INTERVISTA TC - Mastalli: "Juve Stabia nel cuore, pronto a sposare progetti importanti"

INTERVISTA TC - Mastalli: "Juve Stabia nel cuore, pronto a sposare progetti importanti"TMW/TuttoC.com
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martedì 1 agosto 2023, 10:30Interviste TC
di Luca Esposito

Un grande avvio di carriera con la maglia della Juve Stabia, laddove giovanissimo vinse il campionato di Lega Pro indossando la fascia di capitano. Il pubblico di Castellammare lo elesse idolo indiscusso, lui che seppe essere trascinatore e che contribuì al grande salto con giocate spettacolari soprattutto sui calci piazzati. Nel momento più importante, però, ecco una serie di infortuni che rischiavano di pregiudicare la sua ascesa e che non gli hanno permesso di scendere in campo con continuità. A Lucca Alessandro Mastalli ha avuto la possibilità di rilanciarsi: 37 presenze, 4 gol, tanti assist e tanta fiducia da parte del tecnico Maraia. Il calcio, però, spesso racconta storie curiose e apparentemente contraddittorie. I toscani lo hanno acquistato quando qualcuno palesava perplessità rispetto alle condizioni fisiche però poi non lo hanno riconfermato ora che è tornato ad essere il centrocampista completo e di spessore che tutti conoscevamo. In attesa di una chiamata, l'ex Avellino ha rilasciato una intervista esclusiva alla redazione di TuttoC.

Qualche stagione difficile soprattutto a causa di tanti infortuni, poi il rilancio in quel di Lucca. Un bilancio sul precedente campionato?

"Dal punto di vista personale sono molto contento. Ero reduce da un'annata molto particolare ad Avellino e avevo voglia di rilanciarmi per mostrare le mie qualità. La Lucchese mi ha voluto fortemente e questa cosa mi ha dato la carica giusta per rimettermi in gioco. E' stata una stagione assolutamente positiva, ho giocato con continuità e non ho avuto nessun problema dal punto di vista fisico. Ho segnato qualche gol e ho dato il mio contributo tornando a buoni livelli. So quello che posso dare, posso ritenermi soddisfatto".

E poi lei è uno specialista delle palle inattive...

"E' vero, anche se poi l'anno scorso ho segnato quasi sempre su azione. E i gol potevano essere almeno 8-9, mi piace essere parte integrante della fase offensiva".

Facciamo un passo indietro. Un avvio di carriera super, poi l'infortunio proprio quando si erano spalancate con pieno merito le porte della serie B.

"Se devo essere onesto è stato il periodo più brutto della mia carriera. Avevo vinto il campionato a Castellammare da capitano e potevo consolidarmi in cadetteria, purtroppo mi sono imbattuto in uno degli infortuni peggiori: la rottura del legamento crociato. E' stata una brutta batosta dal punto di vista psicologico. Quel che conta, però, che oggi sto bene. A Lucca sono sceso in campo 37 volte su 38, spesso da titolare. Sono stato sempre a disposizione, ho dato il mio contributo. E voglio ripartire alla grande, sposando progetti ambiziosi".

E poi c'è suo padre che le ha insegnato tanto...

"La passione per il calcio è qualcosa che fa parte della nostra famiglia, mio padre è stato un ottimo giocatore e Bologna e Catania sono le due piazze nelle quali si è imposto di più. Io ho cercato di essere alla sua altezza e mi sono imposto al Sud, colgo l'occasione per ribadire il mio grande affetto nei confronti della Juve Stabia. E' una piazza che resterà sempre nel mio cuore".

Lì un giovanissimo Mastalli seppe fare da subito la differenza.

"Sono arrivato a Castellamare a 19 anni, due stagioni dopo indossavo già la fascia di capitano pur essendo giovanissimo. Fu una scelta di mister Caserta. Vincemmo il campionato e avevo coronato il mio sogno di confrontarmi con un il torneo di serie B che amo e che ha sempre un fascino particolare. Poi l'infortunio e i rimpianti. Ma i bei ricordi non si cancellano".

Si aspettava che Caserta potesse far così bene da allenatore?

"Conosco benissimo il mister. Nel mio primo anno a Castellammare era il collaboratore del tecnico Fontana, poi ha preso la guida della prima squadra e abbiamo vinto il campionato di serie C. Non mi sorprende stia facendo una buona carriera, ci ricordava spesso che provenire dalla grande scuola dell'Atalanta potesse essere un valore aggiunto e anche per questo lo seguivamo sempre con fiducia, attenzione ed interesse. Si percepiva avesse potenzialità importanti, sono convinto che possa arrivare ancora più in alto".

Come si spiega che un giocatore del suo livello sia ancora svincolato?

"Devo essere sincero: mi sarei aspettato una chiamata. Anzitutto da parte della Lucchese. Lì ho fatto bene, ho giocato tutte le partite, ho segnato 4 gol e mi sono messo a disposizione. Quando arrivi al primo di agosto, manca un mese alla chiusura del mercato e i vari ritiri sono quasi terminati è normale abbattersi e chiedersi come sia possibile essere ancora a casa. Credetemi, dal punto di vista psicologico non è facile. So, però, che non devo accantonare i miei sogni nel cassetto. Ho tanto da dare, vorrei giocare fino a 40 anni. Il calcio insegna che, nel bene o nel male, tutto può cambiare in un minuto. Sta a me farmi trovare pronto quando questa chiamata arriverà".

Da ex Juve Stabia e Avellino le piacerebbe essere acquistato da un club che giocherà nel girone C?

"Mi farebbe piacere tornare a giocare nel girone C, un campionato che si preannuncia altamente competitivo e pieno di piazze storiche e calde. Nella mia carriera ho avuto la fortuna di lottare sempre o per la vittoria diretta del campionato o per la qualificazione ai playoff. Farlo nel raggruppamento meridionale sarebbe uno stimolo in più, anche perchè lo conosco benissimo".

Sua moglie è giornalista, suo padre è un ex calciatore. Quanto conta il loro sostegno?

"Sicuramente il loro appoggio è importante per me, in momenti difficili come questo rappresentano ancor di più un punto di riferimento. Mi invitano a non mollare, mi sostengono e li ringrazio. Durante una stagione può capitare un calo o una fase no, ma l'aiuto delle persone più care ti porta a ricaricare le batterie e a dare il massimo in ogni singolo allenamento e non solo nella gara della domenica. E' dura star fuori e aspettare quella chiamata che non è ancora arrivata. Io mi alleno quasi tutti i giorni, ma la quotidianità del campo, dello spogliatoio, della partita, degli esercizi col pallone ti manca. E' inevitabile. Fisicamente mi sento pronto, lavoro quotidianamente e seguo un programma personalizzato. Gli infortuni sono alle spalle. Vedremo cosa mi riserverà il futuro".