Salernitana, il TAR rinvia la decisione. Diktat del club: prima cedere

Il TAR del Lazio decide di non decidere. Era attesa per domani la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale circa il ricorso presentato dalla Salernitana due settimane fa avverso alla decisione della Lega B di rinviare sine die la sfida playout col Frosinone. Alla fine i giudici hanno anticipato tutto di 24 ore gelando una tifoseria che, convinta di aver subito una serie di torti, sperava di ritrovarsi in serie B seppur dalla porta secondaria. Ma andiamo con ordine. I legali granata, capeggiati dal professor Francesco Fimmanò, avevano deciso di rivolgersi alla giustizia ordinaria "per saltum" e senza, dunque, attendere la fine del percorso in sede sportiva come previsto dalle normative. Nella fattispecie veniva contestato il rigetto del ricorso presentato al CONI a inizio giugno e immediatamente respinto come si legge nella nota del 10 giugno: "La Prima Sezione del Collegio di Garanzia, presieduta dal prof. avv. Vito Branca, all’esito della sessione di udienze tenutasi in data odierna, ha assunto le seguenti determinazioni: HA DICHIARATO INAMMISSIBILE il ricorso iscritto al R.G. n. 43/2025, presentato, in data 20 maggio 2025, dalla U.S. Salernitana 1919 S.r.l. contro la Lega Nazionale Professionisti Serie B (LNPB), nonché contro la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), per l’annullamento/revoca del Comunicato Ufficiale n. 211 del 18 maggio 2025, con il quale la LNPB ha disposto il rinvio delle gare di Play-Out del Campionato Serie BKT 2024/2025, in programma il 19 e 26 maggio 2025 come da CC.UU. 202 del 10 maggio 2025 e 209 del 14 maggio 2025, a data da destinarsi". In pratica il <strong>CONI</strong>, sollecitato per la sezione "ammissioni ed iscrizioni", ritenne di non essere competente in materia. Nei giorni successivi la Salernitana alzò la voce anche al Tribunale Federale Nazionale che, a sua volta, ha ritenuto inammissibili le istanze dei granata avallando il comportamento assunto dai presidenti Bedin e Gravina perchè "volto a salvaguardare la regolarità del campionato". A quel punto la Salernitana ha ritenuto ci fossero gli estremi per un ricorso d'urgenza in sede ordinaria, attraverso il quale contestare: rinvio sine die (non contemplato dallo Statuto, articolo 27 comma d), rinvio senza convocare il consiglio direttivo, rinvio senza società ufficialmente deferite o penalizzate. Fu impugnato anche il provvedimento del 4 giugno attraverso il quale<strong> la Lega B e la FIGC </strong>ufficializzavano le date dei playout senza attendere l'esito dei vari ricorsi ancora in essere. E' evidente che l'estromissione del Brescia da tutti i campionati abbia fatto un danno alla Salernitana: con le Rondinelle ancora in campo e pronte alla battaglia, il TAR avrebbe potuto predisporre il blocco dei playout ritenendo non si potessero disputare gli spareggi e cambiare le classifiche senza una sentenza finale. Ed è a questo che la Salernitana si aggrappava spingendo per una B a 22 come previsto dalle NOIF. Oggi, invece, il TAR ha dato ragione al CONI rispetto al rigetto del 10 giugno "perchè la disputa e l'organizzazione dei playout non fanno parte della sezione iscrizione-ammissioni" aggiungendo che "non è, invero, un caso che la competenza ad adottare provvedimenti “in tema di ammissione ed esclusione dalle competizioni professionistiche” è radicata, ai sensi dell’art. 8, comma 1, dello Statuto FIGC, in capo al Consiglio federale della FIGC, tale per cui il Presidente della LNPB non è neppure astrattamente competente ad adottare un provvedimento di ammissione o esclusione dal Campionato di Serie B o “….comunque incidenti(e) sulla partecipazione a competizioni professionistiche…” ma chiosando così: "Riteniamo di poter condividere la prospettazione delle parti resistenti e delle controinteressate in ordine alla non riconducibilità del ricorso di che trattasi nel rito speciale sportivo di cui all’art. 218 del d.l. n. 34 del 2020. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima Ter) dispone la conversione del rito nei sensi di cui in motivazione. Riserva di successivo provvedimento per la definizione del merito della controversia". La Salernitana, dunque, una volta terminato l'iter sportivo potrà proporre un nuovo ricorso e il TAR entrerà nello specifico perchè il riferimento non sarà più il legittimo rigetto del CONI, ma i provvedimenti del 18 maggio e del 4 giugno. In ultima istanza ci si potrà rivolgere al Consiglio di Stato, con il rischio che i campionati siano già iniziati e che al massimo si potrà ottenere un forte risarcimento danni. Ipotesi che la FIGC ovviamente spera di scongiurare.
E' dunque doveroso che la <strong>Salernitana </strong>si concentri esclusivamente sul campionato di serie C e sull'allestimento di una rosa che va totalmente rivoluzionata. L'arrivo immediato di due bomber come Inglese e Ferrari aveva fatto sperare in un cambio di rotta rispetto al passato, ancor di più dopo essersi assicurati le prestazioni del centrocampista De Boer sbaragliando una concorrenza di categoria superiore. Tuttavia rischia di non essere mantenuta la promessa di "partire per il ritiro con l'80% della rosa" visto che, a tre giorni dal raduno in città e con il via-vai di visite mediche che inizierà nelle prossime ore, manca praticamente tutta la squadra. A Faggiano è stato chiesto di concentrarsi sulle uscite, visto che vanno piazzati altrove <strong>13 calciatori</strong> con stipendi di categoria superiore e che, per tanti motivi, non rientrano nei piani. Ci sarebbe un risparmio di circa 11 milioni di euro netti. In questo modo, però, operazioni virtualmente concluse rischiano di saltare come accaduto con Casasola. Sull'uscio per sette giorni, tenuto in stand by pur con contratti soltanto da firmare e poi accasatosi al Catania che, evidentemente, ha fatto un'offerta migliore approfittando dello stallo in casa granata. Entro lunedì si dovevano ufficializzare i difensori Capuano e Matino, il centrocampista Capomaggio e l'esterno Achik. Operazioni ancora in piedi, ma che richiedono un investimento economico importante quanto doveroso, visto che la Salernitana targata Iervolino si è ritrovata dalla A alla C in due anni anche a causa della politica "prima cedere poi acquistare" che tanto ha ostacolato il lavoro di Petrachi. Ad ogni modo dovranno essere ceduti Sambia, Lovato, Maggiore, Sepe, Fiorillo, Dalmonte, Tongya, Njoh, Ghiglione, Legowski, Bradaric e Daniliuc, mentre ha già rescisso Rene Adelaide. La società è già certa di risparmiare, tra mancati riscatti, fine prestiti e contratti non rinnovati, gli stipendi di Ferrari, Simy, Hrustic, Verde, Soriano, Bronn, Lochoshvili, Christensen, Cerri, Raimondo, Amatucci, Tello, Caligara, Girelli, Corazza e Stojanovic, mentre sono previsti incassi importanti per le pregresse cessioni alla Lazio di Tchaouna e Dia. "O spendete milioni per allestire una corazzata che stracci il campionato o andate via da Salerno oggi stesso" si legge in una delle tante note emesse dai gruppi ultras e dalla tifoseria organizzata".
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