Cavagnis: "Se manca sostenibilità diminuiamo numero società professionistiche"
Alberto Cavagnis, esperto dirigente tra Prima Squadra e Settore Giovanile, oltreché scout, ed ex Union Clodiense, è intervenuto come ospite di 'A Tutta C', trasmissione in onda su TMW Radio e iL 61, affrontando temi scottanti legati alle recenti penalizzazioni del Rimini e della Triestina.
Direttore, il Rimini ha subito una nuova penalizzazione: altri tre punti, sono in totale 15 punti di penalità. Nel girone A c'è la Triestina, penalizzata di 23 punti. Quindi di fatto sono due squadre che, se non sono retrocesse in Serie D a novembre, poco ci manca: servirebbe veramente un miracolo. Io le chiedo, da addetto ai lavori, come è possibile che ci siano ancora, nel 2025, quasi 2026, queste situazioni?
"Guarda, penso che fosse probabilmente sempre con voi, ne avevamo parlato già all'inizio campionato: il concetto di base, a mio avviso, è la trasparenza e il voler veramente vedere come stanno le cose. Perché noi, purtroppo, siamo sempre stati – in generale parlo – molto permissivi in queste situazioni. Invece, purtroppo, non bisogna essere permissivi, perché la problematica poi non si riversa solo dal punto di vista tecnico, ma va a toccare anche tante persone che lavorano. Perché poi, al di là di essere uno sport, quando sei professionista diventa un lavoro a tutti gli effetti. E dunque, di conseguenza, si va a toccare persone come, che ne so, i magazzinieri, le persone addette alle segreterie, alle pulizie: è tutto un insieme di cose. Dunque non è ammissibile, e ne va sicuramente dal punto di vista dello spettacolo e dell'aspetto tecnico, perché è normale trovare delle squadre che hanno queste problematiche. Lo sappiamo benissimo: in Serie C ci sono realtà che sono consolidate, che hanno presidenti importanti, che hanno voglia di fare i professionisti, e diamo ancora la possibilità a società che ogni 2-3 anni cambiano proprietà, cambiano direttori, cambiano allenatori, cambiano giocatori, si comportano male, non pagano i settori giovanili – che è una cosa gravissima per me questa: non iscrivono neanche i settori giovanili – e noi diamo la possibilità di andare avanti. Cioè, questo è un sistema che non va bene e crea danno a tutto il sistema sportivo, perché non dimentichiamoci che il calcio è uno sport che tutti amano, che è bellissimo, e non diamo un insegnamento positivo ai nostri giovani con queste cose".
Che poi questo va anche a penalizzare club che magari hanno operato bene, magari senza fare il passo più lungo della gamba proprio per evitare queste situazioni, e che magari si ritrovano poi a dover lottare per non retrocedere, pur avendo fatto le cose in regola, mentre club che non l'hanno fatto magari riescono a salvarsi e poi l'anno dopo falliscono.
"Certo, ma infatti io dico un'altra cosa: se il problema è il sovrannumero di società professionistiche che non sono più sostenibili, allora arriviamo a diminuire il numero di società professionistiche, perché se questa è la soluzione, dobbiamo attuarla. Ben vengano le Under 23, perché almeno dimostrano di arrivare da società consolidate, serie, danno la possibilità ai giovani di giocare. E cosa dobbiamo aspettare? Che succedano ogni anno queste cose: meno 10, meno 15. Poi, rispetto a quello che ho detto prima – che per me è la cosa più grave – in Italia tutti dicono "settori giovanili, noi dobbiamo essere così di qua di là", e abbiamo la possibilità per una squadra di iscriversi senza fare i settori giovanili: c'è un controsenso clamoroso. Voglio dire, in questo senso qua bisogna, secondo me, farci tutti un esame di coscienza, perché poi facciamo tutti parte del sistema calcio, e dunque è giusto che, se vogliamo veramente che le cose migliorino – e migliorano! – dobbiamo unire le forze tutti quanti, ma unirle nella maniera giusta, non per mero interesse, ma per vera passione sportiva, e di trovare quella passione di questo sport. Che esempio diamo davanti a queste cose ai nostri giovani? Bisogna essere onesti".
Ora andiamo a parlare di campo. Domani inizia il tredicesimo turno: nei tre gironi c'è un filo comune che li accomuna, ovvero che in tutti e tre ci sono tre squadre che lottano per la promozione. Forse il girone A con il Vicenza, che ha un vantaggio di cinque punti sull'inseguitrice, è quello dove c'è un pochino più di dislivello fra la prima e le altre due, però sono tutti e tre i gironi, per quanto riguarda la lotta promozione, decisamente equilibrati.
"Quello che ti posso dire è che, a parte il girone C, le capoclassifica degli altri due gironi le ho viste un po' tutte: dal Vicenza all'Union Brescia, ho visto l'Arezzo, ho visto Ravenna, ho visto l'Ascoli. Io penso che, come giustamente hai detto tu, nel girone A il Vicenza sta facendo un percorso veramente importante, ma sicuramente viene da due annate precedenti che lo portano ad avere questo trend. L'Union Brescia mi sta facendo veramente un'ottima impressione, sia dal punto di vista della compattezza, della continuità. Nel girone B, domenica, io sono andato a vedere Ravenna-Ascoli e ho visto tre squadre veramente forti: l'Ascoli per certi aspetti, il Ravenna per altri e l'Arezzo chiaramente l'ho avuto modo di vedere. Nel girone C, il Catania comunque sta facendo dei risultati, Benevento uguale: penso che però, come organico, la Salernitana possa avere qualcosa in più. Poi, siccome è sempre il campo che decide, sicuramente se la giocheranno fino alla fine: i campionati non si decidono a tavolino, però la Salernitana, come organico, penso che abbia qualcosa in più rispetto alle altre nel girone C".
Avendola vista dal vivo – parlava del Ravenna, squadra neopromossa, arriva dalla Serie D, neanche in maniera diretta, cioè è arrivata poi col ripescaggio – se lo aspettavano un inizio di stagione così importante? Perché sì, sappiamo benissimo che alle spalle il Ravenna è una società solidissima, con personaggi di livello importante, ha fatto un grande mercato, però una partenza così forse neanche loro se lo aspettavano.
"No, sono onesto: non avrei pensato onestamente che il Ravenna potesse trovarsi in questo momento della stagione con quella classifica. Però poi io quest'anno l'ho vista due volte dal vivo e onestamente è una squadra molto compatta, una squadra che ha ottime individualità e poi comunque è una squadra che sa soffrire, perché domenica l'Ascoli probabilmente non meritava la sconfitta, però ha saputo soffrire e poi ha i giocatori che possono cambiare la partita e ha vinto la partita. Queste squadre, quando ottengono questi risultati così importanti, continuano a prendere consapevolezza e dunque poi sarà sempre più difficile affrontarle".
Nel girone A il Cittadella era partito molto, molto male, ora si è ripreso: ha fatto quattro vittorie consecutive, cinque risultati utili di fila. Secondo lei ha pagato questo inizio difficile lo scotto di una retrocessione che forse era inaspettata lo scorso anno?
"Eh beh, sicuramente: insomma, quando si retrocede comunque qualche strascico si porta dietro. Avevano bisogno di ripartire e di ricompattare un po' l'ambiente. Quattro vittorie non sono mai facili da fare e dunque il Cittadella sicuramente potrà dire la sua in questo campionato: non so dove arriverà, ma rimedierà in classifica perché aveva avuto un inizio di stagione veramente difficile".
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