INTERVISTA TC - Marotta: "Giocatori esperti troppo sacrificati "

Matteo Marotta centrocampista classe '89 di Vimercate ex fra le altre di Giana Erminio, Piacenza e Lecco adesso senza contratto è intervenuto ai microfoni di Tuttoc.com per parlare della sua situazione attuale dando uno sguardo al girone A di terza serie che proprio oggi vede la disputa della 6^ giornata:
Lo scorso anno un buon campionato con il Lecco, poi non è arrivato il rinnovo del contratto: per quali motivi?
"Per me è stata una buona stagione quella vissuta con i compagni, è stato ottenuto un buon piazzamento playoff per una formazione che l'anno prima si era salvata faticosamente. Da parte della società invece è stato vissuto come una delusione probabilmente avevano delle aspettative troppo grandi, superiori a mio avviso alla realtà delle cose. Con il club c'è stata una separazione senza parlarci cioè di silenzio assenso: loro non mi hanno chiamato per il rinnovo e io non sono andato a chiedere".
In estate ci sono state proposte da parte di altri club?
"Non si parla di vere e proprie trattative ma di sondaggi e chiaccherate. Mi hanno cercato delle società del centro Gubbio e Viterbese in particolare ma io per esigenze personali volevo rimanere a casa, c'era una situazioni in ballo che purtroppo non si è concretizzata. Col senno di poi potevo non mettere questi paletti ma ormai è andata così".
Al di la delle situazioni personali possiamo dire che il mercato per voi calciatori più esperti è difficile?
"Sicuramente si predilige per una serie di situazioni far giocare giovani, anche per questioni economiche oltre a farli giocare per consentire loro di crescere. Tutte valutazioni legittime ma non bisogna esagerare in questo senso, giusto a mio avviso dare spazio ai giocatori maggiormente esperti in grado di poter ancora dare il proprio contibuto".
Guardando al suo passato spicca la lunga militanza nella Giana Erminio: possiamo definirla una realtà tutta particolare quella biancoceleste?
"E' stata una bellissima cavalcata dal campionato di Eccellenza fino alla serie C, la prima salvezza fu qualcosa di straordinario perchè ottenuta con ragazzi alla prima esperienza, è difficile ottenere un obiettivo di questo genere in questo modo. Eravamo tutti ragazzi del posto perchè Albè aveva paura che elementi di fuori potessero condizionare lo spogliatoio. Sicuramente il punto più alto è stato il raggiungimento del 5^ posto. Certo per loro non è semplice ottenere la salvezza, lo scorso anno lo hanno fatto all'ultima giornata mi auguro che quest'anno la possano raggiungere con maggiore tranquillità".
Per lei Piacenza il punto più alto anche perchè è arrivato ad un soffio dalla serie B, la sua storia avrebbe potuto prendere una piega diversa?
"Non soltanto la mia ma anche quella diversi miei compagni, purtroppo è andata così. Sicuramente una promozione quell'anno avrebbe aperto altri scenari. Ho un bellissimo ricordo di quell'esperienza, per me era un salto importante andare a giocare in una realtà importante come Piacenza. Sono stato benissimo anche con i compagni e il mister, rimasi anche la stagione successiva che venne interrotta dal covid quando eravamo al settimo posto ma avevamo le scorie della delusione vissuta la stagione precedente".
Infine una battuta sul girone A, chi sono a suo avviso le favorite?
"Senza dubbio il Padova parte con i favori del pronostico, lo scorso anno ha sfiorato la serie B avendo la peggio per differenza reti nella regular season e poi nello spareggio. Alle sue spalle vedo bene il SudTirol che ogni stagione costruisce buone squadre, lo scorso anno sono arrivati al terzo posto. Oltre al buon lavoro in campo, sono una società ben strutturata ed organizzata".
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