INTERVISTA TC - Valerio Foglio: "Nel calcio poca meritocrazia, i giovani giocano per i premi"

Siamo a Legnano, un piccolo paesino della provincia di Milano. È proprio qui che Valerio Foglio, centrocampista classe 1985 oggi alla Castanese ha mosso i suoi primi passi per diventare un calciatore professionista ed è qui che adesso è tornato per chiudere probabilmente la sua carriera e ripartire con gli stessi sogni e le stesse ambizioni di quando era bambino. Oggi gioca in Eccellenza, lotta ovviamente per andare in Serie D e nel frattempo ha aperto, assieme ad alcuni soci, un centro sportivo “Starpadel Legnano”, dove si può giocare a Padel assieme a degli amici. Siamo andati proprio qui a trovarlo, a farci una partita insieme a lui e a fargli un’intervista concessa gentilmente ai microfoni di TuttoC.
Valerio hai aperto da pochi anni questo nuovo centro sportivo, raccontaci un po’ com’è nata questa iniziativa.
"È nata nel 2020: assieme ad alcuni soci abbiamo deciso di aprire questo nuovo centro sportivo in cui le persone possono provare uno sport diverso come il Padel. Qui a Legnano ci sono tanti centri sportivi dove si può giocare a calcetto e quindi abbiamo voluto sperimentare qualcosa di diverso, dando appunto vita alla ‘Starpadel Legnano’. Il progetto doveva partire a marzo del 2020, ma visto il periodo Covid 19, l’apertura è stata posticipata a luglio di quell’anno e devo dire che sta procedendo tutto a gonfie vele!"
Come sta andando invece la tua stagione alla Castanese?
"Lottiamo per la promozione in Serie D e l’annata sta procedendo regolarmente. Abbiamo un gruppo solido, un bravissimo allenatore e una società seria. Ho deciso di giocare qui a Castano Primo per la vicinanza a casa e per potermi quindi occupare del mio centro sportivo e della mia famiglia".
Guardando la tua carriera, nelle ultime stagioni hai giocato proprio a Legnano a casa tua...
"Si, a Legnano ho fatto una vera e propria scelta di cuore perché volevo diventare a tutti i costi una bandiera dei Lilla e credevo la pensasse cosi anche la società. Sono sceso dalla Serie C all’Eccellenza proprio per questo motivo e a fine anno abbiamo centrato la promozione in Serie D. L’anno dopo eravamo partiti molto forte ed eravamo secondi a pochi punti dalla Pro Sesto e sono convinto che se non ci fosse stata la pandemia probabilmente avremmo vinto il campionato. A fine anno poi la società ha deciso di non rinnovarmi il contratto e con grandissima delusione ho dovuto accettare questa cosa e guardarmi intorno".
Sei ripartito dalla Serie C dopo aver disputato la Serie B con la Reggina nel lontano 2014. Che cosa non funziona in questa categoria secondo te?
"Anzitutto non c’è meritocrazia: le società fanno giocare i giovani perché prendono i premi delle valorizzazioni da parte della Lega e cosi a farne le spese sono i giocatori esperti che magari sono anche più forti ma che non trovano spazio da nessuna parte. Leggere il mio nome tra gli svincolati dopo l’esperienza alla Giana Erminio è stato un duro colpo e alla fine ho capito che dovevo fare qualcosa di diverso perché ho comunque altre priorità al di fuori del calcio. Inoltre non siamo tutelati per niente: a Monza ad esempio non ho preso mezzo stipendio e a fine anno la società fallì e la stessa cosa successe anche a Pavia qualche anno dopo. Dicevano che i cinesi avevano tanti capitali da investire e poi sono spariti lasciandoci da soli… Ancora oggi falliscono le società nel bel mezzo di una stagione ma nessuno prende dei provvedimenti".
Cosa consiglieresti ai giovani che si affacciano al mondo del calcio professionistico?
"Di non fermarsi e di non sentirsi arrivati dopo aver fatto delle buone stagioni in Serie C magari condite da numerose presenze. È molto facile che dall’oggi al domani le società non rinnovino o non rispettino i contratti e che da un giorno all’altro i ragazzi si ritrovino senza una squadra. I soldi alla fine finiscono, per cui bisogna essere bravi anche a guardarsi intorno e valutare anche delle alternative. Il calcio purtroppo non è tutto rosa e fiori".
Cosa sarà invece del tuo futuro?
"Oggi ho trentasette anni e non so se questo sarà il mio ultimo anno da calciatore. Il calcio mi ha dato tanto, ho incontrato tantissimi amici che sento tuttora e mi ha permesso di vivere alcuni momenti indimenticabili. Purtroppo però non sono mancate le delusioni ed è proprio per questo che una volta appesi gli scarpini al chiodo cercherò di capire bene se continuare con questo mondo oppure no, visto che ho un’attività da portare avanti e anche una famiglia da mantenere".
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