Intervista TC

Maniero: "Rimini? Dispiace per la piazza. Convinsi Morra portandolo al mare"

Maniero: "Rimini? Dispiace per la piazza. Convinsi Morra portandolo al mare"TMW/TuttoC.com
© foto di Utente
Oggi alle 20:40Primo piano
di Sebastian Donzella

Rimini ma non solo. Il direttore sportivo Andrea Maniero, protagonista dell’ultima promozione tra i professionisti dei biancorossi, a TuttoC.com ha analizzato la situazione non solo dei romagnoli ma anche della Lega Pro.

A Rimini la situazione è delicatissima, con un passaggio societario che ha fatto molto discutere e un presente denso di nubi. 
“Non sono dentro la situazione anche se ho qualche amico ancora lì. Dispiace quanto sta accadendo al popolo di Rimini da un anno e mezzo. Parliamo di una piazza storica, basterebbe poco per riaccenderla. Quando sono arrivato abbiamo cercato di riportarla dove dovrebbe stare, poi purtroppo gli eventi mi hanno portato ad allontanarmi. Spiace perché si era creata una bella situazione mentre adesso non è proprio così”.

Non solo Rimini: Foggia, Ternana, Triestina, a vario titolo, hanno delle difficoltà, più o meno gravi.
“Nelle grandi piazze bisogna essere chiari, onesti e sinceri: parlare con i tifosi e spiegare quale sia il budget, soprattutto se a mettere i soldi è solo una persona. Spesso però le grandi piazze non capiscono, vogliono i grossi nomi ma se poi esageri ti va a finire male, soprattutto in Serie C perché non è una categoria sostenibile dai punti di vista fiscale, strutturale, dei settori giovanili. Non hai gli introiti pubblicitari e televisivi di altre categorie e anche a vendere giocatori non è facile, serve tempo. Ma tante big non vogliono aspettare. Serve un lavoro culturale dal basso e un lavoro strutturale dall’alto. Altrimenti non possiamo chiamarlo professionismo: credo che non più di una decina di squadre possa reggere le spese attuali senza troppi sacrifici”.

In biancorosso, comunque, un campionato vinto e un playoff raggiunto da neopromossi.
“Perché c’era una grande chiarezza, quella di cui parlavamo prima. Quando arrivai a Rimini, patron Rota mi disse qual era il budget e che non poteva essere modificato. La gente riminese capì e tutto andò per il verso giusto. Vincemmo la Serie D con una spesa per nulla folle e poi disputammo i playoff in Serie C, vendendo a fine anno alcuni giocatori per equilibrare i bilanci. 
Dopo il cambio societario ci siamo salutati perché le visioni con la nuova proprietà erano diverse, diciamo che un freddo computer non mi basta, preferisco un metodo più empatico. 
Ricordo quando venne Morra: lo voleva mezza C, lo ospitai con la famiglia al mare per tre giorni, lo facemmo sentire parte del progetto. Capì che ci tenevamo davvero tanto e ci scelse. L’alternativa è riempire i giocatori di soldi ma non fa parte della mia metodologia”.


Tornando alla C attuale, chi saranno le protagoniste?
“Il Girone C quest’anno mi sembra il più livellato verso l’altro: ha squadre come Catania, Benevento, Salernitana, Casarano, Crotone, Trapani, Audace Cerignola. Ma anche Potenza, Picerno e Monopoli. Tutti club che hanno investito e che hanno lavorato bene. 
Nel Girone A Vicenza, Cittadella e Brescia potrebbero fare un campionato a parte. Le altre sono più o meno sullo stesso livello, progettano bene come la Dolomiti Bellunesi ma le spese sono più contenute. Occhio però alla sorpresa.
Il Girone B, infine, è un po’ strano: tante neopromosse, le big della scorsa stagione non ci sono più. Entella e Pescara sono in B, la Ternana ha ridimensionato il progetto. Inoltre la Torres, dopo due anni importanti, potrebbe sentire l’esigenza di rallentare. L’unico team che non ha venduto ma ha acquistato, mantenendo un livello alto, è l’Arezzo. Poi vedo bene il Ravenna che ha una proprietà stratosferica ma comunque è una neopromossa. I grandi club come Ascoli e Perugia sono un po’ indietro, stanno rincorrendo”.

La nuova stagione ha portato il VAR, più precisamente il FVS su tutti i campi.

“Dagli altri sport bisogna cercare di prendere il meglio. Io introdurrei il tempo effettivo come nel basket. Finirebbero le perdite di tempo. Io per primo chiedo ai miei di non fingere né stare mezz’ora a terra. Il VAR, piaccia o meno, ha levato tanta poesia. Maradona ha insegnato a noi bimbi dell’epoca a segnare con la mano. Sappiamo tutti che si tratta di un gesto non corretto eppure è rimasto nell’immaginario del pubblico, è diventato protagonista di film, libri, murales. Per me il calcio dovrebbe tornare a essere un po’ poetico. Ormai non si esulta più, si aspetta che il VAR dia il suo ok. In alcune circostanze va bene, in altre un po’ meno. Se un errore è madornale ci sta alla grande, altrimenti lascerei tranquillamente l’errore dell’arbitro, che è umano come noi e sbaglia come i giocatori. Un tocco di mano netto è un conto, un polpastrello da vedere e rivedere per minuti interi davanti a un monitor è un altro”. 

Il futuro di Maniero? 

“Ho voglia di rimettermi in discussione nuovamente ma ovviamente sempre con il mio modo di fare, cioè buttarmi al 100% in quello che faccio. Spero di trovare presto un club che sposi questa mia filosofia”.