Attenti a quei due: c’è una vecchia coppia-gol che fa sognare una città intera. Il Rimini non arriva a Natale ma non frega niente a nessuno…

Attenti a quei due: c’è una vecchia coppia-gol che fa sognare una città intera. Il Rimini non arriva a Natale ma non frega niente a nessuno…TMW/TuttoC.com
Oggi alle 00:00Il Punto
di Redazione TC
Editoriale di Nicolò Schira

Come al solito nello scrivere il consueto editoriale di metà settimana bisogna separare il bello che offre questa categoria, con notevoli storie di calcio da raccontare ed evidenziare che fanno da contraltare alle vicende di cronaca alle quali siamo ormai abituati da tempo tra penalizzazioni a raffica (e siamo soltanto a inizio settembre) e società con un piede già nella fossa. Si salvi chi può: mai come stavolta è proprio il caso di dirlo. 

Partiamo appunto con il bello che ci sta regalando questo primo scorcio di campionato e il nostro focus non può non essere dedicato a una piazza che sta sognando a occhi aperti di tornare a grandi livelli. Ci riferiamo all’Arezzo, unica squadra di Lega Pro insieme al Catania a punteggio pieno dopo tre giornate. Se il buongiorno si vede dal mattina, il popolo amaranto può cullare sogni di gloria. Merito di una coppia che ai tempi in cui giocavano non si è mai incrociata nello stesso spogliatoio. Un peccato visto che per caratteristiche tecniche si sarebbero completati alla perfezione: forte di testa e goleador micidiale negli ultimi sedici metti uno, artista geniale tutto dribbling e colpi di classe il secondo. All’anagrafe la coppia in questione risponde ai nomi di Christian Bucchi e Nello Cutolo, oggi rispettivamente allenatore e direttore sportivo dell’Arezzo primo in classifica nel Girone B. Sul mercato il giovane dirigente campano non ha sbagliato una mossa, rinforzando un organico già da Playoff con 4-5 elementi di spessore per la categoria come Cianci, Tito, Mawuli e De Col. Tutta gente abituata a vincere i campionati e che in C rappresenta una garanzia. Al loro fianco occhio a un paio di talentini come Iaccarino e Dell’Aquila, che possono esplodere definitivamente. Insomma, gli amaranto hanno il giusto mix per arrivare nelle prime quattro posizioni e giocarsi qualcosa di molto importante. Il tutto poi è stato affidato alle sapienti cure di un tecnico, che fino a qualche anno fa tutti catalogavano come uno dei più bravi nel panorama dei giovani allenatori emergenti. Quel Bucchi che ha avuto coraggio nel rimettersi in gioco in C e l’ha fatto con la testa e la fame giuste per rilanciare la propria carriera. Umiltà e lungimiranza, ci verrebbe da aggiungere. Ecco perché il tandem con Cutolo può regalare emozioni anche in giacca e cravatta e non solo quelle in realtà non materializzatesi in tacchetti e calzoncini…

In chiusura una riflessione amata quanto preoccupante: tra gli addetti ai lavori della terza serie è ormai partito il toto-data relativo al de profundis del Rimini. Ovviamente la speranza è che possa esserci una svolta societaria dietro l’angolo, ma tra ribaltoni alla presidenza, dirigenti che vanno e vengono e allenatori fuggiaschi il quadro relativo ai romagnoli è decisamente a tinte fosche. Con la diaspora dei principali talenti già avvenuta e con manipolo di ragazzini alle prime armi coadiuvati dal duo De Vitis-Bellodi (gli unici a non mollare la barca che affonda…) a cercare di salvare il salvabile. Tanto che la maggior parte delle persone sono convinte che il club non arriverà a Natale. Qualcuno dice addirittura ad Halloween. Vedremo. Comunque vada sarà un’altra ferita pesante alla credibilità di un calcio italiano che sta andando in frantumi e si esalta per aver battuto Estonia e Israele (con grandi sofferenze), quando una volta i successi su queste nazionali di quarta fascia calcistica non avrebbero meritato più di un trafiletto. Meglio non divagare e restare ancorati ai problemi della terza serie, dove un altro caso Taranto-Turris si appropinqua all’orizzonte. Spiace il silenzio assordante sulla vicenda fuori dall’Emilia-Romagna dedicato a questa spiacevole vicenda. L’ennesima pagina triste riguardante il nostro malandato calcio italiano. D’altronde meglio festeggiare tra lustrini e paillettes negli studi di Sky l’accordo televisivo triennale (anche se i focus di approfondimento sulla categoria da parte del Broadcaster di Rogoredo lasciano il tempo che trovano e fanno rimpiangere la defunta Eleven, il che è tutto dire…) che affrontare i reali problemi. Occhio poi a non fare la fine di quelli che ballavano (beata incoscienza…) agli inizi del Novecento su quel transalatlantico destinato a scrivere a storia (in negativo). Come si chiamava? Il Titanic, appunto.