Pianese, Cangi: “La forza è il gruppo. Squadra solida, sostenibile e ambiziosa”

Dopo una stagione conclusa con la qualificazione ai playoff, la Pianese ha scelto di ripartire da un progetto rinnovato, puntando sulla crescita di tanti giovani e sulla continuità di un modello che coniuga sostenibilità e ambizione. Il direttore sportivo Francesco Cangi, da anni punto di riferimento della società di Piancastagnaio, racconta ai microfoni di TuttoC.com l’anima di un club che continua a sorprendere, restando fedele al proprio spirito battagliero.
Direttore, vorrei innanzitutto chiederle se è soddisfatto del percorso di questa squadra rinnovata, ma che sta lottando su ogni campo anche con buoni risultati.
“Sì, hai detto tu, stiamo facendo i nostri risultati su tutti i campi, sia fuori casa che in casa nostra. Abbiamo trovato più gioie magari lontano dalle mura amiche, però come hai anticipato tu abbiamo cambiato tanto in queste prime dieci giornate. Stiamo ottenendo, stiamo tracciando e seguendo la strada che un po’ ci eravamo prefissati a inizio campionato.”
Quello che risalta di questa squadra è che in realtà non ci sono undici fissi. Penso anche a Bellini, che forse non doveva essere l’attaccante di punta e invece sta andando molto bene. Quanto è importante per voi questa versatilità?
“Quando si costruiscono le squadre si pensa alle varie sfaccettature su tutti i reparti. Noi abbiamo provato a costruire una squadra giusta per i nostri obiettivi, con il giusto mix. Il mister Brindelli con il suo staff sta utilizzando tutti i ragazzi, anche per via dei tanti infortuni, perché in queste prime dieci giornate abbiamo avuto diverse defezioni che si sono alternate nel percorso. In avanti abbiamo avuto l’assenza forzata di Ongaro per quasi tutto l’inizio campionato e ora si è sottoposto a intervento, quindi sarà fuori per altri tre mesi circa per la rottura del tendine d’Achille. Abbiamo avuto qualche altro infortunio, però Leonardo si è fatto trovare pronto e sta rispondendo molto bene: siamo contenti che faccia ottime prestazioni e abbia trovato la via del gol. Siamo contenti per lui, per noi, ma anche per gli altri ragazzi che si sono adattati a giocare in altri ruoli e hanno risposto alla grande.”
Che idea si è fatto di questo girone B, dove Ascoli, Ravenna e Arezzo stanno correndo forte ma dietro la distanza non è ampia?
“Penso che ci siano queste tre squadre partite col piede giusto. Alcune sono neopromosse ma stanno lavorando bene, con giocatori forti e continuità, e continueranno a farlo. Poi ci sono corazzate come Arezzo e Ascoli che fin qui hanno sbagliato pochissimo. Tolte queste tre che stanno seguendo un ritmo molto alto, le altre sono equilibrate: forse due o tre potranno staccarsi, ma mi sembra un campionato livellato, dove per la salvezza bisogna fare prestazione ovunque. Si può vincere e perdere contro chiunque, ogni domenica escono fuori partite combattute e risultati mai scontati. È un torneo difficile, soprattutto per chi vuole centrare la salvezza anticipata e magari lottare per un posto playoff.”
La vostra è una realtà piccola ma molto solida e ambiziosa. Su quali basi deve poggiare la Pianese per restare competitiva in un campionato impegnativo come la Serie C?
“Per rimanere il più possibile in questo campionato intanto vanno fatti risultati, e questi risultati devono nascere dal giusto mix tra giovani e giocatori esperti che si calano nella realtà della piccola provincia. Soprattutto va mantenuto un bilancio positivo, come abbiamo fatto l’anno scorso, chiudendo in attivo: una cosa rara per una società di calcio. È difficile, perché tutti i presidenti mettono risorse e tanta passione, ma noi cerchiamo il giusto equilibrio tra sostenibilità e valorizzazione dei giovani. E poi, come sempre, quando la palla rotola bisogna centrare l’obiettivo sportivo, che è la parte più complicata. La nostra è una realtà che ci permette di lavorare bene: abbiamo strutture nostre e stiamo migliorando il centro sportivo con una palestra che nei prossimi mesi sarà ampliata, oltre ad altri adeguamenti per lavorare meglio. È un contesto dove le pressioni dobbiamo essere bravi a mettercele da soli, e questo ci consente anche di sbagliare. Ma se sbagliamo poco, otteniamo più risultati e soddisfazioni.”
Lei ha accennato anche alle plusvalenze: si riferiva ai casi Mignani e Nicoli?
“Sì, in questo anno di C siamo stati bravi. A gennaio 2025 abbiamo ceduto Boccadamo e Valentella, presi in Serie D, realizzando un’ottima plusvalenza. Poi in estate abbiamo proseguito con Mignani e Nicoli, uno al Trapani e l’altro al Benevento. Sono operazioni importanti, che permettono di investire e danno soddisfazione, perché quando riesci a portare ragazzi dalla D alla C, e poi fino alla B, è motivo d’orgoglio. E se riesci anche a monetizzare qualcosa, è una gratificazione per tutti.”
In conclusione, pensa che questo gruppo possa ripetere i risultati della scorsa stagione e magari centrare ancora i playoff?
“Il gruppo, come hai detto, è cambiato tanto: abbiamo rinnovato quindici giocatori. Io credo molto nella continuità del lavoro e dei gruppi. Chi è rimasto ha fatto capire ai nuovi l’attitudine e il modo di vivere il calcio a Piancastagnaio e alla Pianese. È un gruppo che ha margini di miglioramento e sta seguendo le direttive del mister, che ci ha dato grande solidità difensiva: si vede la sua impronta. Passo dopo passo potremo toglierci soddisfazioni. Vedremo se saremo in grado di ripercorrere la strada dell’anno scorso, ma il nostro primo obiettivo resta quello di mantenere la categoria. Fare paragoni nel calcio è sempre difficile, ma abbiamo messo a disposizione uno staff — parlo di calciatori, mister e collaboratori — che può togliersi belle soddisfazioni. Se sbaglieremo poco, potremo ottenerle in anticipo; altrimenti siamo pronti a battagliare fino all’ultimo minuto per difendere la Serie C, che è il nostro obiettivo primario.”
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