ESCLUSIVA TLP - Lussardi racconta la sua carriera spezzata: "Sognavo di arrivare in A da calciatore. Voglio riuscirci in un'altra veste. Pavia e Piacenza nel cuore"

La carriera di Andrea Lussardi si è arenata sul più bello: a sconfiggere il talentuoso centrocampista del Pavia Calcio è stata una miocardite. Contro la salute non si può nulla, neppure un dribbling. Uno di quelli che amava fare sulla fascia sin dai tempi del settore giovanile dell'Inter: Piacenza e Reggina le altre sue tappe nel professionismo. A Pavia si era messo in luce nella scorsa stagione e in estate la dirigenza del club di via Alzaia aveva deciso di acquistarne la metà del cartellino. Un investimento importante per un classe '92, a testimonianza di come in riva al Naviglio si credesse fortemente nell'estro della mezzala lodigiana. A soli ventuno anni, invece, Lussardi è costretto a fermarsi, almeno per un biennio. Periodo nel quale verrà tenuto sotto controllo dai medici. Magari fra ventiquattro mesi lo rivedremo su qualche manto erboso a tirare calci ad un pallone. Perchè quella è la sua vocazione: per conoscerlo meglio e vivere la sua storia TuttoLegaPro.com l'ha intervistato in esclusiva.
Partiamo dalla decisione definitiva di lasciare il calcio: come è maturata?
"Alla fine non è neanche stata una mia scelta, i medici mi hanno comunicato che non mi avrebbero rilasciato l'idoneità all'attività agonistica. Quando c'è la salute in ballo, non si può pensare al resto e così ho dovuto accettare".
Adesso si sanno le cause degli svenimenti?
"Precisamente no. Neppure i medici sanno spiegare l'origine della cicatrice sul cuore che mi hanno trovato. Probabilmente neanche questa miocardite sarebbe la causa principale degli svenimenti. Quanto mi è accaduto non è riconducibile alla cicatrice".
Riavvolgiamo il nastro dei ricordi e torniamo a domenica 25 agosto: quella sera lei era in campo contro il Mantova e si accascia al suo all'improvviso durante il match, perdendo i sensi. Sensazioni?
"Ogni tanto ci penso, non posso negarlo. Quella è stata la mia ultima partita. Spero a volte che sia stato solo un sogno. Mi piacerebbe svegliarmi e tornare in campo come se nulla fosse accaduto. Purtroppo non è così, ma non voglio piangermi addosso...".
Lei era una giovane promessa del mondo del calcio: adesso cosa farà?
"Mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio. Fin da piccolo questa è la mia passione e la mia vita, magari farò il corso per diventare allenatore fra qualche anno".
Intanto di cosa si occuperà?
"Riordinerò le idee e magari mi concentrerò sull'università. Il calcio rimane il mio mondo e mi piacerebbe continuare, seppur in un'altra veste, a farne parte".
Quest'anno doveva essere l'anno della sua esplosione: il Pavia in estate aveva acquistato la metà del suo cartellino e voleva puntare forte su di lei...
"L'anno scorso ero partito così così, ma nel girone di ritorno avevo trovato continuità riuscendo così a offrire un buon contributo per la squadra. Quest'estate ero partito bene in ritiro e c'erano tutti i presupposti per disputare un'annata importante. Purtroppo è andata così...".
Da Piacenza ci sono arrivati parecchi messaggi per lei: che ricordi conserva dell'avventura in biancorosso?
"A Piacenza sono cresciuto calcisticamente prima di approdare all'Inter e la considero un po' casa mia, avendo affrontato lì anche il mio primo anno nei professionisti. Un anno sfortunato fra infortunio al ginocchio e il fallimento del club: eppure i tifosi mi sono sempre vicini, mi hanno incoraggiato e la gara al rientro dopo l'infortunio la conserverò sempre fra i ricordi più belli della mia carriera".
Anche a Pavia ha conquistato l'affetto della gente in poco tempo...
"Splendidi anche qui, dove l'anno scorso ho fatto parte di un grande gruppo. Quest'anno ho avuto poco tempo per vivere lo spogliatoio a causa delle problematiche capitatemi. Anche questa piazza rimarrà sempre dentro di me".
Sui social network la sua vicenda ha catalizzato l'attenzione di parecchi suoi colleghi, che l'hanno inondata di messaggi e post su Facebook e di cinguettii su Twitter...
"Ringrazio tutti per i tanti messaggi ricevuti. Sono stato travolto dall'affetto dei miei ex compagni. Ho sempre avuto un bellissimo rapporto con tutti loro e sono orgoglioso di aver instaurato questi rapporti di amicizia. Sono queste le cose che rimangono: mi inorgoglisce il fatto di aver lasciato di me un bel ricordo a tutti".
Due anni di stop e di controlli: ma poi potrà tornare in campo?
"Sinceramente per l'idoneità la vedo molto dura. Credo che la mia carriera calcistica sul campo sia finita qui, difficilmente credo possa essere accordato il nulla osta per giocare".
Se il Pavia le offrisse un ruolo da osservatore/dirigente, accetterebbe?
"Mi farebbe piacere e mi metterei in gioco, dovessero offrirmelo. Il calcio è il mio mondo e voglio continuare a farne parte. Una proposta del genere da parte del Pavia, qualora si verificasse, la valuterei con grande interesse ed attenzione...".
Il sogno da calciatore si è spezzato, adesso ha un altro sogno nel casseto da realizzare?
"Il mio sogno era di arrivare in Serie A da calciatore, spero di farcela in un nuovo ruolo e in un'altra veste. La passione e l'impegno non mi mancano".
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