Dal Canto: "Arezzo squadra più forte del girone B, è l'anno buono per il salto"

Per parlare della situazione in Serie C dopo le prime otto giornare di campionato, la redazione di TuttoC.com ha intervistato il tecnico Alessandro Dal Canto.
Sottotono il percorso del Cittadella in questo campionato?
"Nornale che quando una squadra retrocede dalla Serie B tutti si aspettano una partenza importante, però è una squadra che ha cambiato tanto dall'anno scorso e credo che un adattamento fisiologico sia normale".
Quali aspetti sono da migliorare?
"Non so quali aspetti sono da migliorare perché non sono dentro e non è corretto giudicare, numeri alla mano dà la sensazione di fare pochi gol. Ultimamente col cambio di modulo non ne subisce, magari hanno trovato la quadra in quell'aspetto lì e si tratta di trovare l'equilibrio anche nella fase offensiva ma sicuramente troveranno la chiave per fare meglio".
Quanto pesa l'esperienza?
"Qualche vecchio che avevo anch'io l'anno scorso è rimasto, sono ragazzi di grande responsabilità e ottimi giocatori che hanno fatto tanti anni di Serie B a ottimi livelli. Può succedere che una retrocessione, della quale mi sento responsabile io per primo, possa creare qualche contraccolpo. Ci vuole un po' di tempo. Dal punto di vista societario e come come gestisce le situazioni di difficoltà credo sia una mosca bianca: c'è coerenza in quello che si fa".
Quali possono essere gli obiettivi?
"E' presto per parlare di obiettivi, una prima riga si potrà tirare dopo Natale".
Cosa pensi dei nuovi arrivati?
"Sono tanti, è una squadra che ha cambiato anche filosofia e sistema di gioco, per quello dico che ci vuole pazienza, indipendentemente da vecchi o nuovi".
Può esserci un problema di condizione?
"Il discorso della condizione fisica credo non sia mai stato un problema al Cittadella, ci sono grandi professionisti e competenza. Poi quando le cose non vanno bene si tende a puntare il dito su una cosa particolare ma sono considerazioni da bar che non vanno bene. La gestione dei finali può essere frutto del caso, ci si dimentica che il calcio è uno sport condizionato dal pallone: essendo una forma d'arte ha situazioni che non sono facilmente spiegabili e sbagliamo anche noi del settore a volte a intestardirci nel cercare di risolvere in modo logico un problema quando non è detto che vi sia".
Come valuta la rosa del Livorno? Ci sono posizioni nelle quali servirebbero rinforzi urgenti?
"La rosa del Livorno è discreta, credo che la società sia partita senza fare voli pindarici per fare un campionato tranquillo e credo che possa farlo tranquillamente. In questo momento è troppo presto per dire dove si può intervenire, è una squadra con un'identità di gioco poi ci vuole anche un po' di pazienza anche se non è facile perché è una piazza di grande tradizione".
Cosa manca?
"E' una squadra che è stata costruita per un preciso modo di giocare, ha giocatori di grande esperienza soprattutto davanti con Di Carmine e Dionisi. Non credo abbiano lacune particolari ma solo bisogno di continuità di risultati, che spesso sono condizionati dai dettagli".
Cosa intende per giocatori di categoria?
"Io credo che ogni categoria necessiti di giocatori che l'hanno fatta per tanto tempo, non è un aspetto particolare tecnico ma l'abitudine di un giocatore a farla".
Il calore della tifoseria può portare troppe pressioni?
"Credo che la tifoseria del Livorno possa essere un vantaggio, per il calore e la vicinanza alla squadra oltre al modo di condizionare l'avversario. Normale che quando le cose non vanno nel modo giusto la medaglia si possa rovesciare, per questo servono giocatori abituati a fare campionati di vertice per sopportare le pressioni della piazza".
I problemi extra-campo vissuti in passato quanto influirono?
"I problemi extra-campo a Livorno ci sono stati sotto la mia gestione, abbiamo visto passare 4 proprietà dagli spogliatoi: c'è stata una grande confusione, è stato brutto, opprimente e offensivo per la storia di questa società. Il mio più grande rimpianto insieme al Vicenza è stato quello di esserci passato in momenti bui, il più buio in particolare per la storia del Livorno. Oggi non credo che vi siano problemi di questo tipo, mi sembra una società solida che sa il fatto suo".
Può essere l'anno giusto per l'Arezzo?
"L'Arezzo è la squadra più forte del girone B, se la giocherà fino alla fine con l'Ascoli anche se credo che abbia qualcosa in più. I risultati che stanno ottenendo sono il frutto del lavoro fatto in questi anni, dalla promozione dalla D alla C, quest'anno hanno speso per giocarsi la promozione tenendo l'ossatura di giocatori che sono lì già da tempo, c'è un allenatore che è un lusso per la categoria e un direttore che è stato un mio giocatore e avrà un futuro roseo davanti perché mi sembra che abbia fatto un lavoro entusiasmante nell'allestire questa squadra. Se non perdono la bussola per qualche risultato che può anche non venire, credo che farà un percorso netto, hanno un pubblico che è tanto che aspetta il salto di categoria. Faccio il tifo per loro e credo che possa essere l'anno buono".
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