INTERVISTA TC - Rozzio: "Reggiana in B, io ci ho sempre creduto"

24.07.2020 17:00 di Raffaella Bon   vedi letture
INTERVISTA TC - Rozzio: "Reggiana in B, io ci ho sempre creduto"
TMW/TuttoC.com
© foto di Uff. Stampa Reggiana

Tra i protagonisti dello straordinario successo della Reggiana, volata in Serie B dopo la vittoria in finale playoff sul Bari, c'è sicuramente Paolo Rozzio. Il difensore è rimasto in granata dopo il fallimento del club nel 2018 e, con la nuova società, ha conquistato una storica doppia promozione. Il calciatore, intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoC.com, ha raccontato le sue emozioni. 

Pensavi che in due anni dal fallimento a oggi la Reggiana sarebbe potuta tornare in Serie B?
"Sì, io ci credevo. Perché sono rimasto proprio per non andar via con l'amaro in bocca, ci hanno tolto i quarti di finale col Siena nella maniera più indecorosa che potesse capitare. Una piazza come Reggio Emilia non lo meritava un fallimento, di dover ripartire dalla Serie D. Quello è stato il segnale che in un anno in due qualcosa di bello sarebbe arrivato. Nel calcio come nella vita tutto torna, tutto gira, bisogna solo pazientare un po'. Quest'anno è girato tutto per il verso giusto, ce la siamo sudata sul campo con l'aiuto di tutti, l'allenatore, lo staff. Fortunatamente siamo ripartiti dopo il lockdown perché sembrava non ci fossero possibilità di ripresa. Lì è stato un segno del destino. Io non ci credo tantissimo ma onestamente in questi giorni successivi alla promozione mi sono soffermato un attimo a ripensare a tutto. E anche se forse non c'entra il destino, in quattro anni che sono stato qui, dopo le eliminazioni con Alessandria e Siena, il fallimento, la ripartenza dalla D.. qualcosa di bello doveva accadere. Ovviamente se certe cose non fossero state messe in atto non sarebbe successo, la dedizione, l'impegno. Il destino lo ha voluto ma il destino te lo devi creare e noi siamo stati bravi a farci trovare pronti quando si è ripreso. Se stavamo meglio degli altri in questa fase finale è stato merito nostro, alcune cose ci sono andate anche bene ma a riguardare le partite è stato giusto così".

Avete avuto la meglio sul Bari che dai più era considerata la favorita per la vittoria finale.
"Ho sempre creduto che avremmo potuto batterli. Non sapevamo come si erano preparati loro alla partita ma sapevamo che andavamo ad affrontare una squadra molto forte, costruita per vincere il torneo senza passare dai playoff, con un budget societario importante, con l'idea, il pensiero, la responsabilità di dover vincere. A differenza nostra che non siamo partiti con quell'obiettivo. Ma il mister e il direttore sono stati bravi a costruire la squadra nel modo giusto, sin dal ritiro si è creato un feeling, i presupposti per arrivare a questo risultato. Al di là della posizione in classifica, che ci ha visto sempre secondi per tutto il campionato, per tutti questi mesi abbiamo mantenuto un'espressione di gioco e una sintonia che mi hanno fatto pensare che questo sarebbe potuto essere l'anno giusto. Nel calcio spesso se spendi tanto vinci, ma non sempre. Perché far combaciare tutto è difficile, le partite bisogna giocare. Essendo uno sport di squadra, la vittoria dipende da tanti fattori, e nella nostra hanno combaciato nel miglior modo possibile". 

A un certo punto sembrava il Carpi la quarta designata per la B, la cosa però non vi ha abbattuto.
"Non ci potevamo neanche credere che il Carpi potesse andare in B con un algoritmo. In quel momento lì eravamo tre squadre seconde: Reggiana, Bari e Carrarese. Sarebbe andata su un'altra squadra, tra l'altro con un numero di partite giocate diverso le une dalle altre. Suonava strano che con tre seconde classificate sarebbe andata in B una terza classificata. Noi siamo sempre stati dell'idea che bisognava giocarsela in qualche modo sul campo. Tre partite, cinque, una partita secca, non sapevamo neanche con quali modalità la Lega avesse fatto disputare i playoff. In quel momento lì comunque in piena emergenza coronavirus la ripartenza sembrava davvero lontana".

Cosa mi dici di mister Alvini, tra gli artefici di questo successo.
"Potrei dire tante cose. Partiamo dal presupposto che lo conoscevo bene perché quando ero a Pisa lui allenava il Tuttocuoio e ci ho giocato contro tante volte. Ricordo benissimo che con una squadra normale, quale era il Tuttocuoio all'epoca, la faceva giocare molto bene al caso. Poi lui andò a Pistoia e ci scontrammo di nuovo quando io arrivai a Reggio Emilia e lui era all'Albinoleffe. Ovunque è andato ha dato un'identità alla squadra e lo ha fatto anche in granata". 

Un commento su Augustus Kargbo, il vostro uomo del momento che ha deciso la finale?
"Quando è arrivato si vedeva che aveva una grandissima forza fisica e col passare dei mesi è migliorato tantissimo, tecnicamente e tatticamente. Abbinando questa sua esplosività ha fatto la differenza, soprattutto nei playoff. Dopo tanti mesi di inattività ha sentito la fatica meno degli altri e questo lo ha posto due gradini più su degli altri. E' un giocatore pazzesco".

Hai bissato la promozione col Pisa. Ti senti anche tu tra i protagonisti di questo successo?
"La vittoria di Pisa sicuramente me la porterà sempre nel cuore. Ma lì nei playoff giocai poco, questa vittoria la sento un po' più mia, sebbene anche quella fu una grande emozione. Di questa ancora faccio fatica a rendermene conto, forse ci vorrà qualche tempo. Vincere un campionato per un giocatore è qualcosa di staordinario e non tutti hanno la fortuna di viverli. Queste emozioni te le dà solo lo sport, a maggior ragione quelli di squadra, dove puoi condividere la tua gioia. Sono cose che non si possono spiegare, potrei provarci per ore, ma bisogna viverlo".

Sembra si sia aperta un'asta per te, rimarrai a Reggio Emilia per giocarti la B?
"Ancor prima che giocassi la finale sono stato accostato all'Avellino. Spiego questa cosa. In biancoverde è andato mister Braglia che ho avuto a Pisa. Magari lui avrebbe piacere ad avermi lì, ma voglio tranquillizzare i tifosi della Reggiana. Il mio obiettivo è quello di giocarmi la Serie B in granata, qui mi sento a casa e non andrei via per nessuna ragione al mondo. Soprattutto ora che posso giocarmi la B, non ho alcun motivo per andare via".