Top & Flop di Renate-Lecco

Top & Flop di Renate-LeccoTMW/TuttoC.com
Zanellato, TOP Lecco
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
Ieri alle 21:42Girone A
di Francesco Moscatelli

Lancio di sessanta metro con il bilancino di Zanellato, cross al volo di Rizzo dalla destra e stoccata finale di Šipoš a due passi dalla porta di Nobile. Renate-Lecco è, se vogliamo, tutta qui (a parte una mezz'ora abbondante di sospensione per due torri faro momentaneamente KO), in questa bellissima azione tutta di prima che fa ancora dire sì alle serate invernali fuori al freddo, ancora sì a lasciare a casa le famiglie infuriate per una passione non compresa, ancora sì alla snervante, perenne attesa di una magìa che mette in pari la fiducia con i tanti sacrifici. Eppure ci sono squadre che, questa magìa, riescono a produrla e altre che invece, questa magìa, faticano ad immaginarla ancora prima di "metterla a terra". Ecco perché, nel girone A, ci sono tre squadre che, in un qualche modo, il risultato lo portano (quasi) sempre a casa e altre che lottano. Contro sè stesse, contro tante altre che lottano in ugual modo.

Vediamo ora coloro che, a nostro avviso, sono risultati essere i migliori e i peggiori nella partita disputata questa sera allo stadio "Mino Favini-Città di Meda".

TOP:

La costruzione di qualche occasione in più rispetto agli avversari (Renate): cadere in casa non è mai bello, cadere per mano del Lecco ancora meno. E' un Renate che, ad ogni modo, ha cercato di prendere in mano il proprio destino, lasciando una buona impressione in alcune occasioni: bravi a reagire immediamente al gol di Šipoš, bravi anche nella ripresa...eh no, per quella in fondo non lo sapremo mai, perché il black-out ha ovviamente penalizzato più i nerazzurri in spinta che i blucelesti in conservazione. E non è un caso, infatti, che la partita sia stata sospesa proprio dopo un'ammonizione per fallo intenzionale di Rizzo a fermare in qualche modo Calì. E dunque è una ripresa quasi di rimpianti, con un assedio finale arrivato probabilmente anche troppo tardi. Insomma, parliamo di una squadra viva, a tratti quasi piacevole almeno nell'intensità messa in campo dai ragazzi, ma le serate magiche dove si ha la sfacciataggine di fare sgambetti alle "grandi" non sembrano una prerogativa di questa stagione. Sembrano già nel libro di una bella storia o nella memoria dei più affezionati. Bello, ma che peccato. UN GIRONE, DUE CAMPIONATI

Zanellato-Rizzo-Šipoš (Lecco): ossia la catena che ha prodotto quella bellissima azione che ha portato al gol decisivo. Un solo gol di differenza, ma non è un dettaglio, non è un episodio, non è un caso fortuito. Perché quella palla bisogna saperla sventagliare con precisione millimetrica, perché quel movimento del compagno sulla destra bisogna saperlo visualizzare quasi in anticipo, perché quel pallone bisogna arpionarlo con tecnica facendo tutto "di prima", perché bisogna esserci in quel momento, non un attimo prima e non un attimo dopo, in area piccola di fronte a Nobile, perché bisogna essere freddi di fronte a Nobile se si vuole tenere il passo del Brescia e continuare a sognare. E' un'azione di grande qualità perché fortunamente il calcio è fatto sì di cuore, di coraggio, di vigoria ma nel calcio c'è ancora posto per la qualità. E' lei che dovrebbe decidere, è lei che stasera ha deciso. Una qualità che prende la parola poche volte in questa serie C, ma che ogni tanto alza ancora la mano per dire la sua. Per fortuna. UN BAGLIORE PRIMA DEL BLACK-OUT 

FLOP:

Poco fieno in cascina (Renate): Tolte le tre squadre che si stanno stagliando in alto domenica dopo domenica, tolta forse la quarta (l'Inter U23), formalmente ci dovrebbe ancora essere posto per il Renate in un campionato dei "normali". Epperò è pure vero che storicamente è sempre stato il girone di andata il periodo d'oro dei nerazzurri, che puntualmente calano in primavera ma che in autunno invece macinano punti facendo piangere anche i piani alti. E' un dato, quello delle sole tre vittorie, peraltro contro dirette contendenti, che non deve lasciare del tutto tranquilli, anche perché se in alto la graduatoria è sgranatissima, dal sesto posto a scendere la classifica risulta estremamente compatta. A livello di singoli: Kolaj è sì più attrezzato tecnicamente di molti compagni ma ancora non accende, ancora non scaturisce, ancora non risolve e questo non va bene se il prezzo è dover lasciare un (attualmente) più tonico Anelli in panchina; Spalluto, pure ultimamente ultrasfruttato a dire il vero, è stato davvero impalpabile, tanto da non ritrovare il campo dopo il the caldo; Auriletto si perde il croato in occasione del gol e, più in generale, non dà la sensazione di offrire fiducia ai compagni optando invece per una comunicazione, non da oggi tra l'altro, troppo nervosa. Insomma, un Renate non così brillante nel girone di andata è la sommatoria di tante, piccole questioni, anche individuali, cui Foschi è chiamato al rimedio. C'E' ANCORA TEMPO, MA NON COSI' TANTO TEMPO

Non aver chiuso la partita (Lecco): è un Lecco bravo a passare in vantaggio in tempi relativamente veloci (attorno al ventesimo di gioco) e dunque, se c'è da individuare per forza una colpa, è nel mancato doppio giro di chiavi al risultato il vulnus della serata di Zanellato e compagni. Ecco dunque qualche patema di troppo sul finale, con Furlan bravo sul tentativo di Anelli e tanti mischioni che non producono nulla se non gocce di sudore che scendono lungo la schiena. Operazione peraltro non facile, anche perché il Renate ha cercato il pareggio fino all'ultimo secondo. Alla fine queste sono gare in cui conta uscire con i tre punti e, se è vero che la sconfitta contro il Brescia era un esame di maturità non superato, la vittoria di Meda azzera la durezza di quel verdetto riportando il Lecco su una via di grande consapevolezza. Anche perché oggi le assenze erano tante, anche perché oggi le assenze erano tutt'altro che banali. DIETRO IL VICENZA IL TANDEM LOMBARDO VIAGGIA SPEDITO