Intervista TC

Petrone: "Per l'Ascoli un'annata iniziata male, speriamo non finisca peggio"

Petrone: "Per l'Ascoli un'annata iniziata male, speriamo non finisca peggio"TMW/TuttoC.com
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giovedì 13 marzo 2025, 20:50Interviste TC
di Raffaella Bon

Mario Petrone, ex allenatore dell'Ascoli, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoC.com:

Ad Ascoli si cambia ancora, torna Di Carlo.
"Un'annata iniziata male, speriamo non finisca peggio. Il cambio con il ritorno di Mimmo Di Carlo non è altro che un tentativo della società di salvarsi. È effettivamente quello che ha ottenuto la media punti più alta. Bisogna comunque stare attenti: la piazza è esigente e la squadra, se gioca sotto pressione, può andare in difficoltà. A differenza magari della Spal che è in fase di risalita, bisogna guardarsi le spalle. Non credo comunque che l'Ascoli possa rischiare i playout, ma è un'annata particolare dopo la retrocessione. Stanno vivendo un po' l'anno vissuto dalla Spal nella scorsa stagione".

Dove si è sbagliato?
"Hanno pesato forse la retrocessione e la volontà di vendere la società. Probabilmente la squadra non meritava di tornare in C. Questo può essere stato un contraccolpo psicologico importante. Hanno ringiovanito la squadra, cercando di abbassare il monte ingaggi. Ma la C è un campionato difficile, bisogna calarsi bene nella categoria. Sei sempre costretto a fare le partite. Nella scorsa stagione l'Ascoli giocava sfruttando le ripartenze. In Serie C devi dimostrare di tenere il pallino del gioco. Era una squadra che andava costruita nel tempo, non c'erano i presupposti per una risalita immediata. Vari fattori, come la pressione della piazza, hanno condizionato la stagione".

Come rimediare?
"Serve un cambio di rotta dal punto di vista motivazionale. La squadra deve capire cosa potrebbe perdere. Quando ho avuto la possibilità di allenare ad Ascoli, chiamato dal presidente Bellini. Al di là del progetto e delle situazioni contrattuali, ci si confrontava con una piazza da diecimila tifosi. Alla fine i fatti mi hanno dato ragione, siamo andati in B. È una piazza che mi è rimasta nel cuore. In queste realtà ci sono pressioni, momenti belli e meno belli, ma ti trasmettono veramente tanto".

Forlì e Ravenna sono due società che meriterebbero la Serie C?
"Sì, sono società solide, si può fare calcio in maniera spensierata. Il Ravenna ha fatto qualche categoria più importante, se la giocheranno fino alla fine. La Serie D è particolare, devi restare sul pezzo fino all'ultima giornata. C'è equilibrio tra le prime, chi riesce a dare continuità la spunterà. Secondo me si deciderà tutto all'ultima giornata".

Come giudica la stagione del Rimini?
"La Coppa Italia ha in un certo senso salvato una stagione dove si poteva fare un po' di più. Da quel che so è comunque una società seria, che vuole fare le cose con criterio e qualità, vedi il centro sportivo. Sono contento perché quando un club pensa a creare le strutture, vuol dire che c'è un futuro roseo. Il risultato del campo prima o poi arriverà, perché si creano le fondamenta, il settore giovanile e una struttura logicista. Lì sono stato poco ma mi sono trovato comunque benissimo".

Il campionato del Catania?
"Sono tifoso di tutte le realtà dove ho allenato. Un peccato per il Catania, perché c'erano i presupposti per fare un campionato di vertice. Non è facile ristrutturarsi e vincere subito al primo anno. Ci vogliono tante componenti. Per esempio neanche il Benevento le ha ritrovate. Il Girone C è difficile e d'altro canto è un piacere vedere sognare una realtà come il Cerignola. Sono situazioni che ho vissuto in prima persona: se crei l'alchimia giusta tra tutte le componenti, puoi arrivare fino alla fine. Anche se l'Avellino, se tira dritto senza intoppi da qui alla fine, è una delle favorite. Tornando al Catania, spero che Mimmo Toscano possa ritrovare l'equilibrio giusto e la continuità che possano far concludere la stagione in crescendo. I rossazzurri hanno tutte le qualità per giocarsela ai playoff".