I retroscena dell'ATA Executive: quando il calciomercato diventa folle

I retroscena dell'ATA Executive: quando il calciomercato diventa folleTMW/TuttoC.com
L'interno dell'ATA Executive
© foto di Marco Conterio/TuttoMercatoWeb.com
sabato 2 febbraio 2013, 15:56Il Punto
di Sebastian DONZELLA
il mio racconto, la mia prima esperienza al calciomercato: con TuttoLegaPro.com

Agenti, giornalisti, curiosi, direttori, presidenti, talent-scout e ... papà. Tutti, ma proprio tutti, come studenti alle prese con un esame: prima svogliati, poi un po' più propositivi, negli ultimi attimi, addirittura, frenetici. Un occhio all'orologio e uno al contratto. La scuola? L'ATA Hotel Executive di Milano, sede ufficiale. La materia? Il calciomercato, of course.

TuttoLegaPro.com vi ha raccontato gli ultimi tre giorni di trattative nei minimi dettagli, grazie ai suoi inviati sul campo e dietro le scrivanie. Dalla Lombardia alla Sicilia (come il sottoscritto), passando per il Lazio. Preziosi e fondamentali tanto i primi quanto gli ultimi. Ma nessuno vi ha ancora raccontato i retroscena di questa sessione invernale di calciomercato. Con pochi soldi ma tanta fantasia.

A cominciare da quella del padre di Luca Berardocco. Quasi un secchione, visto che ha finito il suo compito un giorno prima degli altri. Il 30, infatti, dopo aver flirtato (nonostante l'età) con diversi procuratori, è riuscito a piazzare il figlio alla FeralpiSalò. Un doppio salto all'indietro, visto che il giovane classe '91 militava a Pescara. Ma un girone di ritorno ad alti livelli potrebbe far diventare questa strana operazione di mercato un colpo di genio. Alla faccia degli agenti FIFA.

Tanti presidenti, diversi stili. Lillo Foti, numero uno della Reggina, rimane fermo per l'intero pomeriggio di fronte alla reception dell'hotel. Al contrario, Giuseppe Cosentino, numero uno del Catanzaro, lo vedi sempre in un posto diverso. Fino al rush finale, quando passa tra la folla, correndo, nonostante la non più tenera età, viste le 63 primavere. Obiettivo il primo piano dell'ATA Hotel Executive, il luogo magico (interdetto, ahinoi, ai giornalisti) dove depositare i contratti.

Per smorzare la tensione, tanti dirigenti preferiscono il sorriso alla frenesia. Come Gioacchino Novelli, DS del Melfi (al quale va anche la palma di più elegante, visto il papillon intonato al completo grigio), che a un suo collega dichiara - con un ghigno - di voler perfezionare, negli ultimi minuti, il tesseramento di Platini e Maradona. O come l'AD del Lecce, Antonio Tesoro: a un giornalista che gli chiedeva notizie sulle ultime operazioni dei salentini, risponde ridendo: "Ho preso D'Ambrosio, che c.... volete ancora?". 
C'è invece chi, venendo dall'Africa, prende esempio dalla Sfinge. Come il procuratore di Doukara, gioiellino del Catania, enigmatico fino all'ultimo. La risposta a ogni domanda è "Boh, non so".

La parte più emozionante però la regalano, come sempre, i calciatori. In questo caso fuori dal campo. Cristian Altinier, dato in mattinata tra Lumezzane e Cremonese, arriva, a un'ora dalla fine, agli ascensori che portano alle salette superiori, accompagnato dal suo agente. "Cremonese o Lumezzane?" la domanda del nostro direttore. "Portogruaro", risponde veloce prima di schiacciare il pulsante. Ci spiazza, come fa in campo con gli avversari, ma TuttoLegaPro.com è veloce a raccogliere quest'altra esclusiva.
Lo stopper Claudio Miale, invece, arriva in un attimo da Savona. In mattinata è convinto di andare a Cuneo poi, per strane alchimie di mercato (leggasi: rinuncia del difensore piemontese Sentinelli di andare a Nocera preferendo proprio Savona), finisce a Venezia. Contento lui, contenti i lagunari, che lo corteggiavano da diverse settimane. Meno contente saranno le sue arterie. Il tragitto in macchina da Savona a Milano, infatti, riesce per un soffio. Il roccioso difensore arriva all'ATA Hotel Executive giusto in tempo per firmare.
Cosa che invece non accade a Martin Ulloa. Il centrocampista del Catanzaro non accetta, nelle ultime ore, ben due destinazioni. Né Chieti, né Hinterreggio. Per la gioia sua ma non, di sicuro, di qualche dirigente calabrese. Poi sarà il tempo di Raiola e del suo show. Ma a noi non interessa. Lo spettacolo della Lega Pro, con le sue 69 squadre, è bastato e avanzato. Buon girone di ritorno a tutti!