Venturato a TLP: "Voglio tornare ad allenare. Ho dimostrato con i fatti di meritarlo"

Era il 13 giugno del 2010, allo stadio "Masnago" di Varese, la Cremonese diceva addio al sogno promozione quando ormai mancavano dieci minuti alla fine della partita. Decise una doppietta di Daniele Buzzegoli, che sovvertiva l'1-0 dei grigiorossi nella gara di andata. Sono passati due anni e la Cremonese ancora prova a fare quel ritorno in cadetteria che manca da 13 anni ormai.
Sulla panchina dei grigiorossi, quella domenica c'era Roberto Venturato. Da allora, per lui si sono chiuse le porte del calcio, solo tanti contatti ma concretezza pari a zero. TuttoLegaPro.com ha voluto intervistarlo in esclusiva, per capire come mai, un tecnico che sfiora la B e che ha prodotto il miracolo Pizzighettone (dalla D alla C in sei anni) sia fermo e non lavori.
Mister ripensa a quel Varese-Cremonese ogni tanto?
"Ci penso spesso e purtroppo ogni volta fa sempre male, soprattutto al sottoscritto, perchè da quella volta per me è come se fosse finita la mia carriera da allenatore, ed invece credo di poter ancora dimostrare tanto in questo calcio".
Che ricordo ha di quelle due partite?
"All'andata ricordo che potevamo vincere anche 2-0, invece finì con un solo gol di scarto. Al ritorno credo che facemmo una partita perfetta, però alla fine gli episodi ci hanno condannato".
I dati sono a suo favore, visto che in 44 partite ha perso solo dieci volte.
"A questi numeri non avevo fatto caso. Rimango allibito quando vedo che con questi numeri uno debba rimanere fuori. Questo sistema calcio stritola tutto senza darti il tempo di respirare. Mi sembra che qualcosa l'abbia dimostrato".
Si è mai chiesto perchè non allena?
"Me lo chiedo spesso ed è un cruccio personale a cui non riesco a dare una risposta. Tra il Pizzighettone e la Cremonese qualcosa ho fatto, sono i numeri come ha ricordato bene lei, a parlare per me, però poi i fatti concreti dicono che sono fuori dal giro".
A proposito di Pizzighettone, lei è stato uno degli artefici di quel miracolo, lanciando tanti giovani.
"E' vero, quello fu davvero un miracolo sportivo. In sei anni salimmo dalla D alla C1 (a quei tempi ancora si chiamava così). C'erano molti giovani che poi sono riusciti a fare una bella carriera. Penso ad Astori e Perticone scuola Milan, ma c'erano anche Fietta, Tacchinardi e Quadri, quest'ultimo un punto fisso del centrocampo del Catanzaro".
Le sue soddisfazioni se l'è tolte però...
"E vorrei continuare a togliermele se permette".
Cosa pensa della stagione della Cremonese?
"E' partita con un handicap forte che l'ha condizionata non poco, a causa dello scandalo scommesse. Contro il Trapani ha avuto l'occasione per vincere la partita, ma in gare simili tutto può variare da un momento all'altro. Conosco i play off avendoli fatti sia con i grigiorossi che con il Pizzighettone. Sono incontri completamente avulsi da qualunque logica".
Sullo scandalo scommesse, lei da fuori, cosa prova?
"E' una vergogna, che si amplifica maggiormente se penso a chi può patteggiare. Siamo fuori dalla realtà su certe cose. Mi rendo conto che ci sono delle regole da rispettare, ma l'amarezza rimane. Questo calcio a mio parere ha bisogno di gente pulita, per potersi redimere da dentro. C'è gente che ha giocato sulla passione dei tifosi, questo lo ritengo molto grave. C'è bisogno di pene certe e molto severe".
In questa stagione avrà visto molto calcio immaginiamo...
"Si si, il sabato ho avuto l'occasione di vedere i tornei primavere per vedere qualche giovane e tanta Lega Pro. Ogni tanto ho visto anche qualche gara di B, per fortuna questo lavoro ti tiene sempre in movimento, non ci si ferma mai, anche per rimanere sempre aggiornati".
Chi l'ha impressionata maggiormente?
"Ternana e Taranto erano squadre di un altro livello ed hanno dimostrato la loro forza. Però..."
Però?
"C'è una squadra che mi ha colpito maggiormente, ed è stata la Pro Vercelli. Un mix di tanti giovani di qualità, che faceva un calcio sbarazzino e piacevole".
Mister, per concludere: ma contatti veri e propri non ce ne sono stati?
"Purtroppo no, chiacchierate quante ne vuole, ma di fatti certi, non c'è stato niente".
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