INTERVISTA TC - Ternana, Mammarella: "Sogno una finale contro il Bari"

29.06.2020 21:00 di Matteo Ferri   vedi letture
INTERVISTA TC - Ternana, Mammarella: "Sogno una finale contro il Bari"
TMW/TuttoC.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La Ternana vuole dimenticare in fretta la delusione per la finale di Coppa Italia persa sabato sera contro la Juventus U23 e recitare un ruolo da protagonista assoluta nei playoff. Tra i giocatori rossoverdi più esperti c'è Carlo Mammarella, trentotto anni compiuti oggi e due promozioni in Serie B nel curriculum, a Salerno nel 2008 e a Lanciano nel 2012. Ai microfoni di TuttoC.com, il terzino ha voluto caricare squadra e ambiente in vista della sfida di mercoledì contro l'Avellino.

Ripartiamo da Cesena, cosa non ha funzionato del tutto contro la Juventus U23?
"Quando si perde una finale, non vai tanto ad analizzare cosa non è andato dal punto di vista tecnico-tattico quanto quello relativo all'approccio. Sono gare che spesso si vincono con la testa e con il cuore, un atteggiamento che abbiamo avuto a tratti ma non con costanza nei novanta minuti. Di fronte avevamo un avversario molto valido, avevo avuto già modo di affrontarli a Vercelli lo scorso anno ma erano ancora in fase di costruzione, quest'anno la crescita è evidente anche grazie a calciatori come Marchi, che qualche stagione fa è stato capocannoniere in B. Hanno giovani che sono pronti a fare il passo in prima squadra, del resto la Juventus non sceglie i giocatori senza un criterio specifico e non partecipa alle competizione tanto per fare la comparsa, oltretutto la presenza di Paratici in tribuna dimostra quanto ci tenesse la dirigenza. Detto questo è normale che avremmo dovuto far valere maggiormente l'aspetto emotivo, ma ormai è andata e dobbiamo voltare pagina nonostante l'enorme delusione. Appena finito il lockdown avevo percepito, passeggiando per Terni, che la piazza aveva grande voglia di vincere questo trofeo e da parte nostra c'è grande rammarico per non aver dato una soddisfazione ai nostri tifosi."

Dovete anche dare un segnale per invertire un trend poco positivo nelle ultime partite
"A gennaio eravamo ripartiti alla grande, anche in Coppa abbiamo vinto tutte le partite prima di Cesena, tranne il ritorno della semifinale col Catania. L'unica medicina per uscire da questa situazione è lavorare sul campo, sappiamo che andremo ad affrontare una squadra molto pericolosa, che in campionato ci ha già battuto due volte e che ha un allenatore che conosco molto bene. Io, però, ho molta fiducia nei miei compagni, so bene qual è il nostro valore e cosa possiamo dare. A volte è successo che ci siamo preoccupati più degli avversari che non di noi stessi, in questi playoff dobbiamo ripartire soprattutto dall'aspetto emotivo e dal cuore. L'aspetto tecnico-tattico viene di conseguenza."

Qual è lo stato d'animo della squadra?
"In rosa abbiamo tanti giocatori che hanno giocato a lungo anche in categorie superiori e senza dubbio abbiamo l'esperienza, anche anagraficamente parlando, adatta per venire fuori da qualsiasi situazione che ci si può presentare di fronte durante una partita. Sarà importante dimostrare di possedere doti caratteriali in questi playoff ma dobbiamo tradurlo in campo perché a parole è semplice dirlo."

L'Avellino lo affronterete per la quarta volta in stagione, finora avete perso due volte in campionato e vinto in Coppa Italia. A livello personale, agli irpini hai segnato il tuo ultimo gol su azione, nel 2014-
"Sappiamo che tipo di squadra andremo ad incontrare. L'Avellino ha entusiasmo, ha cambiato proprietà e la nuova dirigenza ha voluto con forza partecipare ai playoff per dare un segnale all'ambiente. Inoltre hanno un direttore di assoluto valore come Di Somma, che ha portato in Serie A il Benevento. In più hanno giocatori importanti, ma noi dobbiamo preoccuparci soprattutto di noi stessi. Per quanto riguarda me, li ho affrontati spesso in B con il Lanciano, avevano rose di qualità anche se alla fine in più di un'occasione, si sono ritrovati a giocarsi la salvezza nelle ultime giornate come noi."

La condizione fisica può essere il fattore principale in questi playoff anomali?
"Non si tratta tanto di un problema di tenuta fisica perché il giocatore ha sempre un serbatoio di energia da cui attingere. Il fatto è che veniamo da tre mesi di quasi inattività, è come se fossimo stati ingessati per tutto questo tempo perché il tipo di attività fisica che abbiamo potuto fare è stata limitata e al rientro il corpo non si è immediatamente abituato. Non so se giocare possa essere utile per mettere benzina nelle gambe, io avrei preferito vincere la coppa, entrare più avanti nei playoff e allenarmi con i compagni ma questa situazione ce la siamo andati a cercare noi e noi ne dobbiamo venire fuori."

Quali saranno le favorite?
"Ci sono delle incognite, questo è certo. Di solito ci si preoccupa di più delle squadre del proprio girone perché sono quelle che hai affrontato durante la stagione e conosci meglio, però poi ti confronti con le formazioni degli altri gironi e ci sono realtà che hanno fatto il tuo stesso pensiero ad inizio anno, ovvero quello di vincere il campionato. Penso al Padova, alla Reggiana o alla Triestina. Se guardo nel nostro girone dico Monopoli, che ha fatto una grande stagione e Bari, che ha anche il vantaggio della classifica. Se potessi scegliere, mi piacerebbe giocare la finale con loro. Col pubblico sugli spalti sarebbe stato uno spettacolo unico".