Ds Renate: "Ogni anno assistiamo a club che falliscono, il sistema va ripensato"
Ospite dei microfoni di TMW Radio, all'interno della trasmissione A Tutta C, il direttore sportivo del Renate, Oscar Magoni, ha fatto il punto sul momento della sua società, anche in chiave calciomercato:
Mi tolgo il, come si dice, il dente e il dolore. Voglio togliere l'argomento subito un po' brutto da trattare, perché purtroppo è l'argomento che stiamo trattando in questi giorni, ovvero l'esclusione a campionato in corso del Rimini. Le chiedo se lei da dirigente si è fatta un'idea di come si possano evitare di nuovo queste stagioni, perché siamo ogni anno a parlare purtroppo delle stesse cose.
"Sì, è evidente che sono cose che non dovrebbero succedere nel calcio professionistico in una Lega importante come quella che è la terza serie italiana. Mi dispiace intanto per il Rimini, per la storia del Rimini, per i loro tifosi e per tutte quelle persone che comunque lavoravano in quella società. Però è evidente che qualcosa nel sistema non funziona se ogni anno siamo qui a vedere questo tipo di situazioni e a vedere anche squadre penalizzate di più di 20 punti allo start di un campionato. Si capisce bene che il sistema non funziona. Naturalmente, i controlli devono essere molto più restringenti, i parametri devono essere più sicuri, più precisi. Negli ultimi anni abbiamo visto tante squadre fare questa brutta fine, bisognerebbe prendere spunto da questo e ripartire da capo, scrivere nuove regole che riguardino i parametri, non solo le iscrizioni. Una squadra che finisce l'anno calcistico, nei mesi di aprile, maggio, giugno, e non rispetta bene le scadenze poi si ripercuote sul campionato successivo. Ne abbiamo visto purtroppo di squadre che sono retrocesse con i conti a posto e sono state salvate delle squadre che invece neanche dovevano partecipare a quel campionato perché avevano dei debiti pazzeschi, è un sistema che naturalmente così non può funzionare, toglie credibilità a tutto il sistema. È vero che, e questo mi piace dirlo, è se 2-3 squadre su 60 hanno avuto problemi, significa che ce ne sono ben 55, 56, 57, che rispecchiano i parametri e il campionato di Lega Pro è un bellissimo campionato perché permette di vedere paesini come Renate confrontarsi con grandi piazze come il Vicenza, per parlare del nostro girone e lo fanno per meritocrazia. Io penso che sia un bellissimo campionato, però chiaramente dobbiamo rivedere qualcosa".
Direttore, la porto sugli argomenti di campo e sulla vostra stagione. Siamo arrivati a dicembre, siete in zona playoff, penso che siate in linea con i vostri obiettivi o c'è voglia di migliorare ancora un pochino?
"No, guardi, noi siamo una società, la più piccola d'Italia, da 16 anni siamo in Lega Pro, stiamo facendo dei salti mortali grazie al nostro Presidente Spreafico, al Direttore Generale Massimo Crippa, che naturalmente rappresentano la società per tutto questo percorso che è stato fatto in Lega Pro. L'ambizione è quella sempre di fare meglio, noi quest'anno in Coppa Italia siamo ancora in corsa, ci sono otto squadre, sette luoghi capoluogo di provincia e un paese, noi rappresentiamo i paesi, dunque ci giocheremo le nostre carte anche in Coppa Italia fino all'ultimo. In campionato speravamo di avere qualcosina in più, purtroppo abbiamo sbagliato due partite importanti per noi in casa, che erano due scontri per la salvezza, l'abbiamo persi purtroppo e dunque qualche punto ci manca. Pensiamo di avere una squadra competitiva che si fa valere su tutti i campi, che porta in campo i valori della nostra società, che sono quelli del sacrificio, del lavoro, della compattezza, del rispetto all'avversario, ma anche di avere l'ambizione importante di poter sentirsi partecipi al 100% in questo campionato".
In panchina avete una certezza come mister Foschi?
