INTERVISTA TC - Scapuzzi: "Dal City alle mie 5 stagioni con la Pro Sesto"

21.11.2020 10:30 di Valeria Debbia Twitter:    vedi letture
Luca Scapuzzi
TMW/TuttoC.com
Luca Scapuzzi
© foto di Jacopo Duranti

Un'esperienza, a 20 anni, al Manchester City con Roberto Mancini in panchina e compagni del calibro di Edin Džeko, tre pesanti infortuni al ginocchio affrontati ed ora la quinta stagione consecutiva nelle file della Pro Sesto dove indossa anche la fascia da capitano: Luca Scapuzzi si racconta ai microfoni di TuttoC.com, tra un campionato da matricola ma finora sopra le righe e i ricordi di una carriera ricca di eventi sia positivi sia (purtroppo) negativi.

Partiamo dall'attualità: domenica scorsa un pari con la Lucchese in una partita che mister Parravicini ha definito 'stregata', con il portiere rossonero protagonista di parate clamorose. Tu comunque sei risultato il migliore in campo...
"E' vero, il loro portiere è stato molto bravo. Noi abbiamo avuto delle occasioni, ma siamo andati in svantaggio e quando capita, diventa tutto difficile. Siamo comunque stati bravi a pareggiarla. Un punto va bene, venivamo da quattro vittorie, siamo in un ottimo momento".

Questo ottimo momento porta a considerare il prossimo match in casa della Pro Vercelli una sfida di alta classifica: lo avreste mai pensato ad inizio stagione?
"Diciamo che noi abbiamo voluto sempre ragionare partita per partita. So che questo gruppo ha dei valori, abbiamo anche bene in testa il nostro obiettivo. Adesso, però, siamo lì e siamo a giocarci una partita sicuramente interessante, nella quale potrà venir fuori qualsiasi risultato. Dobbiamo prepararci al meglio, come stiamo facendo e goderci la partita. Noi andremo comunque là per vincere".

Qualche settimana fa il tuo compagno Luca Palesi ci ha parlato di una grande serenità all'interno dello spogliatoio.
"Sicuramente l'unione del gruppo è la nostra forza, non abbiamo giocatori che hanno fatto anni in questa categoria, ma abbiamo tutti ottimi giocatori e tanti giovani. Siamo ben consapevoli di ciò che dobbiamo fare per ottenere i risultati. Questo vale dal lunedì alla domenica: noi lavoriamo bene in settimana e i risultati si vedono la domenica. Semplicemente dobbiamo continuare a lavorare così, seguire le indicazioni del mister, perché se vogliamo continuare a tenere questi risultati dobbiamo andare più forti degli altri. Perché a livello qualitativo ci sono sicuramente squadre più attrezzate di noi".



Nei giorni scorsi siete risultati, in una nostra analisi delle matricole, la migliore tra le nove neopromosse dalla D: avete infatti l'invidiabile media di 1.70 punti, la più alta appunto tra le matricole di questa stagione, oltre alla terza miglior difesa del girone.
"E' stata allestita una rosa con giocatori che hanno voglia di mettersi in mostra e che finora in questa categoria avevano trovato forse meno spazio, stanno tutti seguendo le indicazioni del mister, la squadra lavora compatta. Con questo spirito gli avversari fanno più fatica a farci gol, perché già dagli attaccanti si lavora per la fase difensiva. Lavoriamo tanto durante la settimana su questa cosa e siamo organizzati. La media punti importante viene dai risultati che abbiamo ottenuto, ma non credo sia una sorpresa perché - come detto - lavoriamo per questo. Poi chiaramente le partite possiamo vincerle o perderle sull'episodio, ma sicuramente per batterci gli altri devono fare fatica".

