Musso: "Qui mi sento a casa, che orgoglio rappresentare l'Ospitaletto"
"Qua mi sento a casa, è la mia terza stagione e sono felicissimo. Spero di restare ancora a lungo, sono orgoglioso di rappresentare la direzione sportiva di una squadra ultracentenaria", così, ai microfoni di TuttoC.com, tutto il senso di appartenenza di Paolo Musso, direttore sportivo della matricola Ospitaletto che impressiona per qualità di gioco e idee nel Girone A.
Quanto contano i rapporti umani nel suo ruolo rispetto agli aspetti tecnici?
"L'aspetto umano incide tantissimo nella scelta di un giocatore e di una persona che deve entrare a far parte dei nostri ruoli tecnici, è una cosa che parte dall'alto: chiunque entri nella nostra famiglia deve avere certe caratteristiche".
Come gestite la pressione?
"Abbiamo la fortuna di non avere grossi pressioni che ci creano difficoltà, quindi sta a noi stessi crearci quelle condizioni per stimolarci".
Quali sono, secondo lei, i punti di forza della squadra attuale?
"La grandissima preparazione atletica, va dato merito allo staff, e quella tattica che è frutto del lavoro del mister e del suo team. Poi c'è la società che ci dà sicurezza, oltre alla disponibilità dei ragazzi che si applicano, ascoltano e lavoro al massimo. In una parola: coesione. E consapevolezza di quello che si vuole fare, delle qualità e dei limiti".
C’è un giocatore che considera particolarmente cresciuto sotto la vostra gestione?
"Ce ne sono tanti, mi viene da pensare a Panatti che assurdamente fino a due anni fa era in Eccellenza con noi ed è tornato nella sua dimensione, Gualandris, Gobbi, Messaggi... e poi siamo una delle pochissime squadre a giocare con un 2007 titolare, il difensore Sina. I ragazzi, giovani e meno giovani, che stanno crescendo con noi sono tanti, perché qui c'è la possibilità di lavorare bene guardando con calma al futuro".
In che modo segue il mercato: più osservazione diretta o più analisi dei dati?
"Non amo troppo l'analisi dei dati, preferisco l'osservazione diretta dal vivo e poi abbinarci i numeri".
Come vede il futuro dell’Ospitaletto nei prossimi 3–5 anni?
"Non saprei, per ora penso ai prossimi mesi con l'obiettivo di centrare una salvezza che ci consenta di misurarci ancora con la C".
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