Giuseppe Della Corte ❤ Barbara Carere

Giuseppe Della Corte è un portiere classe 1983 attualmente in forza alla Real S.M. Hyria, la squadra di Nola (NA) che milita in Serie D. E’ vero, il nostro sito tratta di Lega Pro, ma questa puntata della rubrica è un po’ “speciale”: la moglie di Giuseppe è infatti la giornalista Barbara Carere, che ai lettori di TuttoLegaPro.com racconta la loro storia d’amore. Proprio lei, che di solito è abituata a raccogliere confidenze amorose. Perché? Leggendo tutto sarà più chiaro…
Barbara, inedita posizione la tua quest’oggi: da intervistatrice a intervistata…
“Non vedevo l’ora (ridiamo, ndr). E’ dal 2008 che curo, per TuttoMercatoWeb.com, la rubrica “L’altra metà di...” intervistando le moglie dei calciatori, ma essendo anch’io moglie di calciatore speravo arrivasse il mio momento. E finalmente sei arrivata”.
E quindi veniamo a noi. Ma mi raccomando, non distrarti e ricordati che alle domande devi solo rispondere stavolta. Non puoi farle ...
“Sono prontissima, niente distrazioni”.
Perfetto, iniziamo. Come vi siete conosciuti tu e Giuseppe?
“Ci siamo conosciuti otto anni fa in vacanza al mare tramite amici comune, ma io, pur avendo capito il suo interesse, inizialmente non gli ho dato molta confidenza, anche perché ero da poco uscita da una storia molto dolorosa e avevo quindi trovato il mio equilibrio. Nonostante ciò, Giuseppe non si è dato mai per vinto, e ha insistito a corteggiarmi anche se io lo trattavo da amico e spesso rimandavo gli appuntamenti che lui mi dava, avvisandolo sempre con poco anticipo. E lui si è fatto furbo: una sera in cui dovevamo incontrarci, per paura che inventassi altre scuse, si presentò sotto casa mia mezz’ora prima dell’orario stabilito, in modo che non potessi negarmi. E da li è nato tutto…chi ti vuole davvero ti cerca”.
È stato lui a chiederti di sposarlo?
“Sì, e pensa che me lo ha chiesto solo dopo cinque mesi che stavamo insieme, ma non avrei mai detto di no perché sentivo che era quello giusto per me, mi ha subito dato grandi dimostrazioni. Sono quei sentimenti così forti difficili da spiegare. E tra l’altro è stato anche molto romantico: eravamo in chiesa a trovare un mio amico prete, e dopo lui, davanti a un dipinto di Gesù, si è inginocchiato e mi ha chiesto di sposarlo porgendomi l’anello”.
La grande intesa che avete si nota anche dalle tante cose che condividete. La più conosciuta, se così si può dire, è il Premio Malafemmena, che questo anno si terrà il 27 maggio.
“Sì, lo abbiamo ideato io e Giuseppe, dividendoci i compiti: lui si occupa della parte sportiva, io di quella dello spettacolo. E’ un premio con cui vogliamo omaggiare i napoletani che si distinguono nel mondo durante la stagione, tanto che il nome nasce in onore di Totò, il napoletano per eccellenza. Sua figlia, Liliana De Curtis, è tutt’oggi madrina dell’evento, mentre il testimonial è il nostro amico Cristian Bucchi”.
Da buon “agente segreto” quale sono diventata, so che condividete anche la passione musicale per i Duran Duran…
“Informatissima (ridiamo, ndr). Si, e a dirti la verità condividiamo anche molte altre cose. Io sono direttrice di Tele Libera Campania-TLC e insieme conduciamo il programma “Proviamoc1”, sulla Lega Pro, ma per rimanere sempre in tema di calcio abbiamo anche ideato due siti Internet, “Non solo calcio” e “No es solo futbol” insieme alla moglie del famoso Guarente. Un altro progetto a cui siamo legati è la scuola calcio San Luciano Lusciano “Solo per numeri 1 di Giuseppe Della Corte” con la quale contiamo di aiutare anche i ragazzi più disagiati”.