"Si, Foschi era stato con noi già nella stagione 2016-17, poi ha fatto le sue esperienze, è un allenatore navigato e due anni anche con noi. L'anno scorso abbiamo chiuso al quarto posto, abbiamo fatto 60 punti che è un risultato molto importante per le nostre possibilità. Lui è una garanzia, siamo tranquilli, è una persona seria, un ottimo professionista e siamo contenti del lavoro svolto fino ad ora dal mister".
Direttore, le chiedo una cosa invece sempre di campo, perché c'è questa sperimentazione quest'anno in Serie C, del VAR a chiamata. Dopo questi primi mesi che impressione ha avuto di questa innovazione tecnologica?
"Io sono favorevole a questa introduzione, perché comunque garantisce un controllo in più. Non dico che gli errori si possono correggere, perché vediamo anche in Serie A che non togliamo decisamente tutti gli errori arbitrali, però sicuramente ci dà quella tranquillità, soprattutto sui gol che vengono rivisti, se ci sono eventualmente dei falli, delle situazioni che non sono corrette. Dunque è un passo in avanti molto importante, secondo me sarà l'inizio anche per la Lega Pro per essere più tutelati, perché naturalmente noi siamo anche un campionato in cui si sperimenta molto. Gli arbitri ad esempio passano dalla C e molti vanno in Serie A, naturalmente si devono fare le ossa nella categoria sotto. Dunque è giusto che anche la Lega Pro, con gli interessi che ci sono, abbia comunque garantito un minimo di equità e di controlli in più".
Peraltro è anche un esperimento che sta piacendo anche non solo in Serie C, ne parlavano qualche sera fa al Gran Galà del Calcio della Serie A, il presidente Ezio Maria Simonelli e l'amministratore delegato De Siervo che dicevano che è un esperimento molto interessante e che presto lo vorrebbero anche in Serie A. Ovviamente non passa da loro, ci vuole l'approvazione dell'IFAB, ma segno evidente che le cose stanno andando bene.
"Ripeto, siamo soddisfatti, almeno noi come Renate siamo soddisfatti perché sembra una bella novità. Sperimentare cose per migliorare il calcio, per migliorare la tranquillità di tutti, è sempre molto positivo. Si sono tolte molte polemiche, si evitano discussioni inutili su eventuali fuorigiochi, falli. Insomma è chiaro che siamo solo all'inizio e tutto il sistema deve essere rodato meglio, però è una bella novità e a noi fa piacere".
Direttore, ovviamente in quanto radio di TuttoMercatoWeb e TMW Radio non posso non chiederle del mercato di gennaio che si sta avvicinando. Ovviamente non le chiedo nomi e trattative, ci mancherebbe, ma le chiedo se il Renate dovrà fare qualcosa sul mercato durante gennaio, se avete qualche casella da coprire.
"Adesso abbiamo 24 calciatori e naturalmente sono tanti, però come tutti vogliamo provare a migliorare la squadra, dunque ci faremo trovare pronti. Se capiterà l'occasione naturalmente dobbiamo anche avere l'opportunità di poter cedere anche i nostri calciatori perché c'è il problema della lista. Abbiamo una lista che è completamente piena e dunque dobbiamo liberare anche degli spazi. Il mercato di gennaio, per noi, come concetto, non è mai stato un grande mercato perché abbiamo quasi sempre solo ritoccato qualcosina, ma non abbiamo mai fatto nulla di importante. Dunque, l'ossatura della squadra sicuramente è questa, deve rimanere questa e noi siamo convinti di avere una squadra competitiva, una squadra che può fare di più e ci aspettiamo che i ragazzi adesso col proseguo possano fare ancora meglio. Non dobbiamo farci trovare impreparati e la società è sempre stata sul pezzo. Mancano ancora tre partite per arrivare al Natale e vediamo anche se eventualmente ci saranno degli infortunati".
Direttore, ultime due domande prima di salutarla. La prossima partita in campionato affrontate la Pro Vercelli, quindi uno scontro anche diretto nella zona play-off. Che partita si aspetta?
