MONZA, I CALCIATORI RINUNCIANO A UN MESE DI STIPENDIO PER EVITARE LA CRISI. REAL VICENZA, SEI IL NUOVO LUMEZZANE. POTEVAMO GUSTARCI ROBERTO BAGGIO IN LEGA PRO...

MONZA, I CALCIATORI RINUNCIANO A UN MESE DI STIPENDIO PER EVITARE LA CRISI. REAL VICENZA, SEI IL NUOVO LUMEZZANE. POTEVAMO GUSTARCI ROBERTO BAGGIO IN LEGA PRO...
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sabato 18 ottobre 2014, 08:30Il Punto
di Nicolò SCHIRA
Redattore e massimo esperto di calciomercato per TuttoLegaPro. Opinionista sulla Lega Pro per Radio Sportiva e sul calciomercato per Radio CRC e Radio24. Ha lavorato a Sportitalia nelle trasmissioni "Aspettando il Calciomercato" e "SpecialeSerieB"

Il Monza vince ma non convince. Sul piano del gioco la manovra non decolla e solo i lampi di uno stratosferico Vita e le parate prodigiose di un Viotti versione saracinesca hanno regalato il successo nel derby contro il Como. Poco male diranno coloro che si basano solamente sul risultato finale. D'altronde la terza vittoria consecutiva riporta serenità in un ambiente lacerato dalle polemiche e dalla querelle societaria. Dichiarazioni ampollose e ridontanti in conferenza stampa e la consueta caccia ai cronisti, colpevoli di aver fatto, semplicemente, il loro lavoro. Ovvero aver sviscerato alcune difficoltà attanaglianti il club in merito ai deficit di bilancio del passato (1,3 mln di euro), oltre a tentare di far luce sulle voci (riportate da autorevoli fonti e testate estere) in merito ad alcune problematiche imprenditoriali che avrebbero coinvolto il patron Armstrong-Emery fra Singapore e Brasile. D'altronde l'ha ammesso lo stesso direttore generale Ulizio: se alcuni spifferi filtrano da Monzello con dovizia di particolari, la colpa non è certamente dei media. Piuttosto non sono abbastanza operativi i vertici dirigenziali ad ovattare tutto quanto riguarda la propria formazione. Quello che è stato celato nella conferenza stampa di giovedì riguarda il pagamento degli stipendi: formalmente e ufficialmente avvenuto, con modalità però differenti da quelle evidenziate. Promesse disattese nei confronti dei tesserati, che si sono sfogati con amici e tifosi. Un plauso ai calciatori biancorossi che hanno rinunciato al pagamento dello stipendio di agosto per evitare che il club subisse penalizzazioni in classifica, compromettendo dunque anche il loro lavoro quotidiano di professionisti. Solo la mensilità di luglio è stata corrisposta. Qualche dirigente avrebbe poi proposto ad alcuni calciatori importanti la ridiscussione al ribasso dei contratti già in essere: formalmente impossibile secondo i regolamenti Figc, che - qualora si palesasse uno scenario del genere - aprirebbe d'ufficio un'inchiesta. Inoltre un interrogativo appare lecito quanto scontato: perchè un calciatore che in estate ha sposato il progetto brianzolo - preferendolo a competitor di categoria superiore poichè attirato da offerte economiche rilevanti - dovrebbe ora abbattere i propri emolumenti? Il suo dovere in campo l'ha fatto come testimoniano i sedici punti ottenuti in nove gare dalla squadra monzese. Evidentemente qualcun altro ha sbagliato oppure non è in grado di mantere i patti stipulati in estate...

