Luca Capecchi ❤ Alessia Cucciardi

Luca Capecchi ❤ Alessia Cucciardi
© foto di TLP
venerdì 25 gennaio 2013, 22:30Ho sposato 1 calciatore
di Valeria DEBBIA
fonte In collaborazione con Claudia Marrone
La rubrica di TLP, con le interviste alle compagne dei calciatori in Lega Pro: mogli e fidanzate si raccontano

Luca Capecchi, portiere classe 1974, attualmente in forza al FC Fondi Calcio 1912, vanta il secondo posto nella "classifica" dei calciatori più vecchi di Lega Pro. Ma nonostante i suoi 39 anni, Luca conserva ancora la freschezza dei ventenni, e uno spirito che ancora gli consente di sgambettare sui campi di calcio. Con una carriera, ma soprattutto con una personalità, di tutto rispetto, dovrebbe essere un esempio per tanti giovani che scelgono di intraprendere la complicata strada del calcio. Ai lettori di TuttoLegaPro.com la moglie Alessia Cucciardi racconta la loro storia d'amore.

Alessia, partiamo con l'intervista...
"Sì, è vero che Luca mi porterebbe al cinema anche con la finale di Champions in tv!" (Alessia allude a una risposta rilasciata da Luca in un'intervista doppia proprio a TuttoLegaPro.com [LEGGI QUI], e, dopo un'interminabile risata, le dico che in effetti ne avremmo parlato di questa cosa, ndr).

Ma tu gli avresti chiesto di andare al cinema proprio il giorno della finale di Champions?
"No! (ride, ndr). Però, a parte gli scherzi, devo riconoscere che Luca è un po' atipico, ama il calcio ma non muore se non vede una partita! Il calcio per lui è passione e lavoro, ma sa che c'è anche un'altra vita oltre il campo".

Come vi siete conosciuti tu e tuo marito?
"Ci siamo conosciuti a Imola, la sua città, nel negozio di dischi dove lavoravo: mi ero trasferita là con la mia famiglia poco tempo prima, ma da quando ho conosciuto Luca ho iniziato a girare per l'Italia. A giugno saranno 13 anni di matrimonio, dopo 3 di fidanzamento...".

Ed è stato lui a chiederti di sposarlo?
"Sì, e fu bellissimo perché successe senza preavviso: non avevamo mai pensato al matrimonio, non perché lo escludessimo, ma solo perché stavamo bene così. Poi una sera, durante una cena al ristorante, Luca, dal niente, mi chiese se volevo sposarlo. E anche le nostre figlie sono nate senza programmi".

Avete due figlie? Che tipo di padre è Luca?
"Sì, abbiamo Maria Carlotta che ha 11 anni e Cecilia che ne ha quasi 8. Luca è un padre meraviglioso, molto presente, che mi ha sempre aiutata in tutto, anche perché non abbiamo mai avuto ruoli definiti, pappe e pannolini son stati compito di entrambi. Lui però è ormai la parte buona, quello più permissivo tra i due".

Ci dici invece un pregio e un difetto di tuo marito come uomo?
"Trovare difetti a mio marito  è proprio impossibile, è una persona speciale. È una buona persona nel senso lato del termine, è puro e cristallino, si pone con rispetto, umiltà e lealtà con chiunque; vorrei proprio che non cambiasse mai".



Quale è il regalo più bello che ti ha fatto?
"Sicuramente quello di essere una presenza costante nella mia vita, il mio punto di riferimento".

Immagino che tu adesso segua il calcio, dopo una vita passata al fianco di un calciatore...
"Sì, lo seguo, però prima molto di più, adesso reputo troppo eccessivo l'ambiente sotto diversi punti di vista, e quindi mi sono un po' disaffezionata. Poi i primi tempi io e Luca legavamo maggiormente con i giocatori e le mogli, l'anno di Pisa (stagione 2002-2003, ndr) uscivamo sempre con le famiglie dei suoi compagni e basta, ma quando invece siamo arrivati a Ferrara abbiamo deciso di vivere più che altro la quotidianità del tessuto cittadino, interagendo molto anche con persone estranee al calcio".

Ma prima di conoscere Luca ti era mai capitato di seguire delle partite?
"Sì, comunque il calcio non mi dispiace, però sinceramente non credevo ci fosse un mondo oltre la Serie A. Pensa che quando uscii con Luca la prima volta e lui mi disse che giocava a calcio io annuii, ma gli chiesi poi che lavoro facesse".

Pur avendo avuto contratti lunghi nella maggior parte di squadre dove ha giocato, Luca ha girato un po' l'Italia, come accade spesso ai calciatori: è stato difficile seguirlo in tutti gli spostamenti?
"Come per tante altre cose, lo spostarsi ha avuto risvolti negativi e positivi. All'inizio girare non mi pesava, ma alla lunga è una cosa stancante, non senti mai l'appartenenza a un posto, e dopo 10 anni mi son sentita un po' destabilizzata, ho proprio avuto la necessità di fermarmi, di avere un nido tutto nostro, che riflettesse le nostre personalità. E il momento è poi coinciso con l'esperienza di Luca alla Spal: io e le bimbe viviamo ancora a Ferrara, dove io ho un'attività (Alessia, è istruttrice di pilates, ndr). Però il girare ha permesso a me, e soprattutto alle mie figlie, di sapersi adattare alle più diverse situazioni, di avere una mentalità molto più aperta e di conoscere tante persone con cui ancora adesso siamo in contatto".

Quale è stato il momento calcisticamente più bello per Luca? E c'è un momento, ancora calcistico si intende, che ha influenzato la vostra vita di coppia?
"Credo proprio che il momento calcisticamente più bello per Luca sia stato l'esordio in Serie A contro l'Inter (seconda parte della stagione 2007-2008, quando militava nel Cagliari, ndr), ma anche l'esperienza a Cittadella (dal 1997 al 2002, ndr) dove in 5 anni ha vinto 2 campionati toccando la Serie B. Il calcio però non ha mai influenzato la vita di coppia, il lavoro cerchiamo sempre di lasciarlo fuori; posso però dire che quando è rimasto 6 mesi svincolato c'è stata un po' di preoccupazione anche perché Luca non voleva smettere di giocare, e non era felice dello stop forzato. È  frustrante non trovare lavoro, e questo vale per tutti gli ambienti, non solo per il calcio".

Essendo portiere, non credo ti abbia mai dedicato un goal; ma è capitato che ti abbia dedicato, a esempio, una vittoria importante?
"Sì, una volta una dedica particolare c'è stata: quasi sul finire di una partita, serviva la perdita di tempo tattica alla squadra di Luca, ma quando lui andò in terra, invece di rimanerci, si rialzò subito per non farmi preoccupare dato che ero incinta. Ci furono un po' di lamentele, ma mi ha reso felice, è stata come una dedica".

Una volta appese le scarpette al chiodo, visto che per il mondo del calcio inizia a essere un po' "anziano", vorresti che tuo marito rimanesse comunque in quell'ambiente?
"Sì, piacerebbe sia a me che a lui, non ultimo perché l'ambiente del calcio ti permette di avere una comoda gestione di orari che ci ha sempre consentito di passare tanto tempo insieme".

C'è una cosa in particolare che vuoi dirgli tramite questa intervista?
"Vorrei dirgli che sono fiera di lui...e poi basta, che mi sto commuovendo".

© foto di TLP
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