TuttoLegaPro.com ... in rosa: Giulia Tanini (diesse Pontedera)

Non più "mosche bianche" ma affermate professioniste. Sono le donne nella Lega Pro. La terza serie del calcio italiano, più di ogni altra, ha aperto le porte al gentil sesso. Arbitri e guardalinee, presidentesse, diesse, addette stampa, segretarie, responsabili della sicurezza. TuttoLegaPro.com, in collaborazione con la Lega Pro, ha deciso di omaggiarle, mostrando che, prima del sesso, viene la bravura. Sperando che, giorno dopo giorno, la donna sia sempre più la normalità e non l'eccezione.
Per questo primo appuntamento abbiamo scelto la più "anziana" direttrice sportiva della Lega Pro. Lei è Giulia Tanini (niente età, siamo educati...), diesse del Pontedera da due anni.
E' il mondo del calcio che ha scelto lei o viceversa?
"Ci siamo incontrati un po' casualmente. Come succede per quasi tutti i lavori, ho iniziato perché sono stata chiamata dal Pontedera e mi è piaciuto veramente tanto: un lavoro che mi coinvolge e mi appassiona. E' difficile staccarsene".
Entrando nel dettaglio del suo percorso: come è arrivata a diventare direttore sportivo?
"Ho frequentato questo corso perché alla società - promossa dai Dilettanti ai Professionisti - si è aperta la possibilità di avere un candidato. Io avevo i requisiti e sono stata proposta. Ringrazio la società per questo, soprattutto perché il corso mi è piaciuto tanto. Inoltre già da tempo collaboravo con il direttore generale Paolo Giovannini, uno dei più capaci dirigenti italiani. Vicino a lui ho cercato di capire se questa poteva essere la mia strada. Io nel Pontedera sono anche segretaria: il bello di questa società è che ti permette di vivere esperienze in settori diversi. Hai quindi la possibilità di vedere quale parte del lavoro ti appassiona di più e per cui sei più portato".
Non siete in molte come direttrici sportive in Italia...
"Io credo di essere l'unica toscana. Quando feci il corso, con me, c'era Valentina Mezzaroma. So che quest'anno nel neopromosso Porto Tolle c'è Lorenza Visentini. Non la conosco di persona ma spero accada quanto prima, magari al prossimo calciomercato".
A proposito di mercato: vi ha già partecipato?
"No, le contrattazioni le segue più da vicino Giovannini. Nell'ultima sessione lui era a Milano, io al telefono. Ricordo solo un gran caos, ma è proprio lì che sta il bello. Io sono più legata alla segreteria, all'organizzazione delle gare, dello stadio... Quest'anno seguo più questi aspetti. Spero di poter continuare a far questo, perché lo faccio con molta passione".
A proposito di Pontedera, lei è un portafortuna viste le tre promozioni a cui ha assistito...
"(ride, ndr) Questo non lo so, ma credo che dipenda dai giocatori in campo. Sono arrivata nella stagione della promozione nei Dilettanti e, per mia fortuna, sono stata partecipe del doppio salto in 1^ Divisione".
All'interno di questo percorso avrà sicuramente dovuto affrontare degli ostacoli: come li ha superati?
"I problemi si trovano sulla propria strada in tutti i lavori: le difficoltà sono sempre presenti, ma le soddisfazioni nel superarle sono tante. L'importante è non tirarsi mai indietro. Nello specifico, quindi, ho risolto le varie problematiche attraverso la mia presenza sul campo e con l'aiuto delle persone che avevo al mio fianco".
Quante di queste difficoltà derivano dal fatto che lei è una donna?
"(ride, ndr) Diciamo che ci sono sia che si tratti di una donna sia che si tratti di un uomo. Ovviamente l'ambiente calcistico è prettamente maschile: la squadra e la stessa dirigenza sono formate da uomini, mentre le figure femminili non sono tante. Se una si impegna e ci mette la volontà, però, riesce a fare quello che le piace...nella maggior parte dei casi".
Molte donne, però, in questi ultimi anni sono state inserite nei diversi uffici stampa delle società e della Lega Pro stessa...
"Con Gaia Simonetti e Nadia Giannetti della Lega Pro, nonché con le tante addette stampa dei vari club mi sono trovata molto bene perché sono tutte persone alla mano, disponibili e competenti. Si è instaurato un rapporto di collaborazione e rispetto reciproco. Non credo che questo sia dato dal fatto che siano donne, ma perché si tratta di persone abili nel loro campo. Comunque io sono due anni in Lega Pro col Pontedera ed effettivamente ho riscontrato un aumento del numero di presenze femminili. Di questo sono contenta perché sono presenti per le loro capacità e non per altri motivi. Credo che sia la cosa fondamentale, più che l'essere uomini o l'essere donne: bisogna saper svolgere il proprio lavoro in modo consapevole e responsabile".
Che differenze ha notato tra i Dilettanti e la Lega Pro, sempre per quanto riguarda la questione femminile?
"Anche in Serie D ho conosciuto delle segretarie, ma non nello stesso numero in cui sono presenti in Lega Pro, dove comunque viene dato loro un risalto completamente diverso".
Non ha mai percepito ostilità da parte degli uomini con cui ha lavorato? E qualcuno ha mai tentato approcci di altro tipo con lei?
"(ride, ndr) No comment. Comunque non ho mai percepito ostilità: è un ambiente in cui ognuno cerca di fare il proprio lavoro. Ci sono persone più o meno collaborative, così come ci sono persone più o meno capaci".
Donna e calcio: pregiudizi vari?
"Io mi sono sempre trovata bene con tutte le persone con cui ho collaborato. E' ovvio che qualche battutina magari può scappare (ride, ndr), ma nulla di più".
Ma non crede che sia un'arma a doppio taglio questo continuo risalto della figura femminile? Non trova che questa sottolineatura - quasi forzata - faccia entrare in un circolo vizioso: se una cosa è normale non se ne parla così tanto.
"Ho capito il ragionamento, ma non possiamo nascondere che si tratta, come già detto in precedenza, di un ambiente maschile. Non dico che è strana la presenza femminile, ma non è comunque così numericamente elevata. Il fatto di dargli risalto? So che non dovrebbe essere così, ma non credo neppure che sia totalmente sbagliato. Io resto convinta che se una persona vale - uomo o donna - è solo il tempo che dirà se è sulla strada giusta".
Favorevole alle quote rosa nel pallone?
"Io sono sempre stata una sostenitrice della meritocrazia, anche se le quote rosa in certi ambiti purtroppo servono, visto che non sempre viene dato lo spazio giusto alle persone capaci solo per il fatto che non sono uomini. Di sicuro avrei rinunciato subito a qualsiasi tipo di aiuto dovuto al fatto che sono donna perché il merito fa sempre la differenza".
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