VI RISPARMIO L'ENNESIMO EDITORIALE SUL CORONAVIRUS (NON RINGRAZIATEMI). CON DUE GIRONI FERMI C'È SPAZIO PER LA CAVALCATA DELLA REGGINA. COMPLIMENTI A GALLO, CHE STA MANTENENDO LE PROMESSE DI UN ANNO FA

28.02.2020 00:00 di Tommaso Maschio   vedi letture
VI RISPARMIO L'ENNESIMO EDITORIALE SUL CORONAVIRUS (NON RINGRAZIATEMI). CON DUE GIRONI FERMI C'È SPAZIO PER LA CAVALCATA DELLA REGGINA. COMPLIMENTI A GALLO, CHE STA MANTENENDO LE PROMESSE DI UN ANNO FA
TMW/TuttoC.com

I temi di questi giorni sono principalmente due: da un lato quello relativo al futuro dell’Avellino dove ogni giorno sembra quello giusto per una soluzione che possa riportare serenità in casa irpina e sancire una volta per tutte chi fra Circelli e Izzo comanda e comanderà (e con chi al suo fianco). Dall’altro è quello relativo al Coronavirus, con il primo caso di un calciatore trovato positivo, e già guarito, che sta portando scompiglio nel nostro paese ben al di là del calcio e delle polemiche sterili su porte chiuse sì/porte chiuse no o sul rinvio di due interi gironi della Serie C. Non potendo addentrarmi in temi medici (non ne ho le competenze) né tantomeno politici (ho la mia idea e chi mi conosce sa qual è, ma non è il caso di discuterne su queste pagine) sorvolerei e vi eviterei l’ennesimo editoriale sul virus e le misure che la Serie C ha adottato.

Cosa resta allora? Ovviamente il campionato e in particolare il Girone C, l’unico finora non toccato dal Coronavirus. Nel turno infrasettimanale la Reggina ha praticamente messo in banca la promozione – per quanto il campionato sia lungo, difficile e non si possa tirare il fiato fino a quando la matematica non darà i suoi verdetti – portandosi a +10 dal Bari secondo. Che il patron Luca Gallo volesse fare le cose in grande e per bene lo si era capito un anno fa quando il direttore sportivo Massimo Taibi mise in chiaro le cose su come la musica fosse cambiata: “Oggi possiamo scegliere giocatori importanti per la categoria. Il Sandomenico che ad agosto non potevo prendere, oggi lo posso prendere tranquillamente”. Da allora sono arrivati, e rimasti, in amaranto: Nicola Bellomo, Abdou Doumbia, Daniele Gasparetto (lo scorso inverno) e poi Enrico Guarna, Simone Corazza, Davide Bertoncini, Francesco De Rose, Reginaldo, Giuseppe Loiacono, Desiderio Garufo e via via fino a Rigoberto Rivas e sopratutto German Denis di cui ieri ha scritto l’amico Nicolò Schira e a cui altro non saprei aggiungere. Nomi che la Serie C la masticano, sanno come si vince e che tuttora non sfigurerebbero neanche in Serie B. Una promessa finora mantenuta quella del patron reggino che fin dal suo primo giorno mise in chiaro di non essere arrivato per far vivacchiare la squadra, ma per riportarla ai fasti dell'epoca - forse irripetibile per tanti fattori - di Lillo Foti.

Anche la scelta dell’allenatore, Domenico Toscano, è stato un <i>rischio calcolato</i> perché non è mai facile essere profeti in patria anche se sei un allenatore che per due volte – con la Ternana e il Novara – ha vinto il campionato e con la Feralpisalò ha fatto un sesto, da subentrato, e un quarto posto. Ma il tandem Gallo-Taibi non ha avuto esitazioni sulla scelta, nonostante il ds abbia ammesso di temere che il mister potesse sentire troppo la pressione, che si sta rivelando vincente. Perché Toscano è stato bravo a scindere il suo lavoro dall’amore per la Reggina riuscendo a costruire una macchina quasi perfetta che sta stupendo tutti macinando risultati in serie (basti pensare alle 20 vittorie in 28 gare) e mostrando un gioco più che godibile.

Onestamente non mi aspettavo che potesse fare così bene, che potesse risultare così dominante in un girone tosto con ai nastri di partenza squadre dall’ottimo organico, oltre che con storia e ambizioni, come Bari, Ternana, Catanzaro e Catania oltre che un Teramo che sembrava voler tornare ai fasti del duo Lapadula-Donnarumma e Vivarini in panchina. Col tempo mi sono dovuto ricredere sulla bontà del lavoro svolto da società e allenatore per riportare in cadetteria la Reggina. Un traguardo non ancora raggiunto, ma che è sempre più vicino col passare del tempo (e coi passi falsi delle avversarie).