De Vito: "A Lucca lasciato pezzo di cuore, Reggio vive di calcio"
In esclusiva per la nostra redazione, Marco De Vito, calciatore con un passato in Serie C con le maglie di Monopoli, Reggina, Lucchese e Alessandria, ha risposto ad alcune domande.
Come descriverebbe la Serie C 2024–2025?
"La serie C di questa stagione la vedo molto equilibrata sia per quelle che lottano al vertice cosi come per quelle che lottano per mantenere la categoria".
È un campionato più competitivo o più “chiuso” rispetto agli anni passati?
"Io lo vedo più competitivo. Quest’anno abbiamo molte squadre attrezzate e soprattutto ben organizzate. Nessuna partita e nessun risultato é scontato".
Vede una crescita generale della categoria in termini di qualità dei giovani e delle strutture?
"Questo é un argomento molto particolare e soprattutto delicato che però voglio trattare cercando di sintetizzare al meglio io mio pensiero.
La qualità dei e nei giovani é un qualcosa che non é mai mancato anzi c’è sempre stato, se c’è un aspetto a mancare oltre al coraggio di farli giocare e soprattutto sbagliare, é il saper fare una giusta selezione. Con queste regole degli under i nostri giovani sono diventati ormai dei semplici numeri e dietro a questi numeri scelti a volte a caso la fascia d’età conta più della qualità,mi fermo solo a questo altrimenti dopo si entra in argomenti di genitore ecc ecc ancor più delicati e non mi va. Strutturalmente ho visto qualche piccolo passo in avanti ma purtroppo sempre troppo indietro rispetto a molte altre nazioni. Abbiamo in Italia strutture fatiscenti che mettono a rischio la salute e crescita dei nostri giocatori, ma anche qui i problemi sono infiniti e mi limito a dir questo".
Quali sono secondo lei i gironi più equilibrati e quali le squadre rivelazione di questa stagione?
"Più equilibrati il B ed il C, squadre rivelazione Lecco,Ravenna,Forlì ed Arezzo in positivo. Perugia, Torres e Cerignola in negativo".
C’è un club che oggi rappresenta il “modello” da seguire in Serie C per programmazione e sostenibilità?
"Al “modello” per i motivi trattati prima siamo ben lontani ma c’è più di un Club che lavora discretamente bene, uno di questi l’Arezzo o anche per citarne uno con un blasone e storia inferiore l’Alcione Milano".
Quali sono le difficoltà principali che una società di Serie C incontra nel mantenere equilibrio economico e ambizione sportiva?
"Sicuramente una programmazione a lungo termine".
Quanto incide lo spirito del gruppo nei risultati in Serie C, dove spesso le differenze tecniche sono minime?
"Incide molto, l’essere un gruppo coeso e unito fa si che ognuno dia il massimo per se e per l’altro, fa si che il dover andare ogni giorno al campo sia piacere, fa si che crei un clima di lavoro sereno. Tutti questi fattori detti alla lunga o anche nel breve portano risultati".
Hai avuto allenatori che ti hanno fatto crescere molto sul piano tattico o umano? Qualcuno in particolare?
"Ho avuto la fortuna di giocare praticamente in tutte le categorie dalla A alla serie D, Io parlo di quello che é la mia indole ed il mio fare,ovvero che ho sempre cercato sempre di trasmettere l’amore verso questo sport con la mia quotidianità soffermandomi a volte su quanto siano importanti la costanza,la professionalità e la lealtà.
Com’è il rapporto tra giocatori esperti come te e i più giovani nello spogliatoio?
"Io parlo di quello che é la mia indole ed il mio fare,ovvero che ho sempre cercato sempre di trasmettere l’amore verso questo sport con la mia quotidianità soffermandomi a volte su quanto siano importanti la costanza,la professionalità e la lealtà".
Qual è la qualità che non deve mancare a un capitano o a un leader in una squadra di Serie C?
"L’essere Capitano o Leader non penso abbia categorie o marchi di fabbrica specifici, ognuno di noi deve sempre essere se stesso e soprattutto dare tutto se stesso per la squadra e società in cui si trova, sarà poi la squadra in automatico a seguire questi, aldilà che portino la fascia o che siano denominati Leader.".
Secondo te, cosa servirebbe per migliorare la Serie C — più investimenti, meno squadre o una riforma strutturale?
"Di certo già avere gente competente a capo delle società o se così non fosse dando a loro volta gestione di queste a direttori seri, riuscirebbero di molto ad ammortizzare le spese ai vari presidenti che purtroppo nella maggior parte dei casi si vedono andare in fumo quantità di soldi senza saperne i motivi portandoli nel giro di pochi anni a mollare. Ogni società di calcio dovrebbe essere amministrata in tutto e per tutto come un azienda,investendo sul presente ma anche sul futuro. Un aiuto dall’alto di sicuro non guasterebbe ma sempre se dato poi in mano a gente seria e competente".
Quanto è importante la stabilità societaria per permettere ai giocatori di rendere al meglio?
"La stabilità societaria per un giocatore potrebbe essere tutto e niente. Dico questo perché l’avere una stabilità societaria di certo aiuta ma si é anche visto purtroppo che in situazioni disastrose i giocatori non si sono tirati indietro. La stabilità societaria dico dovrebbe essere la normalità."
Ritieni che ci sia abbastanza attenzione mediatica e valorizzazione per chi gioca in Serie C?
"Si dai negli ultimi anni sotto questo punto di vista sono stati fatti dei grossi passi in avanti,forse anche troppi perche gli stadi sono sempre meno pieni ma comunque tutto in linea con i tempi che viviamo".
C’è una piazza in cui hai giocato che rappresenta al meglio lo spirito di questa categoria?
"A Lucca ci ho lasciato il cuore perché insieme alla gente abbiamo fatto un qualcosa di unico e straordinario. A Reggio perché é una città che per ovvi motivi vive di calcio,passione e amore incondizionato verso la maglia".
E guardando avanti: hai preso patentino UEFA B , nel mondo del calcio quindi ti vedi come Mister?
"Si, ho avuto grazie ad AIC l’opportunità di conseguire il corso fresco fresco di promozione come tecnico UEFA B a Coverciano. Parto dal dire che é stata un esperienza meravigliosa, il poter vivere tre settimane dentro quelle mura confrontandomi ogni giorno con gente dal calibro di Saponara, Candreva, Denis, Goulam, Mister Renzo Ulivieri e molti altri é stato un qualcosa di incredibile dal punto di vista umano e professionale.
Ho fatto questo percorso perché si, in futuro mi piacerebbe allenare,trasmettere e lasciare qualcosa ad un gruppo squadra da una veste diversa da quella che ho sempre fatto oggi".
C'è un modello di Mister a cui ti ispiri?
"Seguo ed osservo tanti e se non tutti gia da tempo,cercando di creare e limare il mio modello".
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