Sergio Cruz a TLP: "A Catanzaro bella esperienza. In Italia c'è razzismo, ma Boateng..."

Il calciomercato: territorio di procuratori, di vere e proprie volpi del mercato travestiti da dirigenti, di giornalisti alla disperata ricerca dello scoop e di telespettatori annoiati pronti ad assimilare qualsivoglia notizia fresca. Storie come quella di Sergio Pereira Cruz, però, ricordano a tutti noi che, alle volte, le sessioni di trattative hanno il potere di cambiare la stagione di un calciatore che vuole semplicemente giocare.
Si, perché l'attaccante brasiliano classe '88, resosi conto che a Catanzaro non avrebbe trovato spazio , non ha esitato un secondo a scendere di categoria, firmando con l'HinterReggio, pur di avere spazio. Una dimostrazione che, in lui, la voglia di campo era superiore al poltronaggio e alle mire di categoria e di guadagno. E gli "Dei del calcio" hanno premiato questo dando la possibilità a Cruz di bagnare l'esordio in maglia biancoblucon una doppietta a una sua ex squadra, il Campobasso.
TuttoLegaPro.com ha contattato in ESCLUSIVA il talentuoso attaccante, ex Rieti, Guidonia e Lupa Frascati, in Italia sin dall'inizio della sua carriera, con cui abbiamo parlato di tutto un po'. Segue l'intervista completa.
Una doppietta alla sua ex squadra, il Campobasso. Le è spiaciuto segnare proprio a loro o è una soddisfazione in più?
"Per come la vedo io, per un calciatore è uguale segnare contro questa o quella squadra. Qualunque club si affronta è sempre un piacere fare gol. Se se ne fanno due, meglio ancora (ride, ndr)".
Questi due gol sono anche un messaggio per il Catanzaro?
"No, non direi. A Catanzaro il mister ha semplicemente deciso di cambiare modulo, passando da tre punte a due. Così gli attaccanti hanno trovato meno spazio e per questo ho deciso di cambiare squadra, passando all'HinterReggio a titolo definitivo".
Quest'estate desiderava la Prima Divisione, ma in giallorosso le cose non sono andate bene. È rimasto deluso dalla scelta fatta?
"No, a Catanzaro ho vissuto comunque una bella esperienza. Con mister Cozza ho imparato parecchio, a livello tattico e di movimenti. Anche coi compagni mi sono trovato bene; è stato bello giocare con Fioretti".
Ora però c'è da pensare all'HinterReggio, con l'obiettivo salvezza...
"Si, ci siamo rinforzati per raggiungere la salvezza il più presto possibile. Il gruppo è buono, i ragazzi si impegnano tanto e abbiamo un allenatore bravo e che ci fa lavorare duro. I risultati stanno arrivando e sono convinto che continueranno ad arrivare".
A livello personale che obiettivi si pone per il futuro?
"Spero di fare bene, di segnare tanti gol per aiutare i compagni. Arrivare alla doppia cifra sarebbe buono, però so che è difficile. Ad ogni modo mancano ancora tante partite. Poi l'obiettivo è anche quello di fare bene per tornare il prima possibile in Prima Divisione".
Come straniero da anni in Italia, che idea si è fatto del caso-Boateng?
"Non ho seguito molto il bene la vicenda. Posso dire che, da quanto ho visto nella mia carriera, in Italia un po' di razzismo per i giocatori di colore c'è, anche se a me non hanno mai fatto niente. Poi per quanto riguarda la reazione di Boateng, lui è un campione e deve comportarsi come tale. È un mito per i bambini e per la gente, quindi avrebbe dovuto cercare di contenere la rabbia e di non fare quel gesto".
Molti suoi colleghi e connazionali, anche più illustri, soffrono la saudade, la nostalgia di casa. Lei invece non sembra proprio avere questo problema...
"Io più che la saudade soffrivo il freddo a Campobasso. Sotto questo punto di vista già a Catanzaro e a Reggio mi sono trovato meglio; anche in mesi così rigidi riesco ad allenarmi bene. Poi se un giorno troverò qualcuno che mi riporterà in Brasile da calciatore, la voglia di tornare in patria c'è".
A proposito di colleghi più illustri, è l'argomento della settimana: lei a chi avrebbe dato il pallone d'oro?
"Messi è il più forte del mondo, ma io sono un fan di Cristiano Ronaldo. Quindi anche se Messi ha battuto il record di reti in un anno solare io l'avrei assegnato al portoghese".
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