DS Pontedera: "In entrata ci manca ancora qualcosa"

Carlo Taldo, direttore sportivo del Pontedera, è intervenuto sulle frequenze di TMW Radio e su Il 61 nel corso del consueto appuntamento con A Tutta C.
È cominciato il ritiro del Pontedera, con la squadra al lavoro agli ordini di mister Menichini. Direttore, come stanno andando questi primi giorni di preparazione?
"Direi abbastanza bene. Siamo solo all’inizio, come dicevate anche voi, quindi è ancora una fase valutativa. Ma tutto procede nel migliore dei modi: i ragazzi stanno lavorando con grande impegno sotto la guida del mister e dello staff. Tutti sono disponibili, non ci sono stati problemi fisici e quindi andiamo avanti così, anche se - ripeto - siamo ancora ai primi giorni".
Sono diversi i volti nuovi visti in granata nelle scorse settimane. Cosa manca ancora? E sul fronte delle uscite c’è qualcosa in ballo?
"Sono arrivati diversi volti nuovi, ma è normale. Ogni anno, con squadre giovani e molti prestiti, ci sono parecchi movimenti. Fa parte della nostra politica societaria. Per quanto riguarda cosa manca, lo stiamo valutando proprio in questi giorni: qualcosa sicuramente aggiungeremo, mentre per quanto riguarda le cessioni l’idea è fare il meno possibile, proprio per consegnare al mister un gruppo già abbastanza amalgamato nel minor tempo possibile".
Si riparte da Menichini in panchina. L’anno scorso è arrivata una salvezza sudata ma meritata, frutto di un grande lavoro. Quali sono gli obiettivi per questa stagione? Il mantenimento della categoria resta il traguardo principale o c’è voglia di alzare un po’ l’asticella?
"Come ha detto il presidente nei giorni scorsi, il Pontedera da anni fa ottimi campionati. E non è facile: parliamo di un contesto dove ci sono squadre forti, con budget molto diversi. Qui la nostra filosofia è chiara: affiancare qualche elemento di esperienza a un gruppo di giovani da far crescere. Riuscire a ripetere il percorso degli ultimi anni sarebbe già un ottimo risultato. L’obiettivo, sì, è chiaramente mantenere la categoria. Ma dobbiamo ragionare partita dopo partita, allenamento dopo allenamento, senza fare troppi calcoli a lungo termine".
A proposito di gironi: non sono ancora ufficiali, ma un’idea sul girone B ce la siamo fatta, e non dovrebbe cambiare troppo rispetto all’anno scorso. Lei l’anno scorso era nel girone C, alla Casertana, con problematiche diverse. Ma a posteriori, vedendo anche i risultati tra Coppa e playoff, il girone B sembra essere stato il più ostico dei tre…
"Sicuramente. Il girone B è molto competitivo, con piazze importanti ma anche realtà meno blasonate che però hanno strutture e possibilità economiche rilevanti. Ogni girone ha le sue difficoltà, ma questo è tosto, basta vedere i nomi delle squadre che ci saranno. Tante realtà vogliono tornare nel calcio che conta, quindi ci sarà da battagliare. Bisogna adattarsi in fretta e farsi trovare pronti".
Lo scorso anno nel girone C ci sono state diverse problematiche, con esclusioni in corsa come quelle di Taranto e Turris. Quest’anno ci sono criticità nel girone A, con la Triestina che è un grosso punto interrogativo. Secondo lei, c’è una soluzione possibile per evitare che la Serie C continui a vivere queste situazioni?
"Sicuramente la federazione si sta muovendo per evitare che si ripetano certe situazioni, come quelle dell’anno scorso soprattutto nel girone meridionale. Credo che si stiano stringendo i controlli e mi auguro, da appassionato di calcio prima ancora che da addetto ai lavori, che quanto visto la scorsa stagione non accada più. E ho fiducia che sarà così. Questo valorizza ancora di più il lavoro di realtà come il Pontedera, che tengono i conti in ordine in un calcio dove non è affatto semplice. Certo, dispiace vedere piazze come Taranto, Trieste, Messina o Lucca in difficoltà, ma mi auguro davvero che certe situazioni non si ripetano".
Il Milan Futuro sarà la prima Under 23 iscritta alla Serie D. In Serie C, invece, entrerà l’Under 23 dell’Inter al posto della SPAL. Lei ha una grande esperienza nei settori giovanili: che idea si è fatto di queste seconde squadre? Perché in Italia, dopo 8-9 anni dalla partenza con la Juventus, il progetto non sembra ancora decollare del tutto…
"Dipende da che punto di vista lo guardiamo. Se parliamo dal punto di vista tecnico, credo che Juventus e Atalanta - ma ora anche il Milan - abbiano tratto grandi benefici. Giocatori che hanno acquisito valore, fatto esperienza, e poi sono stati venduti o portati in prima squadra. L’Atalanta ha tanti giovani di valore in organico, la Juve ne ha formati parecchi. L’Inter ha un potenziale importante e penso farà bene. Certo, capisco chi si lamenta, soprattutto le piazze storiche della Serie C che magari non gradiscono affrontare le seconde squadre. Ma la medaglia ha sempre due facce. Se parliamo di crescita dei calciatori, il bilancio è positivo. Basta pensare ai tanti ragazzi passati nella Juve Next Gen due anni fa…".
Per voi club di Serie C, queste Under 23 rappresentano un ostacolo? Cioè, vi “tolgono” qualche giovane interessante?
"Sicuramente sì. Diventa un punto in meno da cui attingere, perché se Juve, Inter o Atalanta hanno un giovane interessante, preferiscono farlo crescere in casa. Lo formano internamente e lo mandano fuori magari l’anno dopo, in Serie B o A. Quindi sì, per noi c’è meno disponibilità. Però, se guardiamo il quadro generale, l’importante è che i calciatori crescano, che lo facciano in casa loro o in piazze come Pontedera o Caserta. L’obiettivo è far giocare i giovani".
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