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Viali:"Il livello si sta rialzando, molte società stanno investendo"

Viali:"Il livello si sta rialzando, molte società stanno investendo"TMW/TuttoC.com
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Oggi alle 13:30Primo piano
di Laerte Salvini

Nel corso della diretta mattutina di A Tutta C, format di TMW Radio interamente dedicato al mondo della Serie C, è intervenuto mister William Viali.

Mister, buongiorno e grazie per essere con noi. Come sta vivendo questo periodo di pausa dopo l’esperienza con la Reggiana?
"Ormai ci siamo un po’ abituati a queste situazioni. Sto girando molto, vedo tante partite dal vivo e vado a trovare qualche collega per osservare metodi diversi, per cercare qualcosa di nuovo e di stimolante."

Lei manca dalla Serie C da circa tre anni, l’ultima esperienza è stata a Cesena nella stagione 2021-2022, poi tre stagioni in Serie B. Che Serie C sta vedendo oggi rispetto a quella che ha lasciato?
"A dir la verità mi sembra che il livello si stia rialzando. Ci sono molte società che stanno investendo tanto per salire in Serie B. Probabilmente il livello più alto è nel Girone C, ma anche negli altri due vedo realtà forti e con le idee chiare."

Nel Girone B sta impressionando l’Ascoli, terzo in classifica e in piena corsa per la promozione insieme ad Arezzo e Ravenna. È una piazza che lei conosce bene.
"Mi fa molto piacere che l’Ascoli sia partito così bene. Mi aveva meravigliato la scorsa stagione, ma dopo una retrocessione è normale portarsi dietro un po’ di negatività. Quest’anno, invece, hanno ritrovato entusiasmo e qualità di gioco. Sono felice per D’Uffizi, che ho allenato ad Ascoli in Serie B: ha qualità importanti. E sono contento anche per la piazza, che merita di togliersi delle soddisfazioni."

Un’altra realtà che sorprende è il Cosenza, in vetta alla classifica nonostante un’estate complicata e un clima difficile attorno alla società. Se lo aspettava?
"Conosco bene quell’ambiente e ammetto che avevo qualche dubbio, vista la retrocessione e la contestazione verso Guarascio. Però conosco anche alcuni ragazzi rimasti, come Lorenzi, Mazzocchi e D’Orazio: hanno qualità tecniche e morali di livello superiore. L’allenatore, giovane ma preparato, è stato bravo a non farsi condizionare dalle tensioni esterne e a mantenere il gruppo concentrato. Stanno lavorando bene e sono felice per loro."

Ha toccato un punto chiave, quello del non farsi intossicare dall’esterno. Ma non è sempre facile, e alla fine l’allenatore è sempre il primo a pagare.
"Assolutamente sì. È un grande merito di Buscè, perché è difficile mantenere la rotta in un contesto complicato. È stato bravo a condividere con i suoi giocatori il focus giusto e a concentrarsi sul campo, in un campionato dove il livello è davvero alto."

Mister, forse i nostri lavori — quello del giornalista e quello dell’allenatore — sono tra i più esposti alle critiche. Alla fine, la colpa è sempre o dei giornalisti o degli allenatori.
"Sì, credo che in generale, quando si ha una grande esposizione pubblica, mediatica o decisionale, gli errori si pagano di più. Fa parte del gioco. Quando scegli un mestiere di questo tipo, devi accettarne il pacchetto completo: responsabilità, critiche, ma anche le soddisfazioni. L’importante è saper gestire tutto con equilibrio."

Da che tipo di progetto vorrebbe ripartire?
"È sempre complicato dirlo. L’obiettivo è ritrovare una situazione che ti permetta di lavorare con continuità, non solo per pochi mesi. Il lavoro dell’allenatore si misura nel tempo, ma di tempo ne abbiamo sempre poco. Anche scegliere è difficile: io stesso, quest’estate, mi ero fatto una classifica delle squadre che ritenevo più pronte o meglio costruite, ma poi il campionato dice tutt’altro. Alla fine bisogna buttarsi dentro, dare tutto e lavorare al massimo."

A volte, però, le scelte troppo razionali non portano fortuna: forse serve un po’ di istinto.
"Concordo. Quando arriva una chiamata, la prima sensazione è quella giusta. Se senti vibrazioni positive, anche in una situazione difficile, è giusto seguirle. Pensare troppo può essere un limite. Ho visto stagioni che sembravano perfette sulla carta e poi sono diventate negative. Quindi sì, ci vuole anche istinto, e un po’ di coraggio."