Pres Lecco: "Non voglio essere preso in giro: pronti a giocare fuori città le gare interne"
Il futuro del Lecco potrebbe non essere a Lecco. Il presidente del club, Aniello Aliberti, nel corso ella conferenza stampa odierna, si è sfogato in merito alla situazione stadio, minacciando anche di portare la squadra in un'altra città per la disputa delle partite interne. Queste le parole riportate puntualmente dai colleghi di LeccoChannelNews.it:
"A inizio anno il mio sconforto era dettato dall’atteggiamento dell’amministrazione comunale: spendere soldi per una cosa – che mi piace e mi appassiona enormemente – da lasciare poi al Comune… Allora non ci sto. Oggi non ho questo sconforto, sicuramente troverò delle cose diverse perché dialogo da un anno e mezzo tra promesse e mezze promesse: ho avuto un incontro due settimane fa e siamo tornati al punto di partenza, non faccio politica ma non voglio essere preso in giro. Per me il discorso con loro è chiuso.
Novità sulla convenzione e sulla cabina elettrica? Non punto il dito, ma bisogna parlare dei fatti per come stanno: per un anno e mezzo ho cercato aiuto per una struttura che è del Comune. Mi vergogno di dover dire a una donna, a una nostra tifosa, che deve andare nel bagno degli uomini: questa convenzione, che prevede manutenzione ordinaria e straordinaria a carico della società, lascia tutto ciò che viene fatto nelle disponibilità del Comune; cade una tribuna? La sistemiamo noi e rimane a loro.
Prima di tutto ringrazio gli sponsor, abbiamo incassato più dello scorso anno su questo fronte: grazie a Edilsider e all’Impresa Rigamonti – a loro spese – ora abbiamo una sala per far lavorare 7-8 ore al giorno lo staff tecnico e mister Valente è molto contento. Finalmente avremo delle paratie in vetro in tribuna e anche lì lo faremo grazie a uno sponsor. Mi sono venuti i brividi per quello che è successo contro il Renate: qui andiamo avanti con un generatore a gasolio e la UEFA ha segnalato la necessità di avviare dei procedimenti per la sostenibilità, ci siamo attivati – siamo tra le poche società ad averlo fatto – con la dottoressa Bonfanti e abbiamo trovato un accordo con Autocogliati per usare dei pullmini elettrici; abbiamo, poi, in mente un progetto per raccogliere le acque piovane da usare per innaffiare il prato, voce di costo da 9-10 mila euro annui.
Poi giochiamo una partita e andiamo per tre ore con un generatore a gasolio di trent’anni fa: la cabina è stato un altro elemento di richiesta al Comune, ci dicono che servono due anni ma io so perfettamente che il progetto c’è da quattro anni; a oggi non è stato messo un euro a disposizione per questa cosa in uno stadio-bomboniera che ha 103 anni: quale altro bene comunale con questa età non ha subito della manutenzione? Noi ci stiamo orientando anche per giocare a Monza e Bergamo visto il mancato supporto del Comune: l’errore l’ha fatto Di Nunno a fare i lavori – 1,3 milioni di euro – e giocare qui senza un documento scritto prima.
Abbiamo parlato con l’ufficio tecnico: tornelli e struttura metallica della Curva Sud non sono ritenuti interessanti perché fatti solo per giocare in Serie B, è come dire “cara Calcio Lecco, devi morire in Serie C”; per la parte dei fari il rientro avverrebbe in 14 anni, decisamente troppo tempo. A oggi è l’unica offerta, della cabina non se ne parla nemmeno: stiamo valutando di procedere con un’azione legale, mi dispiace ma non resto con questa struttura, i tifosi devono essere accolti in uno stadio agibile.
Già oggi facciamo gli allenamenti a Rovagnate perché il campo è bello, al Bione paghiamo 70 mila euro per usare un campo solo perché gli altri tre sono in uno stato disarmante: non ci sono aperture né soluzioni da parte del Comune, invece altrove – e non serve andare chissà dove – queste cose avvengono mentre noi stiamo trovando un piccolo sponsor per riverniciare i parapetti. Per me è uno stadio che dovrebbe essere vincolato dalle Belle Arti, però basta guardare anche gli spogliatoi… Penso non ci siano i margini per riprendere una trattativa: ho fatto delle proposte, ma a oggi non vedo altra alternativa che lasciare Lecco per andare a giocare altrove le partite della prima squadra.
Non dico cose campate per aria, se avessi un accordo pronto dalla prossima settimana andremmo a giocare altrove. Fino a due settimane fa ero convinto di aver trovato una soluzione, un buon compromesso per avere le risorse necessarie per fare la cabina elettrica: ho chiesto a un fornitore di averne una montata in un container perché non voglio lasciare un bene da 250 mila euro al Comune; ho chiesto un preventivo a una società che conosco bene per trovare una soluzione che ci permetta di arrivare alla fine dell’anno: per quest’anno reggiamo, ma già domenica ho avuto l’ansia quando pioveva così tanto. Giocare qui vale come avere il 12°, 13°, 14° uomo in campo: nessuno ha questa tifoseria, né in casa né in trasferta. Come lo direi ai tifosi? Non ho altre possibilità, per un anno e mezzo ho evitato lo scontro ma non possiamo andare avanti così; le spese vanno ben oltre gli incassi per la partita".
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 7/2017 del 29/11/2017
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