FVS, un flop annunciato. Ancora caos a Rimini: davvero si pensa di risolvere la crisi del calcio diminuendo le retrocessioni?

FVS, un flop annunciato. Ancora caos a Rimini: davvero si pensa di risolvere la crisi del calcio diminuendo le retrocessioni?TMW/TuttoC.com
Oggi alle 00:00Il Punto
di Luca Esposito

Editoriale di oggi che si apre con una riflessione sull'FVS, strumento teoricamente introdotto per aiutare gli arbitri e per diminuire le polemiche, ma che proprio non piace a nessuno. L'assenza di immagini nitide e di apposite telecamere in grado di togliere "ogni ragionevole dubbio", le strategie degli allenatori che spesso usano la card per spezzettare il gioco e innervosire l'avversario, le perdite di tempo e la scelta dei direttori di gara di confermare quasi sempre le decisioni da campo imporrebbero una serie di riflessioni da parte di Orsato. Parlare di fallimento forse sarebbe prematuro e ingeneroso, ma lo ribadiamo senza troppi giri di parole: l'FVS non è il VAR, in C occorrerebbero investimenti che in tanti non possono permettersi e dunque tanto vale tornare allo status quo ante e accettare l'errore umano senza retropensieri e con la consapevolezza che il livello generale non sia particolarmente alto. Ogni settimana ci sono proteste su tutti i campi: il Catania reclama per un rigore non fischiato a Casarano, in passato si era infuriata la Salernitana, anche Mangia dell'Altamura ha alzato la voce per un gol annullato alla sua squadra e per l'assenza di immagini che consentissero di stabilire con certezza se la posizione di Simone fosse regolare. Insomma, si stava meglio quando si stava peggio. E le dolenti note non sono finite qui. Perchè il Rimini subisce altri due punti di penalizzazione e si trascinerà fino a fine campionato con la consapevolezza che solo un miracolo sportivo o un ribaltone societario pre-mercato potrà cambiare un destino che appare già scritto dal momento dell'iscrizione. Sarebbe stucchevole ripetere quanto abbiamo detto dopo le estromissioni in corso d'opera di Taranto e Turris, ci chiediamo soltanto quando imporranno criteri più stringenti prima di iscrivere le squadre. Siamo tra i professionisti, non al torneo dei bar, e vedere una Triestina con -23 o un Rimini (-15) mestamente ultimo toglie soltanto credibilità al calcio italiano. Nessuno si meravigli, dunque, se l'Italia rischia di non partecipare al mondiale per la terza volta di fila e se davvero si pensa di risolvere i problemi diminuendo il numero di retrocessioni allora è meglio alzare bandiera bianca.

Provando a parlare di calcio, lo scontro al vertice tra Brescia e Vicenza servirà solo teoricamente a riaprire i giochi per la promozione diretta. Non ce ne voglia nessuno e faccia gli scongiuri mister Gallo, ma i biancorossi fanno un percorso a sè e si ritrovano in un girone obiettivamente livellato verso il basso rispetto agli altri due. Nel raggruppamento B grande attesa per Ascoli-Arezzo, due grandi piazze che sognano palcoscenici più prestigiosi ma che dovranno guardarsi alle spalle visto che il Ravenna non molla e ci crede. Intanto il Bra batte il Pontedera e torna in discussione la posizione di Menichini, cui unico "errore" è stato forse quello di accettare di restare con budget scarno per gli acquisti e dopo aver fatto già un'impresa pochi mesi prima. Nel girone C crisi per il Crotone, battuto per 2-0 da un Cerignola al terzo successo di fila. Brava la società a non esonerare un allenatore bravo come Maiuri, in terra calabrese blindano Longo ma, nelle ultime 6 gare, sono arrivate quattro sconfitte, un pareggio a Salerno (giocando una partita rinunciataria, risultato che stava molto stretto all'attuale capolista) e una vittoria col Sorrento. Numeri che comunque imporrebbero una riflessione. A Picerno, infine, sfogo della dirigenza all'indirizzo dei calciatori, sott'accusa e a rischio taglio. Una favola senza lieto fine? Il rischio retrocessione è concreto come non mai negli ultimi anni.