Grillo: "Fa strano vedere la Triestina in una situazione del genere"
Il direttore sportivo Simone Grillo, ex dirigente della Triestina, ha analizzato a TuttoC.com l'attuale situazione della terza serie e degli alabardati.
Il calcio in questa settimana è stato toccato dall'episodio di Bove.
"La comunità calcio ha risposto alla grande, sono episodi che mi toccano da vicino. Nel lontano 2007 nel campo di Andria subii un arresto cardiaco. Posso raccontarlo e posso dire cosa significa non ricordare 5 o 6 ore della tua vita. Svegliarmi in ospedale con i macchinari attaccati non è un bel ricordo, ma l'importante dopo tanti anni è esser qui per farlo. Purtroppo altri non ce l'hanno fatta, come Morosini. I soccorritori della squadra ospitante mi salvarono la vita e dopo tanti anni la persona di cui parlo mi ha contatto sui social ed è stata un'emozione. I calciatori andrebbero istruiti e ci dovrebbe essere l'obbligo di intervenire da parte di un medico senza attendere il via libera dell'arbitro. Adesso c'è il defibrillatore e altri meccanismi ma il primo intervento è il più importante. Lasciare il libero arbitrio a un medico, a un professionista, aumenta la sicurezza degli sportivi in campo. La natura è imprevedibile, ringraziando Dio, Bove è riuscito a cavarsela. Sicuramente è stata una mano dall'alto, gli interventi sono stati tempestivi. Ma, ripeto, quando succedono certe cose, se i medici sono a bordo campo, vanno responsabilizzati e devono intervenire senza aspettare l'autorizzazione dell'arbitro".
Tra l'altro Bove è un calciatore che lei conosce bene.
"Sì, è assistito da un carissimo amico. Inoltre quando ci fu l'amichevole tra la Triestina e la Roma di Mourinho, fu una richiesta, ma il trasferimento venne bloccato. La stima è immensa, oltre che per il giocatore, che sta dimostrando di poter stare ad altissimi livelli, per il ragazzo e la famiglia, che hanno vissuto brutti momenti. L'importante, lo ripeto, come è avvenuto a me, è che lo si possa raccontare".
Passiamo al calcio giocato, anche quest'anno davvero tanti esoneri.
"Purtroppo chi ci rimette è sempre l'allenatore. La colpa va ricercata in determinanti incastri. Gli episodi purtroppo fanno la differenza e i primi a rimetterci sono i tecnici. Vediamo anche l'esperienza di De Rossi alla Roma, nel calcio non c'è nulla di scontato, la differenza la fanno i numeri e a volte non corrispondono alla realtà. I calciatori dovrebbero prendersi maggiori responsabilità, sarebbe bello se si esponessero. Non credo che le società lo facciano di proposito, ma sono i calciatori che hanno il polso dello spogliatoio. Da addetto ai lavori, il cambio di allenatore dovrebbe avvenire solo quando il gruppo è restio alle idee del tecnico. Io piuttosto metterei fuori tre o quattro calciatori. La professionalità anche in C dovrebbe esserci, sono spesso le scelte sbagliate iniziali a determinare il risultato, la riuscita o meno della stagione. Se sono state fatte delle scelte sbagliate, chi le ha fatte deve prendersi le proprie responsabilità, anche tutelando l'allenatore. Come per esempio il Monza sta facendo con Alessandro Nesta, un signore che non penso abbia bisogno di lezioni di calcio da nessuno. La società gli sta dando fiducia ed è una cosa da apprezzare, sono sicuro ne verrà fuori".
Cosa pensa dei tre gironi di Serie C?
"Li vedo equilibrati, in tutti ci sono protagoniste società blasonate, ma anche con delle sorprese che non mancano mai".
La Triestina?
"Fa strano vederla in una situazione del genere, non siamo abituati. Auguro il meglio alla squadra, sapendo che comunque la società opera per il bene della piazza. A volte ci si riesce, a volte no. Sperando che ne escano fuori, rimango tra i primi tifosi alabardati".
Come aiutare i giovani?
"Facendoli giocare, ma senza mettere obblighi per le società. Va messa secondo me una linea, chiamata seconde squadre. Dovrebbero essere queste la chiave per smettere di ingaggiare ragazzi dall'estero. Abbiamo tanti talenti. Se un ragazzo a 18 anni fa ancora la Primavera, mentre altrove già è in prima squadra, non capiamo la differenza. Inutile parlare di prestiti onerosi o valorizzazioni. Se sono un club che vuole salvarsi, posso fare a meno di ricevere una retribuzione dalla Serie A. Se ricevo un giovane già pronto è un discorso, ma se per esempio è alla prima esperienza, anche fosse capitano della Primavera della Juventus o della Roma, c'è sempre un dislivello. E questo dislivello va assottigliato".
Il primo portale interamente dedicato alla terza serie.
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore Responsabile: Ivan Cardia