ESCLUSIVA TLP - Calcagno (A.I.C.): "Disatteso il nostro accordo. Migliaia di giovani in campo senza merito, speriamo non vengano falsati i tornei. Più rispetto per i tifosi"

ESCLUSIVA TLP - Calcagno (A.I.C.): "Disatteso il nostro accordo. Migliaia di giovani in campo senza merito, speriamo non vengano falsati i tornei. Più rispetto per i tifosi"TMW/TuttoC.com
Umberto Calcagno
© foto di Emiliano Crespi
martedì 25 giugno 2013, 16:20Interviste TC
di Sebastian DONZELLA

L'ipotesi età media non va giù all'Associazione Italiana Calciatori. Lo conferma, in esclusiva a TuttoLegaPro.com, il vice-presidente vicario dell'A.I.C., l'avvocato Umberto Calcagno, ex calciatore di Serie C e vincitore, con la Sampdoria, dello scudetto nella stagione 1990/91.

Cosa pensa della riforma che, sembra, andrà verso l'adozione di un'età media intorno ai 24 anni?

"Ci batteremo con tutte le nostre forze contro questa norma. Abbiamo lottato, in questi anni, per abolire l'obbligatorietà degli under in campo e non ci fermeremo adesso che la situazione non sembra migliore. L'idea dell'età media fissata intorno ai 24 anni, infatti, è un passo indietro. Con la Lega Pro avevamo trovato un preciso accordo in sede di riforma dei campionati ma, a quanto pare, verrà disatteso. Ne trarremo le conseguenze".

Quanto influirà, negativamente, questo nuovo modo di distribuzione delle risorse sugli "over30"?

"Il danno non è solo per i calciatori più esperti, ma anche, se non soprattutto, per i più giovani. Sbaglia chi sostiene che a 25 non si debba continuare ad essere calciatori professionisti in Lega Pro, se lo si merita. È invece un errore madornale che non ci possiamo più permettere quello di creare intere generazioni di giovani calciatori che mai avrebbero fatto i professionisti. Oltre un migliaio di ragazzi, in queste stagioni, sono finiti tra i dilettanti dopo un paio di stagioni in Lega Pro che hanno disputato solo per colpa di regole sbagliate che servono solo alle società per fare cassa. Siamo stufi di un professionismo che non sia veramente tale, che non si basi sulla meritocrazia di chi scende in campo e svolge un lavoro. Le sembra normale che a vent'anni si giochi senza merito, salvo poi sentirsi dire di andare a fare gli idraulici a 25? Inoltre occorre avere maggior rispetto per i tifosi che pagano il biglietto e meritano di vedere in campo qualità, soprattutto adesso che ci stiamo muovendo verso la Lega Unica. La riforma aveva tra gli scopi concordati l'innalzamento tecnico del valore di questi campionati. Dobbiamo tornare ai vecchi fasti, riavvicinare la gente agli stadi".

Eppure solo una parte dei contributi verrà distribuita tramite l'età media. Non è un obbligo per le squadre...

"La crisi porta molte squadre a vincolarsi a piccole contribuzioni. Anche se, tenuto conto dei contributi federali, solo il 25/30% della mutualità verrà distribuita tra i club che seguiranno la regola dell'età media, si tratterà di fondi necessari per la maggior parte delle squadre in un periodo di ristrettezze economiche come quello che stiamo affrontando nel nostro sistema".

Ci saranno differenze nelle tutele dei giocatori tra Prima e Seconda Divisione?

"Ho letto che si cercherà di preservare la Prima Divisione, di non renderla un campionato ancor più anomalo di quanto già non sia per esigenze legate alla riforma. Nessuno, però, si è accorto che il problema riguarderà anche la Seconda: è abbastanza facile ipotizzare che a metà campionato si troveranno squadre ampiamente in testa o relegate in fondo alla classifica, virtualmente retrocesse. Per questo avevamo concordato forti disincentivi per chi non ottiene un risultato sportivo: ad oggi mi pare di capire che le ingenti somme che necessiterebbero sui piazzamenti finali siano di fatto irrisorie. Spero di non assistere ad un mercato di gennaio che falsi completamente il prosieguo dei tornei, con l'unico scopo, per chi sarà già fuori classifica, di risparmiare o acquisire maggiori fondi della Lega".

Molte squadre che retrocedono dalla Serie B o vengono promosse dalla Serie D si trovano in difficoltà economiche. Regole troppo diverse da una categoria all'altra?

"La distanza tra la Serie B e la Lega Pro inizia a essere colmata. Di recente è stato uniformato, all'interno delle Licenze nazionali, anche il pagamento dell'IVA a valere dall'andata 2014/15. E altre soluzioni verranno prese in futuro. Sempre con la riforma abbiamo concluso un percorso di rafforzamento delle garanzie a tutela dei tesserati e del sistema. Per questo la differenza tra la Lega Pro e i Dilettanti si è giustamente ampliata. Parliamo di una categoria professionistica e di una dilettantistica. Non sempre chi vince la Serie D può prender parte alla Lega Pro e chi non ha i mezzi è meglio che rinunci".