"È tosta perché loro davanti sono molto rapidi, sono molto veloci, hanno fatto tanti gol e andremo da loro, in uno stadio importante, con il pubblico molto vicino. È una bella sfida però, anche stimolante per i nostri calciatori perché noi veniamo da una brutta sconfitta in casa e dobbiamo riscattarci. Dobbiamo far vedere che Renate è fatto di un'altra pasta e mi aspetta una reazione importantissima da parte di tutti, in primis dai nostri calciatori".
L'ultima domanda mi ricollego un pochino a quanto abbiamo detto all'inizio, perché approfitto anche del calendario, dell'attualità, perché in campo scenderanno ora a breve le squadre Under-23, recupereranno la quattordicesima giornata. Io le chiedo intanto un parere sulle seconde squadre. Secondo lei ce ne potrebbero essere anche di più o se uno per girone è il numero giusto?
"Intanto dico che secondo me sì, una per girone va bene, non di più perché sennò togliamo il campionato della meritocrazia, del campanile. Ripeto, ci sono squadre importantissime, città enormi, nobile decadute, ci sono paesi che stanno venendo su, che hanno vinto i campionati nell'Interregionale, che si sono guadagnati la categoria e dunque credo che non sia troppo giusto togliere spazio. Noi abbiamo giocato contro la Juventus anni fa ad Alessandria, abbiamo giocato contro l'Inter quest'anno più di una volta a Monza, abbiamo giocato contro l'Atalanta più di una volta a Caravaggio. Noi giochiamo anche in stadi dove poi alla fine però non c'è nessuno. Non è che andiamo in casa di queste grandi società, è anche un'esperienza, però se dobbiamo andare a giocare su campi che non sono di appartenenza della società, se dobbiamo giocare su campi dove praticamente non c'è nessuno, anche tutto questo apporto di squadre professionistiche di seconde squadra, non riesco a vederci poi tutto questo vantaggio. Senza nulla togliere a queste società, che sono società enormi, che sono anche stimolanti da affrontare. Noi abbiamo giocato contro la Juventus, dei Barrenechea, dei Pecorino, dei Soulé, De Winter, giocatori che adesso stanno in Serie A. L'anno scorso nell'Atalanta c'era Vlaovic, che è stato il capocannoniere, ora gioca in Serie B. Giochiamo contro giocatori forti e anche bello, divertente, però insomma io credo che una, una per girone sia più che sufficiente".
Ne approfitto per chiederle un'ultima cosa al volo, proprio sulle squadre Under 23. Da direttore sportivo, da detto ai lavori, come è cambiato un po' il modo di fare mercato con l'inserimento di queste squadre? Perché prima immagino uno poteva andare a chiedere questi giocatori in prestito a queste squadre, ora si ritengono nelle loro seconde squadre.
"Noi come Renate, nei primi anni di Lega Pro, facevamo tanti prestiti, per capire anche un po' la categoria. Ora ci siamo un po' stabilizzati e abbiamo sempre cercato di portare a casa giocatori di proprietà. Ad esempio, noi nella rosa quest'anno di 24 giocatori abbiamo solo un calciatore in prestito, che è un calciatore del Genoa. Abbiamo cercato di farci il nostro mercato, di proporre i nostri calciatori, anche per avere eventualmente delle plusvalenze, per ottimizzare le plusvalenze, se mai ci fossero. Questo è molto importante, vedo che tutte le squadre stanno andando in questo senso. Noi peschiamo molto dalla Serie D, perché naturalmente, non avendo possibilità economiche molto importanti, dobbiamo ottimizzare quello che abbiamo e chiaramente cerchiamo di fare, come ogni anno, delle scommesse su dei ragazzi, che fortunatamente, quasi sempre, ci siamo riusciti, perché abbiamo sfornato negli ultimi otto anni più di 40 giocatori che giocano ora in Serie B e Serie A. Per noi è un motivo d'orgoglio, di aver fatto un buon lavoro tutti insieme e di aver scelto dei ragazzi che si stanno confermando a dei livelli importanti. Questo lo stanno facendo anche le altre società, perché in Lega Pro c'è molta competenza, almeno nel nostro girone, vedo che tutte le società sono molto organizzate, sono tutti molto bravi, direttori che sanno fare calcio, che hanno competenza, allenatori preparati e dunque, a me sembra che la Lega Pro proponga un bel calcio".
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