Intervista TC

Sorrento, Conte: "Il nostro merito è cercare sempre la prestazione"

Sorrento, Conte: "Il nostro merito è cercare sempre la prestazione"TMW/TuttoC.com
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
Oggi alle 16:00Interviste TC
di Laerte Salvini

Il Sorrento di Mirko Conte sta prendendo sempre più forma. Dopo un avvio altalenante, la squadra campana ha trovato continuità e identità di gioco, conquistando il pass per gli ottavi di Coppa Italia contro il Trapani e avvicinandosi alla zona playoff. Intervenuto ai microfoni di TuttoC.com, l’allenatore ha analizzato il momento dei rossoneri e la crescita del gruppo.

Partiamo dall'ultima partita, il passaggio del turno è stato un ottimo risultato. Come ha visto i suoi ragazzi?
"Sono molto contento, al di là del passaggio del turno e della prestazione dei ragazzi. Avevamo tanti ragazzi giovanissimi in campo e il fatto che abbiano dato questo tipo di risposte significa che riescono a percepire quello che io gli dico sempre: stare dentro con la testa e con lo spirito anche se magari in alcuni momenti c’è qualcuno che viene utilizzato meno. Quando vengono chiamati in causa danno le risposte che hanno dato ieri, e da questo punto di vista non avevo dubbi perché li vedo tutti i giorni."

Guardando anche il tuo percorso con la Turris l’anno scorso, lei è uno dei pochi che ha puntato con coraggio sui giovani. Lavorare con ragazzi del territorio, con poca esperienza, quanta soddisfazione può dare vedere che si affermano in un campionato come la Serie C?
"Lavoriamo tutti i giorni per questo. Cerchiamo di trasferire le idee giuste e creare un contorno fatto di spirito, senso di appartenenza, cuore. La tattica e la preparazione contano, ma oggi quasi tutti gli allenatori sanno lavorare bene sul campo. La differenza la fa la credibilità e il modo in cui si propongono certe cose: quello è alla base di tutto."

Oggi fare calcio a Sorrento non è semplice. Quanto pesano le difficoltà strutturali e logistiche?
"La difficoltà è sotto gli occhi di tutti. Non giocando nel nostro stadio con i nostri tifosi siamo costretti a spostarci di 150 km, giocare in stadi semivuoti, e questo pesa. Però abbiamo una società che ci mette nelle condizioni di lavorare benissimo, con serenità. Ovviamente vorremmo giocare nella nostra città, ma il focus resta sul campo."

Avete raccolto risultati molto convincenti, anche se l’inizio non era stato dei migliori. Cosa è cambiato nell’ultimo mese?
"Non è cambiato molto, perché anche all’inizio facevamo ottime prestazioni: con Salerno, Catania, lo stesso Trapani in campionato. Abbiamo preso gol nei minuti finali a Casarano, ma la squadra c’è sempre stata. Forse ora gli episodi girano un po’ meglio, ma credo che alla fine dell’anno si pareggi tutto. Il nostro merito è cercare sempre la prestazione, che non garantisce la vittoria, ma ti avvicina."

Dove può ancora crescere la sua squadra, una delle più giovani del campionato?
"In tutto. Bisogna crescere sempre, migliorarsi ogni giorno. Anche quando giocavo io, a trent’anni imparavo ancora. Questo sport ti impone di andare oltre, di restare curioso e aperto ai cambiamenti. I miei ragazzi hanno capito che la strada è giusta, ma è ancora lunga. Fortunatamente ho un gruppo fantastico, sempre disposto a lavorare."

Dal punto di vista personale, con che ambizioni è ripartito quest’anno dopo l’esperienza alla Turris?
"Le ambizioni sono alte, ma collettive, non personali. Siamo una realtà che deve combattere contro società importanti, ma sappiamo di avere le qualità per fare bene. Non guardo la classifica, so solo che i punti arrivano quando si lavora bene. Preferisco concentrarmi sulle prestazioni, perché sono la base di tutto. I risultati a volte tardano, ma alla lunga premiano chi resta focalizzato."

Sul piano tattico, il suo Sorrento segna tanto pur non avendo un bomber di riferimento. Come si spiega questa caratteristica?
"È il calcio moderno: non esiste più il centravanti di una volta. Si attacca e si difende tutti insieme, e tanti giocatori arrivano in area. Certo, il gol resta una dote, ma noi abbiamo un ventaglio ampio di attaccanti con caratteristiche diverse: Plescia, Sabbatani, Santini, D'Ursi, Esposito. Se riesci ad assemblarli bene, ti diverti. Poi i bomber da 20 gol li trovi nelle grandi squadre, ma per il resto i gol si dividono tra più giocatori, e questo può essere anche un punto di forza."