Continua a stupire il Real Vicenza, passato in quindici mesi dalla Serie D al sogno cadetto. Una escalation incredibile dovuta alla solidità societaria del patron Lino Di Quigiovanni che, dopo la stagione di apprendistato in Lega Pro condita da alti e bassi, in estate ha operato una ristrutturazione tecnica e societaria. Il modello, nel vero senso della parola, è stato quello del Lumezzane. Un club per anni capace di strabiliare tutti con risultati brillanti e bilanci virtuosi, ottenuti grazie alle maxi-plusvalenze dei talenti lanciati. Da Balotelli a Cassetti, passando per Matri sino a Brignoli e Baraye. Gli ultimi due in ordine di tempo a spiccare il volo verso lidi di categoria superiore. Dal club valgobbino è sbarcato in biancorosso il segretario generale Pasquale Paladino. Il deus ex machina delle ultime stagioni del sodalizio bresciano ha rappresentato la pietra angolare, sulla quale edificare il nuovo corso vicentino. Non a caso proprio Paladino ha caldeggiato il nome di Michele Marcolini quale nuovo tecnico del Real. L'ex mezzala di Bari e Chievo, al suo secondo anno in panchina, sta facendo ricredere gli scettici e spesso è stato risolutivo con i suoi cambi in corsa. Parecchi, infatti, i punti conquistati dalla truppa veneta nella ripresa grazie alle reti dei subentrati. Sul mercato altresì sono arrivati elementi preziosi per la categoria come Cristini, Dalla Bona e Polverini, che sommati ad un craque quale Sasà Bruno stanno ottenendo risultati strepitosi. Proprio il bomber ex Juve Stabia si è rivelato il vero leader della squadra vicentina. Gol ed esperienza al servizio di una piccola realtà: non era facile per un cannonniere del suo calibro calarsi in una situazione simile. Spesso in situazioni analoghe elementi del genere finivano a svernare nella terza serie. Così non è stato e sulla falsa riga del modello Lumezzane (nell'ultimo triennio ridimensionatosi nei risultati per il malcontento del presidente Cavagna ndr) ora il Real può davvero ambire al ruolo di guastafeste del Girone A di Lega Pro...

Ci sono calciatori che non hanno maglia nè bandiera. Il più grande di tutti a livello italiano è, senza ombra di dubbio, Roberto Baggio. Pallone d'oro nel 1993 e capace da solo di trascinare la Nazionale, quella di Arrigo Sacchi ad Usa '94, ad un passo dalla Coppa del Mondo. Campione immenso e in grado di far innamorare, indistintamente, tutti gli italiani. Deliravano per lui juventini, milanisti, interisti, napoletani, fiorentini, bolognesi e chi più ne ha, più ne metta. A furor di popolo fu imposta la sua convocazione per Francia '98 all'allora commissario tecnico Cesare Maldini. Quattro anni più tardi l'Italia si divise e scaricò Giovanni Trapattoni dinanzi alla clamorosa esclusione per la spedizione, poi rivelatasi disastrosa, nippocoreana. Il fuoriclasse amato da grandi e piccini. Personalità carismatica e per questo motivo ingombrante. Per saperne di più citofonare ai domicilii di Sacchi e Lippi. Al Settore Tecnico della Figc gli fu impedito di operare reali riforme e miglioramenti per quanto riguarda il movimento giovanile. Il Divin Codino non è persona da restare dietro una scrivania a dispetto dei santi. Per questo ha detto addio, una scelta di sua spontanea volontà. Interviste ridotte ad un paio di apparizioni annuali ad eventi pubblici, a fronte di ex colleghi molto meno celebrati che rilasciano dichiarazioni su qualunque argomento almeno tre-quattro volte al giorno fra radio, siti e televisioni. Baggio non cerca visibilità e neppure pubblicità. Passa parte dell'anno a caccia nella sua tenuta in Argentina. Riottoso ai clichè che accompagnano molti suoi colleghi, si è allontanato dal mondo del calcio. Eppure, a maggior ragione in questi giorni di furibonde accuse arbitrali e nuove intercettazioni legate al calcioscommesse, servirebbero Uomini come lui. Il Vicenza in estate dopo la retrocessione in Lega Pro era stato tentato di riportarlo all'ovile. Troppo forte il richiamo della squadra in cui era cresciuto, lo stesso fantasista di Caldogno ne era rimasto lusingato. Tutta da sviluppare l'idea legata al suo ruolo: i tifosi lo sognavano sulla panchina del Menti, ma più probabilmente avrebbe avuto un incarico dirigenziale o di gestione del settore giovanile. Alla fine i biancorossi sono stati riammessi in Serie B tramite il ripescaggio e la suggestione di vedere, seppur non in campo, Roberto Baggio in Lega Pro è svanita. Quanto manca un'icona del genere al nostro calcio. Chissà che qualche illuminato presidente o scafato direttore generale non possa rifletterci e magari affidare all'ex numero dieci un incarico di rilievo nel mondo del pallone. D'altronde, come cantava Cesare Cremonini, da quando Baggio non gioca più, non è più domenica...