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Ds Trento: "Mercato chiuso salvo Sangalli. Con Di Carmine mancavano i dettagli"

Ds Trento: "Mercato chiuso salvo Sangalli. Con Di Carmine mancavano i dettagli"TMW/TuttoC.com
Moreno Zocchi
© foto di Pontedera
Oggi alle 11:10Girone A
di Valeria Debbia

Moreno Zocchi, direttore sportivo del Trento, ospite di 'A Tutta C' in onda su TMW Radio e Il 61, ha offerto un'analisi approfondita sui primi 90 minuti della stagione calcistica. 

Abbiamo analizzato i primi 90 minuti del Girone A. Ci sono state sorprese o è andato tutto secondo le sue aspettative?
"L’Arzignano che vince a Brescia è una sorpresa, mentre il 5-0 del Vicenza in casa non lo è. Anche il pareggio del Cittadella a Verona è notevole, perché squadre titolate possono faticare all’inizio rispetto a realtà più piccole".

Il vostro 2-0 in casa della Giana, squadra di riferimento che l’anno scorso ha raggiunto la finale di Coppa Italia, è un bel segnale. Cosa racconta questo risultato?
"È stato un 2-0 importante e voluto, ma molto difficile. La Giana, una realtà spettacolare nell’hinterland milanese, valorizza ogni anno giovani talenti, mandandoli in categorie superiori. Nel primo tempo ci ha messo in grande difficoltà. Nel secondo, i nostri giocatori di qualità hanno fatto la differenza. Le statistiche mostrano più possesso palla nel primo tempo, ma tiri equivalenti. Nel secondo, con 9 tiri contro 2 e 7 in porta contro 1, siamo stati più cinici e determinati. Le prime partite sono incognite, con tensione e incertezze sull’avversario. Serve costruire consapevolezza e spensieratezza, mattoncino dopo mattoncino".

Trento è una città dello sport, ma il calcio sembrava quasi in secondo piano rispetto a basket e volley. Può raccontare il progetto calcistico del Trento, che sembra voler crescere in equilibrio?
"Essere accanto a colossi come basket e volley è un onore, ma anche una sfida. Negli ultimi 10-12 anni, sotto la guida del presidente Giacca, la società ha guadagnato rispetto da provincia, regione e tifosi. Le strutture migliorano ogni anno, e l’aggiunta di nuove figure rafforza l’organizzazione. Rappresentiamo metà del Trentino, l’altra è per il Südtirol, e vogliamo onorare la maglia nel migliore dei modi. Sono convinto che possiamo ottenere risultati importanti".

Nella vostra area geografica, la Dolomiti Bellunesi sta creando un’identità unica aggregando realtà locali. È una sfida interessante, no?
"Sì, è una bella iniziativa. Belluno è in Veneto, ma l’area del Triveneto sta crescendo calcisticamente grazie a investimenti in strutture e squadre ben costruite. Le Dolomiti Bellunesi, dopo la vittoria del campionato l’anno scorso, hanno giovani interessanti e giocatori esperti. Possono fare bene".

A una settimana dalla chiusura del mercato, siete soddisfatti o c’è ancora qualcosa da puntellare?
"Fino all’ultimo giorno non si sta tranquilli, tra infortuni e valutazioni. Pensiamo che il mercato in entrata sia chiuso, salvo un’eventuale uscita di Sangalli, che potrebbe portare a un sostituto nello stesso ruolo".

Parlavamo di Samuel Di Carmine, in cui avevate grande fiducia per il rinnovo. Cosa non ha funzionato?
"Non ci siamo trovati sui dettagli, ma la discussione è stata sempre rispettosa. Saremmo stati felici di tenere Di Carmine, un grande professionista e persona, ma gli auguriamo il meglio per la sua carriera, anche se in un altro girone".

La “Var chiamata” è la vera novità di quest’anno. Cosa ne pensa?
"È una grande innovazione. Mi piace che gli arbitri si aprano al dialogo con giocatori, allenatori e staff. Deve essere un aiuto per loro, non un’arma contro le loro decisioni. Se usato bene, può portare il calcio avanti, riducendo gli errori".

Il pubblico potrebbe confondere la Var chiamata con il VAR di Serie A o B, ma è diversa: meno telecamere, nessuna struttura video, un “cartellino” per squadra. I primi 90 minuti sono andati bene, ma ci saranno errori in questa sperimentazione. Come vede questa evoluzione?
"Tutto ciò che aiuta a ridurre gli errori è ben accetto. La classe arbitrale è giovane e deve imparare a usare questo strumento, che cambia le dinamiche, con recuperi più lunghi. Ci saranno inciampi, ma con una figura come Orsato a guidare il processo, è una garanzia. Dobbiamo abituarci, sapendo che è una sperimentazione".