IL FATTO DELLA SETTIMANA - L'ASSEMBLEA DI LEGA TRACCIA LA ROTTA NELL'EMERGENZA: FORTE TENSIONE UNITARIA PER LO STOP DEFINITIVO

04.04.2020 00:00 di Valeria Debbia Twitter:    vedi letture
IL FATTO DELLA SETTIMANA - L'ASSEMBLEA DI LEGA TRACCIA LA ROTTA NELL'EMERGENZA: FORTE TENSIONE UNITARIA PER LO STOP DEFINITIVO
TMW/TuttoC.com

L'ennesima settimana calda sul fronte emergenza Coronavirus e il dibattito che ne è generato per quanto riguarda il futuro del calcio italiano in generale e della Serie C nello specifico sta per concludersi. E si conclude con l’Assemblea dei Club di Lega Pro, svoltasi in un clima di commozione e nel corso della quale è stata manifestata la necessità di adottare il prima possibile misure che permettano la sostenibilità economica, a partire dallo svincolo sulle fideiussioni e la possibilità di accedere alla Cassa Integrazione in Deroga, richiesta - quest'ultima - che dovrà essere girata al Governo, al Ministro Spadafora e al Ministro Gualtieri. Acceso anche il dibattito - anche se con una forte tensione unitaria - riguardante la possibilità o meno di tornare in campo, soprattutto nelle città sconvolte dalla pandemia perché, pur avendo in grande cura le ragioni giuridiche, la tutela della salute resta primaria.

Al termine della stessa Francesco Ghirelli, presidente della terza serie, ai nostri microfoni ha ribadito in merito alla possibilità di sospendere definitivamente il campionato: “Il punto è, in ogni caso, che non dipende soltanto da noi. C’è una catena di comando ben precisa: autorità scientifiche, governo, CONI, FIGC, Leghe. In tempi di guerra, chi è al termine della catena deve dire: obbedisco. Vede, il mio compito è tenere tutto e tutti insieme. Ci sono due punti cardinali: la salute e la voglia di tornare a fare gol. Io metto la salute al primo posto: ieri, oggi e domani. Però su questa linea salute-gol, che poi si può tradurre in paura-speranza, bisogna ragionare. E bisogna ragionare d'insieme. Quindi mantengo aperta la possibilità di dire arriviamo fino in fondo e quando lo faccio, fermo restando che ci saranno da valutare i danni e i costi, è perché ci sono tante questioni da tenere in considerazione. Penso ai ricorsi, per esempio: sarebbe un dramma, dopo tanta sofferenza, che qualcuno per un punto in più si allontani dal sentire comune del Paese. E con questo non voglio sminuire che quel punto in più, quel piazzamento possa essere vitale per lui. Per questo, tra l’altro, c’è il pericolo che di ricorsi ve ne siano tanti da mettere in discussione comunque l’avvio del prossimo campionato”.

Tanti sono stati comunque i presidenti che hanno espresso la propria opinione sul tema, con la costante dello stop senza ripensamenti. Tra gli altri Salvatore Caiata del Potenza: "Tutti i presidenti hanno preso una netta posizione, rilevando l’impossibilità di tornare a giocare" così come Alessandro Marino dell'Olbia: "La stragrande maggioranza dei club ha espresso forti perplessità sull'ipotesi di continuare a giocare, sia per via della peculiarità che caratterizza la Serie C sia per i motivi legati al momento di emergenza sanitaria mondiale".



Giuseppe Pasini della Feralpisalò: "Non è solo  una questione etica, ma non ci sono le possibilità di riprendere. Se devo tenere dipendenti a un metro di distanza come si può pensare a giocare quando il contatto fisico è continuo? Come facciamo quindi a far ripartire il tutto con prevenzioni sanitarie idonee? Credo che qualcuno non si renda conto della situazione" e Floriano Noto del Catanzaro: "Tutti i presidenti hanno manifestato la volontà di chiudere qui la stagione perché né sul piano etico né su quello pratico è fattibile tornare a giocare. Soprattutto se rimane la data del 30 giugno come deadline per il termine del campionato. Vogliamo chiuderla qui. Questo perché le società che danno a noi imprenditori la possibilità di investire nel calcio sono in forte crisi, ma anche perché sia sul fronte degli sponsor che su quello degli incassi da botteghino non avremo alcun tipo di entrata".

Infine Mauro Milanese della Triestina: "E' stato chiesto di sospendere i campionati a causa della pandemia in corso, per motivi etici e sanitari. Oggi la Protezione Civile ha dichiarato che probabilmente fino al 1° maggio dovremo stare in casa, come possiamo pensare di spostarci per fare trasferte tra alberghi ed autogrill, sarebbe molto rischioso" ma anche Franco Iachini del Teramo: "Il campionato di Serie C non può riprendere. I calciatori, in queste condizioni, non possono aver preservato il tono muscolare acquisito prima di questa sosta che, peraltro, si preannuncia essere ancora lunga; le finestre di gioco disponibili, inoltre, da qui al prossimo 30 giugno, per completare il torneo, sarebbero insufficienti, con lo stress di scendere in campo con tempistiche troppo ravvicinate e con il senso precario di giocare, probabilmente a porte chiuse, soltanto per legittimare una classifica".

Similmente in chiusura Corrado Augusto Patrignani del Cesena: "Non possiamo permetterci di correre il seppur minimo rischio di una ripresa del contagio. Continuiamo a ritenere che gli stessi allenamenti possano riprendere solamente quando non ci saranno più limitazioni e rischi ma purtroppo i dati e le previsioni da parte degli esperti ci dicono che quello scenario è ancora di là da venire".

Nell'attesa di notizie più precise da parte degli esperti del Comitato tecnico-scientifico cui fa riferimento il Governo in ogni sua decisione riguardo la curva epidemiologica della pandemia da Covid-19 alle società calcistiche non resta che cercare di fare fronte compatto per superare la crisi.