INTERVISTA TC - Avv. Gallovich: "Difficile seguire la strada del basket"

L'avvocato Guido Gallovich, procuratore sportivo, è intervenuto ai microfoni di TuttoC.com per spiegare, dal punto di vista legale, quali decisioni può adottare la Figc per concludere i campionati.
Rugby, pallavolo e basket hanno dichiarato lo stop ai campionati. Promozioni e retrocessioni sono saltate, cosa comporta questa scelta dal punto di vista legale e cosa dobbiamo attenderci dal calcio?
"Occorre fare una breve premessa. Per concludere “regolarmente” la stagione sportiva in corso, le Federazioni sportive sarebbero oggi chiamate ad affrontare, oltre alle questioni di ordine strettamente sanitario, almeno altre due problematiche significative. Da un lato, infatti, dovrebbero deliberare previsioni “ad hoc” per disciplinare un’estensione degli effetti del tesseramento degli atleti oltre la naturale scadenza (visto che le competizioni difficilmente si concluderebbero entro il termine stagionale ordinariamente fissato). Dall’altro lato, dovrebbero gestire – su un piano tanto normativo, quanto logistico - la “calendarizzazione” e l’organizzazione dell’attività rimanente, nonché il coordinamento della stessa con le scadenze e gli impegni (anche di natura internazionale) della stagione successiva. In un contesto di totale incertezza circa tempi e modalità di ripresa dell’intera società civile, un’efficace risposta a tali questioni risulta oggi alquanto difficile. La via più immediata – avendo le Federazioni, da Statuto, il potere di adottare misure di carattere straordinario, urgente ed eccezionale - appare quindi quella di “annullare” la stagione corrente per pianificare la successiva stagione (salvaguardandone così il regolare svolgimento). É chiaro, però, che è tanto più facile adottare una tale decisione quanto minori sono gli interessi extra-sportivi collegati al fenomeno sportivo in questione. In altri termini, la soppressione della stagione calcistica (perlomeno con riguardo alle serie maggiori) comporterebbe il sorgere di problemi che non si pongono (o che si pongono in misura notevolmente minore) per le altre discipline sportive. Il riferimento, solo per citarne alcuni, è alla remunerazione dei diritti audiovisivi, all’incidenza degli incassi di biglietteria, alle premialità connesse tanto alla partecipazione a competizioni internazionali, quanto alla partecipazione ad un determinato campionato nazionale. Per tali ragioni, credo che la strada scelta dalle Federazioni Rugby, Pallavolo e Basket, non sia percorribile anche dalla FIGC. La vera questione, in ambito calcistico, attiene invece alla gestione economico-finanziaria dell’emergenza da parte dei club (specie per quanto concerne i rapporti di lavoro con i calciatori). Al riguardo, una soluzione univoca e “centralizzata” mi pare poco realizzabile in considerazione della notevole disomogeneità non solo tra le diverse serie, ma anche tra le società che appartengono ad una medesima lega. La strada, a mio avviso, è un’autonoma negoziazione delle questioni a livello di singola società."
In Serie C molte squadre rischiano di fallire
"Già per molte squadre era difficile prima, figuriamoci ora. Bisogna peraltro considerare che le risorse della serie C provengono, pressocché interamente, dagli apporti delle singole proprietà. L’inevitabile crisi economica derivante dall’odierna situazione si ripercuote, quindi, doppiamente per tali compagini. Oltre a colpirle direttamente (ossia in relazione al loro business sportivo), le penalizza anche indirettamente, incidendo negativamente sulle attività private dei relativi finanziatori."
È giusto introdurre la Serie C Élite e che altre riforme dovrebbe adottare la Lega Pro?
"Personalmente credo che la Serie C, quale espressione di una passione calcistica territorialmente radicata, debba essere una soltanto. Occorre però che risulti solida e credibile come le serie superiori. A tal fine, potrebbe aiutare la riduzione del numero di squadre, il rafforzamento dei controlli (come già intrapreso della Lega Pro) e l’introduzione di meccanismi di “defiscalizzazione” tali da rendere il relativo peso economico non solo più sostenibile, ma anche più coerente con la reale portata della categoria."
Passando al calcio giocato, Monza, Reggina e Vicenza meritano la Serie B?
"Se si è in vetta a (più o meno) 10 giornate dalla fine significa che si merita la promozione (anche se poi capita di non raggiungerla). Considerati peraltro i distacchi dalle seconde, impedire la promozione a tali società “per decreto” risulterebbe oltremodo ingiusto."
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