INTERVISTA TC - Galassi: "E pensare che Sensi doveva rimanere in C..."

16.09.2019 16:00 di Sebastian Donzella Twitter:    vedi letture
Stefano Sensi
TMW/TuttoC.com
Stefano Sensi
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Stefano Sensi si è preso l'Inter sulle spalle, tra gol e prestazioni convincenti. Il passato del centrocampista nerazzurro, però, fu tutt'altro che semplice, soprattutto a causa della sua altezza. TuttoC.com ha intervistato Andrea Galassi, ex direttore, tra le altre, di Cesena, Parma e San Marino, per ricordare il lungo cammino di Sensi verso la vetta della Serie A.

Come lo ha scoperto?
"Capitò per caso. Ero appena arrivato al settore giovanile del Cesena. Giocammo contro il Rimini e c'era questo ragazzino di 15 anni che faceva delle cose assurde: sapeva cosa fare prima ancora che la palla arrivasse sui suoi piedi. Il tutto con una qualità fuori dal comune. L'unica cosa negativa che saltava subito agli occhi era l'altezza. E in un calcio molto fisico poteva essere un problema, anche se gente come Messi e Xavi è arrivata sul tetto del mondo. Ricordo che andai a parlare coi genitori per convincerli, non fu facile visto che c'erano tanti club sulle sue tracce. Il suo procuratore all'epoca mi disse che Atalanta e Genoa erano interessate al ragazzo".

Ma riuscì a convincerlo...
"Già, puntai molto sul fatto che Cesena era molto vicino casa e per un ragazzo così giovane non bisognava prendere sotto gamba il problema della distanza. Arrivò nel 2009, era uno dei pochi in convitto. In bianconero giocò per tre anni, arrivando fino alla Primavera. Poi andò al San Marino in prestito perché l'ex vicepresidente del Cesena, che nel frattempo era diventato presidente dei Titani, ovvero Luca Mancini, era innamorato di lui. Il secondo anno arrivai anch'io nella Repubblica e lo ritrovai, ancora in prestito".

E qui Sensi conosce la Serie C.
Era un giocatore bravissimo ma poco concreto, soprattutto davanti. Lavorammo su questo suo limite e nel girone di ritorno esplose. Giovedì alle partitelle avremmo dovuto far pagare il biglietto per le giocate che tirava fuori. Il terzo anno, infine, mister Drago lo trattenne a Cesena: il club voleva mandarlo in prestito nuovamente in C, probabilmente al Santarcangelo, perché il San Marino era retrocesso in D. E qui va grande merito al tecnico bianconero di allora che ne aveva intuito le potenzialità: Stefano, aiutato dal gioco palla a terra di Drago, si fece notare dal Sassuolo. La storia, poi, la conosciamo tutti..."

Incredibile ma vero: Sensi è retrocesso in D. E non era il solo...
"Già, con lui c'erano anche Diawara e La Mantia. Quell'anno arrivai a metà stagione, il campionato era in parte compromesso. In squadra c'erano giovani di gran valore ma il livello complessivo non era altissimo. Col mercato cambiarono un bel po' di cose e, infatti, arrivammo anche vicini alla salvezza con un girone di ritorno super. Purtroppo, però, pagammo una prima parte di stagione con pochissimi punti".

Il paragone con Verratti è il più gettonato. Lei che ne pensa?
"Stefano è più duttile: ha più gamba quindi può fare bene anche la mezzala o il trequartista, non solo il regista davanti alla difesa. Anche per questo credo che piaccia molto a Conte".

Lo sente ancora?
"L'ultima volta un anno e mezzo fa. Non mi va di cercarlo adesso che è un giocatore famoso. Però fa sicuramente piacere ricordarmelo da ragazzino e sapere che è arrivato così in alto. Onestamente non era facile pronosticare che avrebbe giocato nell'Inter ma ero sicuro avrebbe fatto grandi cose".

Passiamo alla C del presente.
"Sto seguendo molto il Girone B per vicinanza geografica. L'organico del Vicenza mi sembra abbia qualcosa in più degli altri, con il Padova subito dietro. La Triestina, anche se non ha fatto bene a Cesena, è pronta a insidiare i primi posti. E non dimentichiamo la Feralpisalò".

E le romagnole come le vede?
"Il Cesena è una squadra giovane: probabilmente potrebbe pagare l'inesperienza dei più giovani che, però, sono molto interessanti. Bisogna capire se riuscirà a mantenere un rendimento costante. Il Ravenna ha una rosa discreta, pronta a una salvezza tranquilla. L'Imolese, dopo un campionato straordinario, ha qualche difficoltà in più: tanti giovani, servirà trovare la giusta quadratura. Il Rimini è migliore rispetto a un anno fa e può centrare la salvezza, se non si fa del male da solo e se non si fa distrarre dalle problematiche esterne. Il clima è più sereno adesso rispetto a un mesetto fa però non è ancora del tutto una piazza tranquilla".

Galassi che fa?
"Al momento giro e vedo molte partite. Mi piacerebbe trovare un progetto giusto come lo trovai a Parma, quando vincemmo il campionato di Serie D senza perdere nemmeno una partita, anche se poi in C non andò come sperato. Oppure un'esperienza come quella di Cesena, quando arrivammo in A. Nel calcio tutto cambia velocemente, chissà che non arrivi qualcosa di nuovo a breve".