Questa stagione è purtroppo caratterizzata dalla pandemia da Covid-19: in ogni giornata si vive qualche rinvio, a volte solo orario a volte a data da destinarsi. Voi, ad esempio, dovete recuperare la gara col Como. Negli ultimi giorni si è parlato dell'ipotetico stop al campionato di un mese, ma il presidente Ghirelli non si è dimostrato di questo avviso.
"Noi siamo molto controllati, le partite alla fine si stanno giocando quasi tutte proprio perché il protocollo è efficace. Noi abbiamo vissuto solo qualche spostamento orario e dovremo recuperare col Como mercoledì 3 dicembre. Il campionato sta andando avanti: chiaramente è particolare, ma lo è per tutti, dato il periodo. Per me non c'è necessità di fermarsi: c'è un calendario e bisogna seguirlo, se ci saranno rinvii, ci saranno recuperi. Bisogna andare avanti: coi controlli che facciamo è ridotta al minimo la possibilità di contagiarsi anche fra compagni. Speriamo che pian piano si torni alla normalità, anche per la questione tifosi: vorremmo riaverli, visto che il nostro ritorno tra i professionisti dopo parecchio tempo (10 anni, ndr)".

Passando a parlare di te, sei in biancoceleste dal novembre 2016, quindi festeggi la tua quinta stagione di fila con la Pro Sesto. E lo fai con la fascia da capitano al braccio.
"Dal primo giorno che sono arrivato, l'obiettivo era tornare tra i professionisti con questa società. Ci abbiamo messo qualche anno, pur facendo sempre buone stagioni. La vittoria del campionato è arrivata solo nella scorsa stagione, che tutti sappiamo essere stata interrotta dal Covid. Quest'anno siamo partiti bene, io sono diventato il capitano, essendo colui che è qua da più anni. La società mi ha dato tanto e io a, mia volta, do tanto tutti i giorni. Per ora ci troviamo bene: io sto bene, mi sento a casa, gli obiettivi sono comuni, quindi questo rapporto ha portato risultati utili per entrambi. Io sono felice e spero che la società lo sia altrettanto e che si possa continuare così per tanti altri anni".

La tua carriera non è stata, però, tutta rose e fiori, avendo tu patito tre lunghi stop che l'hanno condizionata pesantemente. Come ci si riprende?
"Io mi sono operato tre volte al ginocchio, la prima al crociato e poi altre due alla cartilagine. Sono sempre stati stop di 5-6 mesi, tra l'altro una di queste operazioni non era andata neanche benissimo. Nei due anni al Como non sono mai riuscito ad essere al 100%. L'infortunio fa parte di questo sport, purtroppo essendomi capitato da giovane non mi ha aiutato, la seconda operazione è poi arrivata in un momento sbagliato in quanto ero al Siena e quell'anno la società bianconera è fallita e ho perso due anni di contratto, trovandomi poi fermo. Il Como ha poi creduto in me, ma io non ho saputo esprimermi al meglio perché non stavo bene. Mi sono poi rioperato a Sesto, al mio primo anno, perdendo quasi tutta la stagione, ma da lì sono stato bene e ho iniziato a potermi esprimere al meglio. Ora - facendo gli scongiuri - sto bene e sono tornato a divertirmi, per di più tra i professionisti. Ho 29 anni, vediamo cosa mi riserverà il futuro: nel calcio cambia tutto velocemente, ma io spero di fare una bella stagione quest'anno".

Immagino che la domanda sul periodo che hai trascorso al Manchester City te l'abbiano fatta oramai tutti, ma d'altronde è d'obbligo quando hai la fortuna di essere allenato dal CT Mancini e giocare con Džeko, Nasri, Kolarov, Zabaleta, Aguero, Silva...
"(ride, ndr) Io venivo dalla prima operazione al ginocchio, dopo aver fatto un anno in B in Italia. Ho avuto la fortuna di andare là in prova, ho fatto il ritiro e da lì ho firmato un contratto di tre anni. Da lì è partita quella esperienza: per un anno e mezzo mi sono sempre allenato con la prima squadra, ho avuto la fortuna di giocarci anche in due occasioni, è stata una avventura che mi ha fatto crescere tantissimo dal punto di vista sia calcistico sia umano, anche perché ero molto giovane. La porterò sempre con me: allenarsi con certi giocatori non capita a tutti. Poi sono tornato in Italia, ho fatto la carriera che conosciamo, ma quell'anno e mezzo - ribadisco - lo porterò sempre con me".