E’ quindi superfluo, visto anche il tuo lavoro, dire che il calcio non può mai aver negativamente influenzato la vostra vita di coppia…
“Esatto, e ti dirò di più: conoscendo bene i meccanismi del calcio sono avvantaggiata perché so come comportarmi. Quando perde sto zitta, se non è convocato sto ancora più zitta e così via. A parte gli scherzi, il calcio non sempre ci ha regalato gioie, ma è la volontà di superare insieme i brutti i momenti che fa la differenza”.
Avendo anche tante passioni che condividete insieme, presumo che Giuseppe non abbia poi così tanti difetti…sbaglio?
“Qualche difettuccio lo ha, sennò sarebbe troppo perfetto. Come tutti gli uomini è disordinato, però in casa mi aiuta, anche se a “mezzo servizio”, come gli dico sempre io. Ma è una persona buona, mi ha sempre messa al primo posto e per questo mi ritengo molto fortunata, non è da tutti dimostrare sempre amore. E’ anche molto altruista e generoso, a differenza mia che sono più impulsiva”.
Sei anche stata fortunata a non averlo mai avuto troppo lontano da casa…
“Devo riconoscere che Giuseppe ha sempre scelto soluzioni che non lo portassero troppo lontano da me, ma quando ha fatto scelte diverse io l’ho sempre appoggiato perché è giusto realizzarsi anche nel lavoro, non ostacolarsi è una forma d’amore. Certo, per chi vive in simbiosi come noi è stato duro vivere lontani, ma abbiamo sempre superato ogni avversità. La cosa che mi dispiace è non poterlo quasi mai veder giocare…”.
Saprai però dirmi quale è stato il momento più bello per la carriera di Giuseppe.
“Sicuramente un grande momento della sua carriera, dove ha avuto la fortuna di maturare professionalmente giocando con importanti personalità, è stata la stata la stagione alla Juve Stabia (2008-2009, ndr). Ma anche piazze come Cosenza (dal marzo al giugno 2012, ndr) e Torre del Greco (dal marzo al giugno 2011, ndr) gli hanno regalato tanto. E, non ultima, i sei mesi del 2010 passati a Potenza: il calcio stava vivendo la bufera del calcioscommesse, ma loro si salvarono sul campo”.
E invece la tua passione per il calcio come è nata?
“A Napoli, la mia città, si vive di calcio, e ai tempi di Maradona mio padre mi ha trasmesso la passione. Inizialmente, non avendo fratelli che potessero seguirlo, guardavo con lui le partite per farlo felice, ma poi mi sono lasciata prendere la mano e ho deciso di farne una professione, anche grazie all’aiuto di un amico”.
Per la moglie di un portiere è difficile ricevere dediche per un goal. Ce ne sono state altre?
“Glielo rinfaccio sempre. Però una dedica c’è stata: si era lasciato un po’ male dalla Marcianise, dove era cresciuto calcisticamente, e quando ha avuto occasione di giocarci contro e vincere la gara con la maglia della Juve Stabia, mi ha dedicato la partita intera”.
Quale è stato il regalo più bello che ti ha fatto?
“Chiedermi di sposarlo, non poteva scegliere un posto e un momento migliori. E’ il mio parafulmine, nonostante gli alti e bassi ci siamo sempre sostenuti”.
Per il mondo del calcio Giuseppe inizia a essere un “vecchietto”; una volta appese le scarpette al chiodo rimarrà comunque legato all’ambiente attraverso le sue iniziative o volterà completamente pagine?
“Rimarrà legato al calcio, ne vive. E fortunatamente si è subito creato alternative, i portieri lavorano di testa anche nella vita. Tra l’altro allenare gli piace molto, forse più che giocare, e i bambini della scuola calcio lo gratificano molto, è li che vede il calcio bello e il vero spirito di gruppo”.
Dovresti già conoscere l’ultima domanda…
“Sì, è la più bella”.
E allora: c’è qualcosa in particolare che vuoi dirgli tramite questa intervista?
“Non c’è niente che non gli dica sempre, ma è bello sentirsi dire certe cose. Lo amo, e sono orgogliosa di lui, perché alla fine mi sono innamorata di mio marito nelle difficoltà, vedendo che ha sempre trovato la forza di venirne fuori. Si può solo esser fieri di una persona così”.
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