionato. E' molto deluso per l'andamento della squadra, si aspettava una stagione diversa e vogliono subito rifarsi. Ho un progetto per i giovani, credo che nel campionato maltese tanti ragazzi, dal '91 al '94, possano far bene e migliorarsi in ottica futura. Può essere un trampolino di lancio ed una scuola di formazione per nuovi talenti. Inoltre vorrei puntare su un allenatore italiano, navigato, che possa portare la giusta esperienza in questo campionato. Le posso dire che ho già in mente di portare a Malta un giovane interessante classe 1994". 

Solo italiani o punterete su un mercato globale?

"La federazione maltese ha in progetto di aumentare il numero dei calciatori stranieri da poter utilizzare (da 4 a 5 ndr), inoltre è un campionato molto ricco di calciatori di qualità. Penso soprattutto ai brasiliani e ai nigeriani che sono in tante squadre".



Torniamo a lei, il suo rapporto con questa nuova realtà. Quanto le sarà utile il suo grandissimo bagaglio d'esperienza accumulato in oltre trent'anni di lavoro sul campo?

"Penso che possa essere molto utile, Quormi è un quartiere ricco dove non si parla altro che di calcio e di questo mio arrivo. Ciò mi dà tante responsabilità  e  mi sprona anche a fare bene per il prossimo campionato. Il presidente prima di concedermi questo onore si è informato su di me. Voglio far bene e portare il Quormi a giocarsi il campionato con La Valletta".

Passando al calcio nostrano, non possiamo che sfruttare la sua conoscenza calcistica per avere qualche nome su cui puntare per il futuro. Lei ha scoperto calciatori come Marotta, Benassi, ci dica qualche giovane dal futuro roseo in questa Lega Pro...

"Ci sono tanti giovani di talento, penso a Falco del Pavia, Casiraghi della Tritium, Migliorini del Chieti. Abbiamo diversi talenti nel nostro calcio. Anche a Malta ci sono calciatori che se non vengono seguiti a dovere finiscono con il disperdere il loro talento".

Lei, nella sua lunga carriera, ha dei rimpianti su qualche calciatore che non è riuscito ad emergere nonostante la bravura?

"Certo Le dico tre nomi: Prisciandaro della Cavese, un ragazzo che aveva delle qualità enormi ma non ha mai trovato un allenatore adeguato. Orolunleke, nigeriano che portai a Nocera, un calciatore anche sfortunato perchè in Serie A c'era arrivato, con il Messina, giocando anche contro il Milan e marcando un certo Shevchenko. Poi un brutto infortunio gli ha bruciato la carriera. Un altro episodio è legato ad un certo Antonio Di Natale, calciatore che ora è ai vertici della Serie A e che io volevo portare nella Cavese quando giocava nelle giovanili dell'Empoli. Già allora vidi l'enorme potenziale di questo ragazzo, ma la società toscana preferì girarlo al Varese in C1 anzichè a noi e l'anno successivo al Viareggio. E' uno dei miei rammarichi maggiori".  


Chiudiamo parlando della tragedia che ha colpito il mondo del calcio, la scomparsa prematura di Piermario Morosini. Quali sono i consigli che può dare un uomo della sua esperienza al movimento calcistico in questo momento?


"E' stata una vicenda che mi ha addolorato profondamente e sconcertato. E' impensabile come si debba morire in situazioni del genere mentre si sta giocando una partita di calcio. Sono d'accordo con Macalli però ritengo che la Lega debba fare un'opera di controllo più approfondita, come si fa per l'antidoping ovvero intervenire di tanto in tanto ad effettuare dei controlli nelle società. E' vero che i club si accolleranno spese ulteriori ma la vita di un individuo non ha prezzo. Io quando giocavo, nella stagione 73-74 fui fermato per un'aritmia, è il segno che i problemi c'erano, ci sono e ci saranno sempre. E' proprio per questo motivo che la Lega Calcio deve vigilare, per evitare altre tragedie".