Intervista TC

Pergolizzi: "Ascoli, aspettative deluse ma non esiste un unico responsabile"

Pergolizzi: "Ascoli, aspettative deluse ma non esiste un unico responsabile"TMW/TuttoC.com
© foto di Aldo Sessa/TuttoPalermo.net
giovedì 13 marzo 2025, 19:00Interviste TC
di Raffaella Bon

Rosario Pergolizzi, ex calciatore e allenatore dell'Ascoli, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoC.com:

Rivoluzione in casa bianconera, si cambia di nuovo allenatore con il ritorno di Di Carlo.
"È stato fatto secondo me perché i risultati di Cudini non hanno soddisfatto la società, che ha quindi pensato di sostituirlo. C'erano malumori, sebbene la tifoseria di grande livello quale è si è sempre comportata bene. Richiamare Di Carlo è normale, essendo tesserato così come Carrera. La scelta credo sia stata tra i due ed è ricaduta su Di Carlo perché l'esonero è più recente, conosce la squadra, e quindi hanno puntato su di lui".

Come si spiega il momento e la distanza ravvicinata dai playout?
"La tifoseria è stata sempre presente, con migliaia in casa e centinaia fuori casa. La retrocessione dalla B era stata accettata, in genere non sono mai ben viste e lasciano squilibri a livello societario. Tifosi e sponsor però hanno sempre spinto l'Ascoli. Credo che le aspettative siano state deluse dal fatto che forse ci si poteva augurare un campionato diverso, che puntasse a un'immediata risalita".

Cosa è stato sbagliato e come cambiare rotta?
"Difficile dire cosa si è sbagliato, quando le cose vanno male e quando vanno bene non c'è un unico responsabile. La retrocessione e un po' di astio latente tra tifoseria e proprietà potrebbe non avere aiutato. Ma alla fin fine sono mancati i risultati, che curano qualsiasi male. Come è difficile dire cosa serva ora per cambiare rotta, come detto servono i risultati. Non bisogna guardare a niente se non puntare a vincere più partite ed evitare i playout. A bocce ferme poi si ragionerà sul futuro migliore".

Ascoli le è rimasta nel cuore?
"Assolutamente sì. Dopo Reggio Calabria e Napoli, ho lanciato la mia carriera proprio ad Ascoli, dove ho fatto campionato importanti di A e B. Vivo qui da 35 anni, è normale che il mio cuore sia bianconero. Vedo le cose in maniera diversa, fa parte della mia persona e della mia famiglia".

Forlì e Ravenna meriterebbero entrambe la Serie C?
"Ravenna, con Bologna, Padova, Brescia, Olbia, è una di quelle piazze dove ho vissuto momenti bellissimi. C'è stata purtroppo l'annata del fallimento, ma città come queste, così come Palermo, dove sono nato, mi hanno sempre bene accolto. Dispiace per esempio aver lasciato Reggio Calabria per motivi di famiglia ora fortunatamente risolti. Tornando al Ravenna, mi è rimasta nel cuore e spero possa giocarsi questo campionato con il Forlì, entrambe stanno facendo un gran torneo".

Il Padova è favorito per la B?
"Un'altra città, dove ho vissuto due anni, non bellissimi perché dopo la B la società ha avuto problemi. Adesso invece è forte, è una città meravigliosa e un posto esemplare. Si giocherà il torneo con il Vicenza. Entrambe nei momenti topici hanno perso l'occasione per mettere la ciliegina sulla torta. Ora ìl distacco è di 5 punti, se la giocheranno fino alla fine. Sono entrambe società storiche, ovviamente il Padova ha il mio affetto avendoci giocato, ma anche il Vicenza merita rispetto perché ha una proprietà e un allenatore importante, che conosco e so la qualità del suo lavoro. Il Padova come detto poteva chiuderla, il Vicenza l'ha riaperta. Vinca il migliore".