Cunico a TLP: "Dopo il centesimo gol mi piacerebbe dedicare un libro alla mia storia col Portogruaro"

In un'epoca in cui il calcio perde ogni giorno di più quella patina di fascino che si può descrivere al meglio con le maglie dall'1 all'11 per dirne una, la storia di Marco Cunico è la classica eccezione che conferma la regola. Questo ragazzo che il buon Gianni Brera avrebbe etichettato come "abatino" (cioè quei giocatori che non sono centrocampisti ma non si possono nemmeno definire come attaccanti) da ben otto stagioni indossa la stessa casacca, facendo venire parecchia nostalgia verso quell'idea di calcio che in pochi ricordano e non hanno intenzione di voler mettere nel cassetto dei ricordi. Noi di TuttoLegaPro.com, sarà per l'età e per quella maledetta voglia di ricordare quel pallone in bianco e nero e le domeniche tutte uguali senza anticipi e posticipi (alle volte capita di vedere anche i posticipi dei posticipi, una vera aberrazione!), dinanzi a questo giocatore ci sentiamo quasi più giovani e un pizzico di commozione ci sale dal cuore.
Otto stagioni e l'etichetta di bandiera non gliela può togliere nessuno. Domenica nel derby del suo Portogruaro contro il Treviso, Marco Cunico da Thiene ha realizzato la sua centesima rete con la stessa maglia. Un qualcosa che negli ultimi anni capita sempre più di rado. TuttoLegaPro.com l'ha voluto intervistare in esclusiva per sapere le sensazioni che si provano dopo aver raggiunto questo traguardo.
Ciao Marco, innanzitutto auguri. A chi vuoi dedicare questa gioia particolare?
"Grazie per gli auguri. Mi sento di dedicarlo a tutta la gente di Portogruaro, ai tifosi veri che ci seguono ogni domenica, a quelli che ci sono vicini fin dai tempi dei dilettanti. Una bella soddisfazione".
Otto stagioni di seguito nella stessa società non è cosa che capita tutti i giorni.
"Questo è vero. In serie C ad esempio è difficile che avvenga una cosa simile, al massimo si festeggia la centesima presenza. Una cosa simile può avvenire con un club maggiore di A o B, ma a questi livelli assume un significato sicuramente più importante. Con questa casacca sono undici anni che gioco ed ormai è parte di me".
Ti puoi ritenere una bandiera di questo club?
"Non voglio peccare di presunzione, ma credo proprio di sì ed i numeri parlano in maniera chiara".
I tuoi compagni cosa ti hanno detto?
"Eh loro mi hanno fatto un bel regalo perché, coincidenza, il mio gol è coinciso con il triplice fischio finale e la nostra vittoria. Così loro hanno tirato fuori delle maglie ricordo per questo evento. E' stata una cosa molto simpatica".
Voi siete stati protagonisti a dicembre di un bel gesto, magari poco reclamizzato: avete rinunciato agli stipendi di settembre e ottobre per far sì che la società non perdesse i contributi ed evitato che potesse fallire.
"Ricordo bene, ma non ci è pesato molto. Sapevamo che la nostra rinuncia poteva salvare le sorti della società, così abbiamo deciso di fare questo gesto tutti insieme. La cosa che intendo rimarcare è questa: è stata un'iniziativa di tutti i ragazzi, anche quelli più giovani. Molti di loro provengono dai settori giovanili di società di A, quindi potevano benissimo fregarsene. Invece hanno capito il problema e questo ha cementificato ulteriormente il gruppo".
Torniamo a parlare di te. Con la maglia del Portogruaro hai vissuto tutte le promozioni: nel 2003/04 dalla D alla C2. Nel 2007/08 il salto in Prima Divisione e nel 2009/10 espugnando il "Bentegodi" di Verona all'ultima giornata il clamoroso approdo in B.
"Una vita con questa maglia e ogni volta sono ricordi enormi. Il più bello sicuramente è stato quello di Verona che hai ricordato tu. Facemmo un recupero pazzesco sugli scaligeri. Quell'anno in trasferta avevamo vinto nove volte in sedici partite, così sapevamo della nostra forza e ci siamo preparati alla grande. Fu una partita dove potevano vincere anche loro, ma alla fine Bocalon ci fece gioire come non mai, condannando loro ai play off e noi alla B diretta. Peccato sia durata poco la nostra permanenza in cadetteria. Rimane la soddisfazione di aver giocato il secondo campionato professionistico più importante dopo la Serie A, soprattutto in una città che ha sempre disputato campionati dilettantistici per la maggior parte della sua storia calcistica".
Ieri il tuo gol è servito molto in chiave salvezza.
"Non è stato semplice, perché avevamo puntato molto su questa partita e dopo essere partiti anche bene ad inizio incontro, abbiamo avuto difficoltà nella creazione della manovra. Poi dopo aver trovato l'1-0, alla fine è arrivato il mio gol. Non venivamo da un bel momento e questa vittoria ci fa tornare in scia delle altre. Ora abbiamo Tritium in trasferta e Cuneo in casa che potrebbero darci qualche punto in più per il nostro obiettivo stagionale".
A fine stagione cosa fai?
"Ho ancora un anno di contratto, ma nonostante ciò di solito io cerco sempre di guardare una stagione per volta. Ho ancora voglia di divertirmi e mi piacerebbe ancora giocare con questa maglia, così arrivo a dodici anni con questo club".
A tal proposito, parafrasando lo striscione dei vostri tifosi in occasione di Verona-Portogruaro, in quella famosa domenica del 2010 "Porto il lato B", hai mai pensato ad un libro? Il titolo potremmo suggerirtelo noi "Ti Porto (gruaro) nel Cuore".
Sorride prima di rispondere: "Non sarebbe male come idea dai! Dopo tanti anni di carriera ne ho tante di cose da scrivere, belle e brutte".
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